Paganini e la Carmagnola

La cittŕ del peperone e la Rivoluzione Francese

Le storie sulla vita di Niccolò Paganini si perdono nella notte dei tempi. Storie vere, ma a volte infarcite da elementi quanto meno “originali”, per non dire stravaganti. D’altronde le abitudini di vita ed il modo di presentarsi in pubblico del musicista genovese potevano tranquillamente essere oggetto di “drammatizzazioni” da parte dei molti scrittori che hanno narrato le sue “gesta”.

La storia che vi sto per proporre, comunque, è vera e assolutamente non eclatante: risulta però interessante perché lega Paganini ad una cittadina a noi non distante.

Alessandro Rolla, primo maestro di Paganini (anche se pare abbia affermato di “non aver nulla da insegnare a quel giovinotto”), organizzò un concerto per raccogliere dei fondi nella città di Parma. In quel contesto il quattordicenne Paganini eseguì una propria composizione dal titolo “Variazioni sulla Carmagnola”, per violino solo e chitarra.

La Carmagnola era un canto della Rivoluzione Francese e doveva il suo nome alla cittadina piemontese dove all’epoca i contadini vestivano una giacca corta con il collo alto e molti bottoni di metallo. Gli emigranti piemontesi avevano diffuso l’uso di quel particolare tipo di giacca che, portato dai francesi, divenne il simbolo del modo di vestire del popolo.

Successivamente il nome passò ad indicare anche il canto di cui ho detto, che inneggiava alla libertà e che veniva anche danzato.

Paganini compose 14 variazioni per violino su quel tema che bene era conosciuto a Genova, sua città natale. Il manoscritto, ritrovato solamente nel 1972, porta una composizione che seppur giovanile mette già in evidenza molti stilemi del compositore più maturo e soprattutto la sua tipica “curiosità” nel rivisitare il violino, costruendo per esso e su di esso quello che tutta la critica riconosce come “virtuosismo trascendentale”, ma allo stesso tempo la nascita della tecnica e del violino moderno.

Paolo Paglia

 

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Articolo pubblicato il 25/08/2023