La conferenza stampa di Giorgia Meloni

L’incontro con 150 giornalisti dopo il doppio rinvio per motivi di salute

Nella Nuova Aula dei Gruppi parlamentari a Montecitorio ieri mattina il presidente dl Consiglio Giorgia Meloni, in un confronto con la Stampa Parlamentare durato oltre tre ore, si è sottoposta al fuoco di file di 150 giornalisti che le hanno rivolto oltre 42 domande , nel corso della conferenza stampa di “fine anno” dopo il doppio rinvio dei giorni scorsi per via di alcuni problemi di salute.

I  temi sul tavolo: dalle ultime polemiche legate al caso del deputato di FdI Pozzolo, per cui Meloni ha chiesto la sospensione da FdI, alle amministrative, passando per la situazione economica e per le riforme in cantiere. Fino alle prossime elezioni europee, per cui la premier ha affermato di non aver ancora deciso in merito alla sua candidatura. Temi illustrati in seguito a specifiche domande che cerchiamo di sunteggiare.

In apertura Giorgia Meloni ha evidenziato la peculiarità del 2024:”Sarà un anno molto complesso per tutti e che vede molte scadenze importanti, tra le elezioni europee e la presidenza dell’Italia del G7”. Per poi rispondere alle domande specifiche

Non poteva non mancare la domanda sulla c.d. “Legge Bavaglio. “Questa norma è frutto di un emendamento parlamentare e arriva da un esponente dell’opposizione, su cui c’è stato parere favorevole del governo ma non è un’iniziativa del governo”, ha detto il presidente del Consiglio.

Altro tema importante è il rapporto tra governo e intelligenza artificiale. “L’intelligenza artificiale è una materia che il governo porterà tra le questioni prioritarie del G7, sostiene Meloni. Io sono preoccupata dall’impatto che può avere, soprattutto sul mercato del lavoro. Rischiamo un impatto devastante. Non so dire se siamo ancora in tempo, ma noi organizzeremo un focus molto preciso e prima ancora del G7 dei leader di giugno io voglio fare una iniziativa specifica sull’impatto dell’IA sul mercato del lavoro. Oggi rischiamo una sostituzione”, ha detto la presidente del Consiglio.

Circa la candidatura  del Premier alle elezioni Europee. Giorgia Meloni ha risposto di non  aver  ancora deciso se candidarsi alla Europee.” Misurarsi col consenso dei cittadini sarebbe una cosa utile e interessante. E candidarsi alla Europee non sarebbe una presa in giro dei cittadini perché lo sanno che poi non andrei in Europa, e anche questa è democrazia. Una mia candidatura poi potrebbe essere un test democratico molto interessante visto che potrebbero scendere in campo anche leader dell’opposizione. Devo valutare candidarmi toglierebbe tempo al mio lavoro da presidente del Consiglio, è una decisione poi che va presa insieme agli altri leader della maggioranza”, ha aggiunto il premier. 

Sulla mancata ratifica del Mes “Non credo che il tema della mancata ratifica del Mes vada letto in relazione ai risultati del Patto di Stabilità. Sono soddisfatta a condizioni date dell’accordo sul Patto, chiaramente non è il Patto che avrei voluto io. Quello che emerge è che in Europa non c’è questo superiore interesse comune. Di fronte a questa idea che emerge sarebbe stato difficile per me impormi sul Parlamento, e mi sono rimessa all’Aula. E il Mes è stato bocciato, perché non c’è mai stata una maggioranza in Parlamento per la ratifica del Mes, la decisione del governo Conte di accettarlo ha messo l’Italia in oggettiva difficoltà. Il M5S ha sempre dichiarato di essere contrario, e io penso sia stato un errore sottoscrivere la modifica del trattato sapendo che non c’era una maggioranza in Parlamento. Il Mes esiste da tempo e dal mio punto di vista è obsoleto. Forse la mancata ratifica può diventare un’occasione per far diventare questo strumento più efficace di come sia oggi”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

Circa la possibilità di un confronto con la leader dell’opposizione, Giorgia Meloni ha così risposto: “Mi impegno volentieri a fare un confronto in tv con Elly Schlein. È giusto che la presidente del Consiglio si confronti con il leader dell’opposizione prima delle elezioni europee. Non mi sono mai sottratta e non lo farò stavolta”.

