Il neuma e l’andar per monasteri

La didattica dell’erudire, spaziando

Come si ricordava e come si tramandava la musica prima che l’uomo escogitasse un modo (in realtà più modi) per “fermare” o “cristallizzare” un suono nei suoi due aspetti fondamentali, ovvero altezza e ritmo?

Semplice: oralmente! La musica è stata tramandata oralmente per secoli e secoli ed è solo grazie al grandissimo e successivo lavoro dei monaci dei più importanti monasteri europei che essa trovò un viatico prezioso.

Lo stesso, non a caso, accadde anche con i grandi scritti, da quelli sacri a quelli filosofici, in greco o in latino, che trovarono nel lavoro prezioso dei dottori della chiesa, dei teorici o degli umili e virtuosi amanuensi, la via della salvezza. Nei monasteri si elaborò dunque un modo di identificare il suono tramite un “segno” chiamato neuma, che aveva proprio la funzione di rappresentare graficamente l’altezza e l’andamento melodico del suono stesso.

La difficoltà sorge dal fatto che le scelte per la scrittura della musica variavano notevolmente di zona in zona tanto che, in Europa, sorsero vere e proprie “scuole”, tutte con una propria area di influenza.

Ma a cosa si ispirò il neuma? Molto probabilmente derivò dalla chironomia, ovvero dalla tecnica che permetteva al praecentor (maestro) di “imbeccare” i cantori con il movimento della mano e, in questo modo, di ricordare loro a grandi linee l’andamento melodico-ritmico del brano da interpretare.

E il ritmo? Esso era dato dal pulsare del cuore al polso del maestro stesso, nella speranza, per la Schola Cantorum, che non si trattasse di un tachicardico o bradicardico cronico.

Tutto questo per dire cosa? Nulla se non … Andate per monasteri! Oh - Oh, calmini! Non si tratta di un nuovo modo per mandarvi … al diavolo, ma di un semplice suggerimento: fatevi una gita a Nonantola, in Emilia, e visitate la meravigliosa abbazia benedettina fondata nel 752 d.C.. Predispone a grandi e soavi pensieri! Pensate, questa meravigliosa ed importantissima abbazia fu con Cassino un punto focale, in Italia ed in Europa, per lo sviluppo del canto sacro della Chiesa d’Occidente, meglio noto come canto gregoriano conosciuto in tutto il mondo.

Il monastero ospita splendidi codici miniati osservando i quali si potranno ammirare, oltre che le superbe immagini da essi conservate, anche i neumi della scuola di Nonantola, vera e propria ghiottoneria per gli addetti ai lavori …

A proposito di ghiottonerie: se deciderete per una domenica o un qualsiasi altro giorno della settimana a Nonantola, non mancate di gustare, in uno degli ottimi ristoranti della zona, i famosissimi salumi come antipasto, il “sontuoso” tris di primi, i carrelli del bollito e degli arrosti, i dolci al cucchiaio… il tutto annaffiato da un ottimo Lambrusco delle cantine di Sorbara e Nonantola… Ah, che grandi e soavi pensieri! Che meraviglia le gite culturali!

 

Paolo Paglia

 

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Articolo pubblicato il 07/08/2023