GOVERNO: La Nuova normativa del Codice degli appalti e il Pnrr

Salvini: "Abbiamo sburocratizzato: basta veti e blocchi. I tempi per un cantiere si riducono di un anno”

Tra i recenti provvedimenti deliberati dal Consiglio dei ministri, la regolamentazione del Codice degli appalti, sta facendo rumoreggiare qualche esponente dell’opposizione, anche a seguito della maldestra uscita di Giuseppe Busia, presidente dell’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione. Busia chiede al governo di effettuare le modifiche necessarie, a suo dire, volte a evitare sistemi corruttivi.

In particolare, il presidente dell'Anac dice di vedere il rischio per gli appalti sotto i 5 milioni di euro che, con le nuove regole, possono essere affidati senza avviso di gara pubblico. Parole che, fanno sapere dagli ambienti della Lega, non sono state gradite perché pregiudizievoli nei confronti degli enti locali. Resosi conto della "gaffe", Busia ha successivamente corretto il tiro, apprezzato dal Mit.

Il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini, però è sereno e si vanta appunto dell’approvazione del nuovo Codice degli appalti.

Si gioca tutto sulla rapidità perché, sostiene il vicepremier, “per fare una gara si risparmieranno da sei mesi a un anno”. I sindacati già sono sul piede di guerra perché temono riverberi sull’applicazione dei contratti per i lavoratori dei subappalti.

Ora si tratterà di vedere quali, in realtà, saranno gli effetti benefici di queste semplificazioni. Deroghe per i cantieri, appalti integrati e novità rilevanti sul piano delle centrali di committenza.

Se ci soffermiamo sulla situazione in essere, i più rilevanti problemi nel sistema degli appalti pubblici non riguardano tanto le procedure di gara, ma quanto sta prima e dopo. Cioè la progettazione e l’esecuzione.

Tant’è che mentre per i tempi e la scelta del contraente siamo perfettamente in linea con gli altri paesi dell’Unione, sul resto esistono forti criticità. Alcune di queste criticità derivano dal cortocircuito tra una progettazione lenta e spesso non ben fatta e l’emersione degli errori in sede di esecuzione contrattuale che determinano inevitabilmente rallentamenti quando non la vera e propria paralisi.

Come ben sanno gli addetti ai lavori e, ormai, anche il grande pubblico. È quello che giornalisticamente viene definito come “opere incompiute”.

La nuova legislazione tenta di porvi rimedio. È intervenuta sulle criticità, spingendo sul tema della digitalizzazione che, per quanto riguarda la fase della progettazione, significa soprattutto utilizzare il cosiddetto Bim (building information model).

Questo consente di pervenire a un livello di dettaglio della progettazione tale da scongiurare che in fase di esecuzione contrattuale possano sorgere contestazioni dell’appaltatore derivanti da errori progettuali. Evitando così nuovi oneri o la necessità di correggere il progetto, di richiedere varianti se non addirittura la rinuncia dell’appaltatore e il blocco dell’opera.

Per comprendere e verificare la portata positiva del provvedimento, dovremo però calarci sull’operato giornaliero degli enti locali.

Un problema più generale è quello della capacità dell’amministrazione di gestire processi così complessi.

E qui c’è un gran lavoro da fare. È evidente che il problema si aggrava a livello di enti locali, soprattutto di quelli di dimensioni più contenute che ovviamente non hanno l’expertise, le risorse e il personale adeguati a sfide così complesse.

Il Codice tenta di far fronte al problema rilanciando il tema della necessaria qualificazione delle stazioni appaltanti, il che comporterà un grande sforzo di formazione.

La formazione però richiede tempo. Bisognerà ricorrere al contributo degli esperti, ma anche gli esperti debbono essere di qualità e nel passato non è sempre stato così. Il costo sarà importante, ma è un investimento ineludibile.

Anche le carenze e lentezze denunciate dal ministro Fitto sull’andamento dei progetti compresi nel Pnrr, potranno trovare sbocchi positivi, perché le modifiche introdotte al sistema degli appalti attraverso la legislazione sul Pnrr sono state recepite e rinforzate dal Codice. E questo è sicuramente un elemento positivo.

Anche i sindacati, con argomentazioni più circostanziate rispetto alle opposizioni, sono quasi sul piede di guerra per via dell’introduzione dei subappalti. Ma l’introduzione di questo strumento, va inteso anche come mezzo per il coinvolgimento delle piccole e medie imprese in questo settore.

Il Parlamento potrà comunque recepire le osservazioni non strumentali e non destinate a snaturare la portata di una riforma innovativa, affinchè gli enti locali e lo stato si scrollino di dosso la piaga degli eterni lavori incompiuti, o ultimati dopo decenni, con prodotti non più funzionali alle esigenze della collettività.

 

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Articolo pubblicato il 01/04/2023