Sulle tassa sugli extraprofitti della banche, altro tema ampiamente sfruttato dall’opposizione, Giorgia Meloni sostiene che “mi fa un po’ sorridere che i primi a criticare il primo governo che ha avuto il coraggio di fare una tassazione sulle banche siano quelli che, quando erano al governo, alle banche hanno fatto regali miliardari: vale per il Pd, con decreti salvabanche e salvataggi diretti; vale per il M5S che + cintura nera di aiuti alle banche, con il decreto da 400 miliardi della famosa ‘potenza di fuoco’ per prestiti garantiti dallo Stato italiano. Ma potrei parlare anche dell’obbligo di Pos con le commissioni scaricate su imprese e commercianti, e potrei citare il Superbonus”

La polemica sul Ddl Concorrenza è stata ancora amplificata dall’inciso di Mattarella  nel discorso di fine anno. “Ho letto con grande attenzione la lettera di Mattarella” e per quanto riguarda il “rinnovo delle concessioni degli ambulanti” un “intervento si è reso necessario per uniformare il trattamento che alcuni beneficiari avevano avuto col rinnovo di 12 anni che era stato disposto nel 2020 con altri che invece non ne avevano potuto beneficiare, creando quindi delle disparità. L’appello del presidente della Repubblica non rimarrà inascoltato, occorrerà valutare con gli altri partiti di maggioranza l’opportunità di ulteriori interventi chiarificatori sulla materia”, ha detto Meloni. 

Circa l’urgenza di procedere alla riforma di giustizia e burocrazia, il Premier si è così espresso: “Il tema” degli scarsi investimenti esteri nel nostro Paese “è figlio di una stratificazione di problemi che noi abbiamo, dalle lungaggini burocratiche ai temi della giustizia. L’Italia è un Paese in cui tanti investirebbero se avessero maggiori certezze. E per questo due delle priorità del prossimo anno sono la riforma della burocrazia e quella della giustizia. Non è facile, perché in questa nazione quando si cerca di mettere mano ad alcuni ambiti le opposizioni, in questo caso non quelle politiche, si fanno sentire.

Ci sono diversi ambiti su cui vogliamo dare dei segnali: uno dei messaggi che per me era importante dare in questo anno è che non c’è un governo ostile a chi vuole fare. Penso che debba esserci uno Stato che controlla, ma non oppressivo, e al fianco di chi produce. Non è sempre stato così. Credo che questo segnale sia arrivato ed è già un elemento interessante. Sicuramente c’è molto di più da fare su questo e quest’anno vorrei riformare in maniera seria burocrazia e giustizia”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel corso della conferenza organizzata alla Camera dei deputati con la stampa parlamentare.

Altro tema importante è il programma delle privatizzazioni, sul quale Giorgia Meloni precisa:

“Nella Nadef abbiamo previsto 20 miliardi di privatizzazioni nel triennio 2024-26. No regali miliardari a fortunati imprenditori ben inseriti, non è questa la mia idea delle privatizzazioni. Io sono per ridurre la presenza dello stato dove non è necessaria”.

Sul progetto dell’Autonomia, proposto dalla Lega:

L’autonomia va a braccetto con il premierato, perché si deve ripristinare l’equilibrio e a uno Stato forte devono corrispondere Regioni forti. L’autonomia non si applica nel senso che racconta qualcuno, tolgo a una Regione per dare a un’altra. Se tu gestisci bene le tue competenze e risorse, lo Stato può decidere di darti altre competenze e risorse, ma rispetto allo Stato, non rispetto alle altre Regioni. Credo che un meccanismo di responsabilizzazione da Nord a Sud farà andare meglio quelli che sono più bravi”.

“Quando ho presentato la riforma del premierato, prosegue Meloni, la prima cosa che ho detto è che non avremmo toccato il ruolo del presidente della Repubblica. E sarà così. È sempre stato un ruolo di assoluta garanzia e continuerà a esserlo, io non vedo in cosa l’elezione diretta del presidente del Consiglio vada a toccare il capo dello Stato. Si crea un buon equilibrio e si rafforza la stabilità dei governi, perché oggettivamente in Italia abbiamo avuto un problema di stabilità dei governi, e anche di governi non scelti da nessuno che realizzavano programmi non votati da nessuno. La democrazia rappresentativa è ‘voto per te perché tu possa fare questo in mia vece’.

