Statue poco in vista di Torino

Un insolito itinerario cittadino, grazie alle foto scattate da Vittorio Greco

«Passeggiando per Torino può infatti capitare che - alzando lo sguardo sulle facciate di alcuni datati ed aulici edifici - si possano scorgere inaspettate sculture in marmo, oppure in cemento, talora in pietra di Vicenza, appoggiate su mensole, o posizionate in concave nicchie, oppure occhieggianti dall’alto dei cornicioni dei palazzi». Lo scrive Sergio Donna nel capitolo conclusivo del recentissimo volume “Statue di Torino – Stàtue ‘d Turin” (Ël Torèt | Monginevro Cultura, 2024), realizzato col concorso di vari studiosi, ricercatori, giornalisti e che arricchisce la collana di monografie sulle bellezze artistiche, architettoniche e naturali di Torino curata da Monginevro Cultura, Associazione Culturale Torinese no profit che si propone di promuovere le primizie artistiche, architettoniche e naturali del territorio, ma anche il prezioso patrimonio linguistico e letterario regionale.

Proponiamo ai Lettori di Civico 20 News alcune di queste statue “poco in vista” della nostra città, sulla scorta del libro “Statue di Torino” e grazie alle foto scattate dal fotografo Vittorio Greco.

In via Pastrengo 29, angolo corso Galileo Ferraris, sorge un lussuoso edificio neorinascimentale che l’architetto Costantino Gilodi (1853 - 1918) ha realizzato nel 1901 per il commendatore valsesiano Angelo Rizzetti.

Al piano terreno, nell’angolo che l’edificio forma all’incontro della via col corso, una nicchia ospita una riproduzione della statua della Fortezza. L’originale si trova nella Porta della Carta al Palazzo Ducale di Venezia.

A ricordo dell’origine del commendator Rizzetti, le finestre del piano nobile hanno il frontone decorato da una testa di camoscio con ricci di castagna, e, nell’inferriata che sovrasta il portone, è collocata un’aquila metallica.

Il palazzo ospita attualmente il Consolato Generale della Repubblica del Perù.

Casa Riva viene progettata dall’architetto Antonio Pogatschnig (XX sec. prima metà) nel 1932 in stile razionalista, su incarico di Secondo Riva. Sorge nel borgo San Donato, in via Pietro Palmieri n. 4, e un lato si estende in via Giuseppe Talucchi. Nell’angolo del palazzo si trovano due statue, opera dello scultore Umberto Baglioni (1893-1965), noto per la realizzazione della coppia di statue raffiguranti i fiumi Po e Dora della piazza CLN a Torino (1937).

Le due statue di Casa Riva raffigurano una figura femminile, posta a livello del primo piano, e una maschile, collocata sulla sommità dell’edificio. Quest’ultima appare mutilata, perché dopo la caduta del fascismo è stato spezzato il suo braccio destro, alzato nel gesto del saluto romano.

Secondo Riva nel 1935 affida ad Antonio Pogatschnig il progetto di una villa in stile razionalista in corso Giovanni Lanza 101. La facciata presenta una figura femminile come esclusivo elemento decorativo.

Sulla facciata del Teatro Regio, al piano nobile, una nicchia eccentrica, in vicinanza del sottopasso che immette nel Viale I Maggio, ospita una figura femminile male in arnese e col braccio destro mutilo. Si dice che questa statua solitaria rappresenti Tersicore, Musa della musica e della danza, nell’idea che il braccio destro andato perso reggesse una lira. L’attribuzione non trova però conferme documentali.

Ci fermiamo in questo nostro itinerario alla ricerca delle statue poco in vista di Torino e facciamo nostro l’invito formulato da Sergio Donna: «Se poi i nostri Lettori volessero divertirsi a scovarne altre, cimentandosi in una sorta di... caccia al tesoro, o meglio di caccia... alla statua, vorrebbe dire che siamo riusciti nel nostro intento: stimolarli ad osservare la città con un occhio più curioso e intrigante, alla ricerca di curiosità e bellezze rare spesso seminascoste».

 

STÀTUE ’D TURIN - STATUE DI TORINO

Piero Abrate, Francesco Albano, Luigia Casati, Sergio Donna, Achille Maria Giachino, Stefano Garzaro, Milo Julini, Ezio Marinoni e Danilo Torrito.

Foto di Carla Colombo, Vittorio Greco e Beppe Lachello.

Ël Torèt | Monginevro Cultura, 2024.

 

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Articolo pubblicato il 09/12/2023