Alla ricerca degli scacchi torinesi

Tra i caffè di un tempo e il mondo d’oggi (di Luciano Brussino)

Nell’800 a Torino si giocava sicuramente a scacchi, in modo occasionale e non organizzato. Il re Vittorio Emanuele II amava misurarsi nell’arte della guerra giocando a scacchi (non benissimo pare), ma stranamente vinceva sempre...

Vi sono notizie di un primo Circolo di scacchi a Torino già nel 1889. Il Circolo era presieduto dal generale Celestino Sachero, aiutante di campo del re Umberto I.

Questo Circolo, che era praticamente il progenitore della Società Scacchistica Torinese (SST da ora in avanti), trovò i suoi dignitosi locali in via dell’Ospedale 12. Già nel 1910 a Torino il nobil giuoco si praticava in circoli privati, caffè, birrerie. In pratica si contavano ben nove punti di ritrovo abituale per i giocatori di scacchi.

Il 3 novembre 1910 viene fondata la Società Scacchistica Torinese. Il gioco, all'epoca di stretta competenza della borghesia, si giocava presso la sede sociale allocata nel Caffè degli Specchi di via dei Mercanti 14/b. I soci erano 57. Nel 1923 la sede sociale viene spostata al caffè Romano in Piazza Castello 26.

Nel 1934 la SST trova ospitalità alla Galleria Nazionale in via Roma 28.

Sempre nel 1934, per disposizione del Partito Nazionale Fascista, la SST venne soppressa ed incorporata nell’OND, Opera Nazionale Dopolavoro.

Poi vennero gli anni della guerra e si ebbe poco tempo per pensare al gioco e ai divertimenti. Tutte le attività vennero sospese e i ridenti caffè che avevano ospitato scacchi, scacchiere e scacchisti subirono il dramma dei bombardamenti in quella che sembrava una notte senza fine.

Ma un benedetto giorno la guerra finì e già il 15 luglio 1945, tirate fuori dagli armadi scacchiere, re, regine torri, alfieri, cavalli e pedoni, si ricostituì la Società Scacchistica Torinese. La sede fu il Circolo Ricreativo Italgas di via Po 11.

Fu in questo periodo che si ebbe, per iniziativa di alcuni soci, l'apertura di una seconda sede sociale in via Pietro Micca 8 presso il caffè Vaio. Il nome Vaio pare fosse quello di un gentiluomo dell'Ottocento appassionato di scacchi che, ai suoi tempi, accompagnava in carrozza al suddetto caffè il re Vittorio Emanuele II quando a sua Maestà prendeva il capriccio di misurarsi nel Nobil Giuoco.

Nel 1946 la SST traslocò in via Sacchi 18/F al Caffè Giolito.

Nel 1949 per rivalità e desiderio di primeggiare ci fu il distacco del caffè Vaio dalla SST e i giocatori del Vaio, chiamati nell’ambiente “Quelli del Vaio” si organizzano come circolo autonomo. Quelli del Vaio si consideravano giocatori combinativi e innovativi nell’arte del gioco rispetto ai più “ortodossi” e compassati giocatori della SST.

Nel 1951 ritroviamo la SST presso la Famija Turineisa in via Po 43. Nel 1952 un altro trasloco in Piazzetta degli Angeli 2/A al caffè Cavour. Nel 1957 un nuovo trasferimento in via Corte d'Appello 3 al bar Piemonte. Nel 1959 niente caffè, la SST si stabilisce in via Maria Vittoria al Circolo dei Viaggiatori.  Qui nelle grandi sale il sabato e la domenica si ballava con la piccola comunità dei rappresentanti di commercio, negli altri giorni della settimana si giocava a scacchi.

Negli anni seguenti la SST è al bar Roma (che diventerà bar La Cappa) di via Cernaia 2, quindi al circolo Arci sempre in via Cernaia.

Quando ci si trasferisce presso i locali del bar Castello, in via Po proprio dirimpetto all’odierno caffè Florio, le peregrinazioni sembrano avere fine e in effetti in quei locali si rimane fino al 1971. Si giocava al piano superiore in due o tre minuscole salette.

Ma nel 1972 la SST fu costretta ad un nuovo travagliato trasloco presso il bar Pino di Corso San Martino 3/B. I soci, stanchi di peregrinazioni, erano ormai scesi a una quarantina.

Poi accadde l’imprevedibile quando l’americano Bobby Fisher sfidò il russo Boris Spassky per la corona del titolo mondiale di scacchi a Reykjavik. Era il 1972. L’incontro ebbe una tale eco mondiale da essere definito l’incontro del secolo, tra parentesi l’americano divenne campione del mondo vincendo la sfida 12,5 a 8,5.

In Italia, come in tutto il mondo, crebbe la febbre degli scacchi, nei vari circoli scacchistici non si parlava d’altro e lo spirito di emulazione fece scoprire nuovi talenti nostrani e ci fu il boom dell’editoria che trattava di tattica, strategia, varianti e teoria scacchistica.

I soci della SST balzarono da 40 a 530 in breve tempo ed era dunque evidente che il gioco nei caffè non era più praticabile. Urgeva trovare una nuova sede.

Per un colpo di fortuna nel 1974 si trovarono locali ampi e adeguati in via Galliari 6. Ma lo spettro di uno sfratto incombeva sempre, data la necessità dei proprietari di utilizzare diversamente quei locali. Così, grazie ad una intuizione dell’allora presidente della SST si decise di acquistare - grazie allo sforzo economico di tutti i soci ed al lavoro a livello di volontariato delle varie professionalità (dal muratore al geometra, dal commercialista all’avvocato, dall’idraulico all’elettricista) - un locale in via Goito 13, completamente da ristrutturare. La sede, unico esempio di società scacchistica di proprietà della stessa in Italia, venne inaugurata nel settembre del 1992.

Ed ancora oggi gode ottima salute.

Ad oggi in Piemonte ci sono 29 Circoli Scacchistici aderenti alla F.S.I., di cui tre nella città di Torino.

Luciano Brussino

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Articolo pubblicato il 13/06/2023