“Stiamo cercando di fare una riforma che mantenendo i poteri dello Stato consenta ai governi domani di durare cinque anni, perché noi abbiamo pagato cara la nostra instabilità. Ereditiamo un pesante debito pubblico perché quando si hanno governi brevi quelli privilegeranno la spesa agli investimenti, perché i risultati degli investimenti si vedono più a lungo termine. Potrei non pormi il problema, perché ragionevolmente potrei essere un presidente del Consiglio più longevo dei miei predecessori, ma penso che questa sia una delle riforme più importanti che si possano dare all’Italia. La democrazia è la cosa più bella del mondo ed è una riforma di cui vado fiera. E anche qui sento dire di tutto, come chi dice ‘il referendum, Meloni come Renzi‘.

Ma il referendum non è su di me, io sono il presente di questa nazione, il referendum è sul futuro della nazione. Spero che avremo la maggioranza in Parlamento ma ci credo poco, spero che gli italiani capiranno che l’eventuale referendum è sul futuro del Paese”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel corso della conferenza organizzata alla Camera dei deputati con la stampa parlamentare.

Altra richiesta di risposta ha riguardato la posizione del segretario di FdI dopo i fatti che hanno visto protagonista il deputato Pozzolo

“Ho chiesto che Pozzolo venga deferito alla commissione garanzia e probiviri di Fratelli d’Italia e che, nelle more del giudizio, il deputato venga sospeso. È quello che posso fare sul piano statutario”. Lo ha detto il presidente del ConsiglioGiorgia Meloni, che così prosegue:

“Il parlamentare Pozzolo dispone di un porto d’armi per difesa personale. Girava con un arma a capodanno e Presumo che chi ha un porto d’armi per difesa personale possa farlo. La questione è un altra: chiunque detenga un arma ha il dovere legale e morale di custodire quell’arma con responsabilità e serietà: di quello che è successo, pur non conoscendo la dinamica, qualcuno ne è stato responsabile. Non va bene per un cittadino, figuriamoci per un parlamentare e figuriamoci per un parlamentare di FdI”.

“Sulla classe dirigente del mio partito, prosegue ancora Meloni, mi limito a dire che non son disposta a fare questa vita e ad assumermi queste responsabilità se le persone intorno a me non sono disposte a condividere queste responsabilità. Su questo intendo essere rigida”.

Sui temi legati a Delmastro, Santanchè, Sgarbi “ho già risposto caso per caso” e “interverrò, ma solo quando ci saranno tutti gli elementi perché la mia idea di stato di diritto è aspettare il lavoro della magistratura. Se invece mi si pone la questione morale, penso che non ci sia una questione morale attualmente, ogni caso va valutato singolarmente e a valle, sulla base di certezze. Ma stabiliamo le regole di ingaggio sulla questione morale perché ho letto la lettera di Conte” secondo la quale “devo fare dimettere tutte queste persone perché altrimenti c’è una questione morale”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

“Il M5s ha sempre chiesto le dimissioni di chi raggiunto da un avviso di garanzia, tranne che per sé stessi”, ha quindi aggiunto citando i casi di Conte, Raggi e Grillo, e poi spiegando che l’ex premier “ha nominato vicepresidente del partito chi è stato condannata in primo e secondo grado (Chiara Appendino). Io non ho chiesto le dimissioni di questa gente, di Conte per capirci, perché le cose si valutano a monte. Non si è garantisti con i propri e giustizialisti con gli altri, è un meccanismo che non funziona. Prego quindi la sinistra di non farmi le lezioni di morale”.

Un Giornalista ha rivolto una specifica domanda sulla situazione venutasi a creare a Caivano, al che Giorgia Meloni ha così risposto:

“Noi veniamo da un tempo in cui lo Stato ha spesso indietreggiato, ritenendo più facile voltarsi dall’altra parte. E questo ha fatto sì che lo Stato abbia perso terreno e credibilità” nelle periferie e nelle aree più disagiate. Come Caivano “ce ne sono diverse di queste periferie, e abbiamo dimostrato che se lo Stato si mette a lavorare in maniera organica, non con interventi spot, e noi tutte le settimane facciamo una riunione su Caivano, si possono cambiare le cose. Perché questo è un lavoro che si fa tutti insieme, e ci sta dando qualche soddisfazione. È presto, ma stiamo procedendo nei tempi e anzi con qualche anticipo. Nel fare cose semplici stiamo restituendo diritti banali che però queste persone non avevano. Con Caivano si può dimostrare che voltarsi dall’altra parte non era la scelta giusta, e mentre facciamo questo produciamo le norme per tutte le altre aree che sono come Caivano. E possiamo fare un lavoro straordinario sulle periferie: se si comincia da qualche parte e ci si mette cuore e anima i risultati arrivano”.

