Fisco. Agenzia delle entrate: “Recuperati oltre 20 miliardi di evasione nel 2022”

Salvini insiste sulla “Pace fiscale”

A contraddire il patito delle tasse a prescindere, è arrivata una notizia positiva che ci indica la validità di percorsi alternativi, se lo Stato è efficiente ed il fisco non si dimostra ostile al cittadino.

Nel 2022 sono stati recuperati oltre 20 miliardi di evasione fiscale “Il più importante risultato di sempre e ci tengo a sottolinearlo con orgoglio e con gratitudine per il lavoro svolto dai colleghi”, ha affermato il direttore dell’Agenzia delle entrate, Ernesto Maria Ruffini, alla settima tappa di ‘Facciamo semplice l’Italia’.

Un fronte particolarmente rilevante per il ruolo di presidio dell’Agenzia delle Entrate, secondo Ruffini, è l’attività antifrode: “Soprattutto con questo genere di illeciti, spesso attraverso schemi anche transnazionali molto complessi, che vengono letteralmente sottratte, ‘rubate’ risorse alla collettività. Stiamo parlando di 9,5 miliardi di euro che siamo riusciti a intercettare o a bloccare”, ha sottolineato il direttore.

“Tantissime anomalie vengono ormai in prima battuta semplicemente segnalate con una lettera di compliance”, ha aggiunto poi, parlando del ruolo dell’importanza acquisita dai canali telematici. “Solo con queste comunicazioni, nel 2022 abbiamo restituito al bilancio dello Stato 3,2 miliardi di euro, raggiungendo peraltro in questo modo uno dei target del Pnrr”.

“Il contrasto all’evasione non è volontà di perseguitare qualcuno, l’Agenzia è un’amministrazione dello Stato, non un’entità belligerante”, ha detto Ruffini. “È un fatto di giustizia nei confronti di tutti coloro che – e sono la stragrande maggioranza – le tasse, anno dopo anno, le pagano, e le hanno pagate, sempre fino all’ultimo centesimo, anche a costo di sacrifici e nonostante l’innegabile elevata pressione fiscale; e di coloro che hanno bisogno del sostegno dello Stato, erogato attraverso i servizi pubblici con le risorse finanziarie recuperate”. 

La tematica fisco amico è da sempre nell’agenda del governo, con il contrasto netto da parte delle opposizioni, ma vicepremier Matteo Salvini insiste e tiene il punto sulla pace fiscale: "Io parlo a nome di milioni di italiani che hanno fatto la dichiarazioni dei redditi e poi per i problemi che ci sono stati non sono riusciti a pagare quanto dovuto – ha ribadito il ministro leghista -, piuttosto che tenerli come fantasmi in ostaggio chiediamo loro una parte del dovuto, lo Stato incassa e loro sono liberi. Gli evasori totali vanno in galera".

Nel concreto Salvini pensa a un saldo e stralcio, "l'abbiamo già fatto con il governo Conte, non è complicato. Lo Stato italiano attende di riscuotere circa mille miliardi di euro da anni, se ne potrebbe chiedere una parte in modo che così queste persone possono tornare a lavorare e pagare le tasse".

Ma di cosa si tratta? La proposta riguarderà i debiti fino a 30mila euro e il ministro vuole appunto ricorrere al meccanismo del saldo e stralcio: in pratica un cittadino pagherà una percentuale del debito con il fisco e la posizione debitoria verrà appunto stralciata. Questo meccanismo è andato di pari passo con quello della rottamazione delle cartelle, che prevede invece che si paghi tutto il debito, ma senza sanzioni e interessi.

Il saldo e stralcio precedente – dal quale ci si attendevano 1,3 miliardi di gettito e che invece ha fruttato solo 700 milioni di incassi – riguardava solo le persone fisiche ed era riferito esclusivamente ad alcune tipologie di debiti: quelli affidati all'Agente della riscossione dal primo gennaio 2000 al 31 dicembre 2017. La misura agevolativa, oltre alla riduzione degli importi dovuti, prevedeva anche l'azzeramento di sanzioni e interessi di mora.

C’erano limiti precisi: riguardava appunto esclusivamente le persone fisiche che versavano in una grave e comprovata situazione di difficoltà economica: cioè quando il valore Isee riferito al proprio nucleo familiare non superava i 20mila euro oppure quando alla data di presentazione della dichiarazione di adesione, risultava già presentata la procedura di liquidazione.

Non è noto se queste limitazioni verrebbero mantenute nella nuova versione oppure si allargherebbero le maglie della sanatoria. Si trattava esclusivamente dei carichi derivanti dagli omessi versamenti dovuti in autoliquidazione, in base alle dichiarazioni annuali, e quelli derivanti dai contributi previdenziali dovuti dagli iscritti alle casse professionali o alle gestioni previdenziali dei lavoratori autonomi Inps.

Tematica aperta sulla quale ci auguriamo che, in tempi rapidi si compatti la maggioranza di governo e si proceda.

 

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Articolo pubblicato il 21/07/2023