L’inquinamento del pensiero

Al di là di qualsiasi logica, di Gianpiero Alaimo

Quanto ancora avranno il coraggio di emanare provvedimenti del tutto privi di senso e soprattutto perfettamente riconoscibili come allineamento all’agenda 2030, un documento che solo menti deliranti possono aver concepito?

Quanto ancora il gregge belante avallerà disposizioni atte a rendere sempre più difficoltose le vite degli onesti cittadini che pagano le tasse e si recano al lavoro ogni mattino per mantenere le proprie famiglie in modo decoroso?

Quanto ancora dovremo assistere alla chiusura di negozi, aziende, fabbriche i cui proprietari non sono più in grado restare in attivo di dare stipendi ai dipendenti?

Ancora per molto dobbiamo vedere auto elettriche prendere fuoco, pagamenti e sbarramenti nelle città per accedere nelle zone centrali?

Ci vuole davvero molto per capire cosa intendono farci, prima di arrivare direttamente nell’inserzione dei microcip dei neonati?

C.M.

 

“Cattivo cittadino. Hai avuto l’ardire di acquistare una vettura, in tempi non sospetti, a combustione interna e ora sei diventato un cattivo cittadino inquinatore. Ma se paghi automaticamente diventi green”.

Chiunque avesse a che fare con persone che esternassero simili pensieri ipotizzerebbe una dichiarata personalità multipolare da curare: invece tutto questo è il normale pensiero demenziale dei nostri amministratori politici.

Partiamo dall’inizio. Prima è tutta un’enfatizzazione, a partire dal boom economico, della motorizzazione di massa.

Al che col passare degli anni, accompagnato da un crescente benessere sociale, assistiamo a una irrefrenabile crescita dei mezzi di locomozione a combustione interna.

Che fare?  Sembra che inquinino.

Allora è tutto un proliferare di accorgimenti atti a purificare gli scarichi: euro1, euro2, euro3, euro4, euro5, euro6. Bene tutto risolto? Macché.

Il futuro è elettrico e quindi giù a demonizzare ciò che per anni è stato idolatrato come la soluzione ecologia ideale: i filtri fap e altri accorgimenti costosissimi, soprattutto per i diesel.

Poco importa che per un’auto elettrica si estraggano rarissimi, costosissimi componenti e con inquinantissimi procedimenti.

Poco importa che per elettrificare tutto il parco macchine circolante non basta tutta l’energia, compresa quella prodotta con lo sporchissimo carbone, prodotta al mondo.

Tutto questo è poca cosa rispetto all’impatto della parola GREEN che accompagna le più recenti scelte politiche.

E a proposito di queste pseudo scelte GREEN ecco scaturire dal cilindro magico il “blocco di tutti i mezzi fino agli euro 5”, un’idea splendida.

Demagogia allo stato puro, propaganda di regime, oserei dire.

E non basta posticipare il tutto perché il problema resta.

E che tutto questo voglia dire migliaia di famiglie messe alla fame, per l’impossibilità di andare al lavoro, poco importa: GREEN prima di tutto.

E che l’impatto inquinante della circolazione automobilistica incida per valori prossimi allo zero non è fondamentale: l’importante è la scelta GREEN.

Ma ecco che il solito cilindro magico ci regala l’uovo di Colombo: paghi una sorta di pizzo ed ecco che miracolosamente puoi circolare e il tuo catorcio fumante automaticamente diventa GREEN.

Quanto fin qui esposto è solo per darvi la caratura demenziale di chi regge le file amministrative e di potere in Italia e nel mondo.

Non si può restare indifferenti a tutto ciò: il buon senso grida vendetta.

Bisogna con tutte le forze impedire che pochi amministratori disadattati riescano a far passare il messaggio che qualsiasi scelta, anche la più delirante, può essere accetta da un popolino bove e remissivo.

Ecco che la massa deve prendere coscienza che con una sana disobbedienza civile tutta questa follia può e deve essere messa al bando.

 

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Articolo pubblicato il 16/09/2023