Sul flusso di migranti sbarcati sulle nostre coste, il presidente del consiglio ha affermato:

“Non ritengo soddisfacenti i risultati” ottenuti in tema di migranti “rispetto alla mole di lavoro. Ma sono consapevole che senza questa mole di lavoro sarebbe andato molto peggio”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, dicendosi “contenta dei dati dell’anno che mostrano un calo rispetto ai dati iniziali, so che ci si aspettava di più su questo e me ne assumo la responsabilità, perché la sfida è epocale. Si possono fare iniziative che danno consenso immediato senza risultati sulla media distanza ma io sto facendo un tentativo di risolvere il problema strutturalmente, con soluzioni di lungo periodo” che contemplano “un attività di dialogo internazionale enorme”.

Poco prima della conferenza stampa è uscita una nota di Giuliano Amato sui rischi che sta correndo la democrazia, al che la Meloni ha così risposto:

“Sono rimasta basita dalle dichiarazioni del presidente Amato sulla Corte costituzionale. Si pone il problema perché il Parlamento, entro la fine dell’anno, deve eleggere quattro giudici della Consulta. E siccome il Parlamento ha una maggioranza di centrodestra c’è un rischio di deriva autoritaria. Questa idea della democrazia è un po’ bizzarra“, ha detto il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. “Potremmo cambiare la Costituzione, decidendo che i giudici sono nominati dal Pd sentiti alcuni intellettuali e Giuliano Amato”, ha ironizzato Meloni, aggiungendo: “Il mondo per cui la sinistra ha più diritti degli altri è fi-ni-to”, ha scandito la premier” e “la democrazia per cui sinistra fa quello che vuole e gli altri non hanno diritti non è il mio mondo”.

“Penso che qualcuno in questa nazione abbia pensato di poter dare le carte in alcuni casi, ma penso che in uno Stato normale non debbano esserci questi condizionamenti. Vedo attacchi, vedo anche chi pensa che mi possa spaventare se vedo certe cose, ma non sono una che si spaventa e preferisco allora andare a casa. Hanno a che fare con la persona sbagliata: con me non si indirizzano le scelte. Le faccio io, perché io sono quella che si assume la responsabilità”, ha ribadito il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

Altra domanda ha riguardato il servizio pubblico televisivo.

“Ho letto critiche sugli ascolti, ma la Rai fa servizio pubblico. Se pensiamo di giudicarla solo sul parametro dell’audience in rapporto alle tv private generaliste, perdiamo di vista l’idea di cosa debba fare la Rai”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni Quanto agli ascolti, “l’ultimo report è di settembre e il palinsestro estivo l’ha fatto la precedente governance. Quindi aspetterei i nuovi dati prima di giudicare” il nuovo corso dell’azienda.

E’ stata anche posta una domanda sulla tragedia di Cutro.

“Il momento più difficile è stato probabilmente Cutro: 94 persone che muoiono e l’accusa che è colpa tua sono una cosa che pesa, anche se ovviamente non ritengo sia colpa mia, ma solo l’accusa pesa. Ce ne sono stati diversi di momenti complessi, così come ci sono stati momenti belli, entusiasmanti, come quando riesco davvero a stare tra la gente, perché lì si percepisce qualcosa di diverso da quello che si percepisce nei palazzi. E vedere la gente che ti supporta per me è l’unica benzina possibile, è quello che mi rende contenta”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel corso della conferenza organizzata alla Camera dei deputati con la stampa parlamentare.

Sui rapporti con Pechino che tanto appassionavano la sinistra, Giorgia Meloni ha precisato

“Ho preso la decisione di uscire dalla ‘Via della seta’ per coerenza con quanto ho sempre pensato e perché l’Italia era l’unico paese del G7 a farne parte. Sono sempre più convinta di questa decisione sulla base dei risultati arrivati con la Via della seta: doveva esserci un riequilibrio della bilancia commerciale ma il saldo è sempre più sfavorevole per l’Italia, passando da -18 a -41,44 miliardi. Quindi non è servita a riequilibrare ma a far entrare molti più prodotti cinesi e la massima reciprocità non c’è”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. “Il prima possibile ho intenzione di andare in visita ufficiale in Cina, dal presidente Xi Jinping”, ha aggiunto Meloni, e “ritengo che si possano fare altri accordi più favorevoli. Da parte nostra nessun atteggiamento punitivo o di presa di distanze. Questa scelta non ha funzionato e ne vanno prese delle altre

Cosa succederà in concomitanza con le elezioni europee?

