Il mito che non muore!
Chet Baker

Chet Baker, il “musicista maledetto”

Quanti personaggi hanno attraversato il mondo della musica, quella bella, quella che fa vibrare, emozionare, piangere, gioire; quella che sa condizionare l’andamento della giornata, quella che lascia nella mente e nel cuore un suono persistente che scava nel più profondo della tua anima.

Quanti personaggi come meteore hanno attraversato l’universo dei sentimenti, espressi con quell’arte che rimane indelebilmente impressa nel bianco marmo della storia della società, diventando pietra miliare o meglio obelisco prorompente.

Così Mozart e, perché no, Pergolesi, troppo presto scomparso in un mondo che stava illuminando come splendente cometa… Muore giovane chi al cielo è caro!

Poche righe, queste mie, per ricordare un grande musicista che questa volta nulla ha a che fare con la musica considerata “dotta”, ma che ha fatto ugualmente piangere o gioire chi ha posto la musica ai primi posti nella propria vita.

È il mitico, l’inimitabile Chet Baker, “musicista maledetto” che ha saputo regalarci, col suo suono “soffiato”, le più intime pagine della storia del jazz.

Come dimenticare quel suo andamento dinoccolato, fortemente influenzato dall’assunzione di stupefacenti che ne hanno cancellato l’immagine di giovane rendendolo presto vecchio?

Come non piangere la sua dipartita improvvisa, dovuta forse ad un regolamento di conti per delle dosi non pagate, in una depravata e affascinante Amsterdam?

Quanto hai accompagnato i miei ascolti, quanto li accompagni, grande, vecchio, giovane trombettista dalla voce giovanile e chiara come acqua cristallina … musicista e uomo affascinante anche quando, ormai privo di quella che i benpensanti chiamano dignità, regalavi scampoli di emozioni attraverso le tue note, preziose quanto un diamante, quanto il platino, quanto la libertà di esprimere la propria arte sempre e comunque!

Ecco che allora My Funny Valentine, My romance, Summertime, su di un vecchio giradischi acquistano il significato di una grande opera esposta al Louvre: ascoltandole perdi la nozione del tempo e dello spazio e capisci che nella vita ciò che conta veramente è difendere un pensiero e la libertà di esprimerlo con gioia.

Grazie, grande, giovane, vecchio Chet.

 

Paolo Paglia

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 09/04/2023