Nordio vuole fare sul serio: glielo permetteranno?

Luigi Cabrino: l'Opinione

Il ministro Nordio è intervenuto sulla riforma della giustizia e sui prossimi passi che intende compiere, su tutti revisione del resto di concorso esterno in associazione mafiosa e , soprattutto, separazione delle carriere.

“Avanti con la separazione delle carriere, esiste in tutto il mondo”. Così, al Corriere della sera il ministro della Giustizia, Carlo Nordio. Che aggiunge: “Mi sento ancora un magistrato. E sul concorso esterno mafioso ecco come si può intervenire, premesso che questo argomento non fa parte del programma di governo”. Per il Guardasigilli “le voci per introdurre una norma tipica sono quasi universali nel mondo universitario e forense. Cito per tutti il professor Giovanni Fiandaca, sui cui testi si sono formate due generazioni di giuristi, che auspica fortemente una formulazione specifica di questo reato”. La soluzione arriva secondo Nordio dalla “formulazione proposta da Giuliano Pisapia: scrivere una norma ad hoc molto semplice e molto chiara”.

In merito alle critiche sollevate dalla sua posizione il ministro spiega: “Non mi stupisco che arrivino bordate dall’opposizione: la politique n’a pas d’entrailles. E nemmeno dalla stampa più critica, che leggo sempre con benevola indulgenza. Mi sorprende che arrivino da magistrati, che da tecnici del diritto dovrebbero sapere che il concorso esterno è ormai, per dirla con Churchill, un enigma dentro un indovinello avvolto in un mistero”. Sul caso Dalmastro Nordio aggiunge:

“L’imputazione coatta, indipendentemente dal caso attuale, la critico da 25 anni: è un residuo del vecchio codice  quando c’era il giudice istruttore inserito nel nuovo Vassalli per un compromesso: il legislatore non ha avuto il coraggio di attuare compiutamente il sistema accusatorio, dove il pm è monopolista e arbitro dell’azione penale”. Infine sulla separazione delle carriere il ministro sottolinea come “essa esiste in tutto il mondo anglosassone, e non mina affatto l’indipendenza della magistratura requirente. Tuttavia richiede una revisione costituzionale, e quindi il cammino è più lungo. Comunque fa parte del programma di governo, e sarà attuata”.

Per il ministro della giustizia “Separazione delle carriere significa anche discrezionalità dell’azione penale e facoltà del pm di ritrattarla. Tutte cose che in questo momento la Costituzione non consente. Ma se fossero attuate eviterebbero almeno un trenta per cento dei processi che si rivelano inutili e dannosi e rallentano la celebrazione di quelli più importanti e quindi la giustizia sarebbe più celere”.

Ci limitiamo ad aggiungere che la separazione delle carriere permetterebbe di garantire quanto richiesto dalla costituzione all'art.111: "Ogni processo si svolge nel contraddittorio tra le parti, in condizioni di parità, davanti a giudice terzo e imparziale".

Infatti quale parità tra le parti e quale terzietà del giudice può esserci se chi accusa e chi giudica sono colleghi e possono scambiarsi di ruolo?

 

Luigi Cabrino

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Articolo pubblicato il 17/07/2023