“Se si candideranno i ministri del governo alle prossime Europee e se c’è una ipotesi di rimpasto di governo? Io non auspico, non voglio e non lavoro a un rimpasto dei ministri del governo. Sono contento della squadra, del lavoro che stiamo facendo, del clima che c’è. Per ora abbiamo parlato solo dell’ipotesi di candidare i leader dei partiti di maggioranza, è una scelta che va fatta insieme”. Lo ha detto  Giorgia Meloni,

Su malagiustizia e sovraffollamento delle Carceri, Meloni così si è espressa:

Sul caso Zuncheddu, scarcerato dopo 32 anni di ingiusta detenzione, “sono rimasta molto colpita anche io così come rimango colpita dai moltissimi casi analoghi che ci sono in Italia. Sono numeri molto alti per i casi di ingiusta detenzione, che sono forse frutto anche dell’uso eccessivo della carcerazione preventiva. Il ministro Nordio ha lavorato a una norma che prevede che prima di essere messa in carcere una persona debba essere sentita dal pm e anche dal giudice. Anche il sovraffollamento delle carceri è un problema, che secondo me non si risolve con amnistie e indulti ma stiamo cercando di risolverlo con l’assunzione di nuovo personale della polizia penitenziaria e con l’allargamento della capienza delle carceri. Il problema delle carceri non si risolve diminuendo i reati ma aumentando la capienza delle carceri”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

Sul sistema elettorale

“Io sono favorevole all’abolizione delle liste bloccate e al ritorno delle preferenze”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni,  parlando della modifica della legge elettorale che potrebbe essere necessaria con l’introduzione del premierato. “Non ho ragionato sul modello di legge elettorale”, ha quindi aggiunto la premier sottolineando però che la soglia minima per il premio di maggioranza “ci deve essere per forza”.

Sui partiti di riferimento che troveremo in Europa la Meloni ha precisato:

“Non sono una persona che ama dare patenti”, l’Afd e il Rassemblement National di Marine Le Pen “sono due partiti che non fanno parte dei Conservatori europei, che è il partito che ho l’onore di presiedere”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni,  rispondendo alla domanda se ponga un veto ad una alleanza con Le Pen e Afd tedesca a livello europeo. “Mi pare evidente – ha quindi osservato che con Afd ci siano distanze insormontabili, a partire dal tema del rapporto con la Russia, sul quale invece Le Pen sta facendo un discorso interessante”. In via generale, ha quindi detto Meloni, “quando ci sono partiti nelle grandi democrazie europee che prendono il 20% dei consensi ci si deve interrogare su come rispondere ai cittadini”. Detto questo, “chi è più distante, chi meno, io lavoro con i Conservatori europei

Maternità non deve precludere altri obiettivi

“Ho sentito spesso polemiche su frasi di questo genere, anche su cose che ho detto io in passato, o la ministra Roccella. Io non so dirle se la parola aspirazione sia quella giusta, ma oggi io se lei mi chiedesse di scegliere tra la presidenza del Consiglio e mia figlia io non avrei dubbi. Il concetto che però non condivido è che un traguardo debba toglierti l’opportunità dell’altro. Le politiche per la maternità non sono nemiche del lavoro delle donne: Ursula von der Leyen ha sette figli, Roberta Metsola ne ha quattro. Non si deve rinunciare a una cosa per l’altra, e noi ci siamo occupati con i nostri provvedimenti specialmente delle madri lavoratrici e in generale dei genitori lavoratori”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a proposito delle parole della senatrice Lavinia Mennuni sull’aspirazione delle donne, anche giovani, che deve essere quella di diventare madre. “Io voglio smontare il racconto che se tu metti al mondo un bambino ti precludi altre possibilità, che al momento è in parte un racconto e in parte no. Ma nient’altro ti regala quello che ti regala la maternità, però questo non deve precludere altri traguardi”, ha aggiunto

Sulle pensioni

“Penso che il tema della pensioni vada affrontato in maniera più organica di quanto sia fatto finora. È una materia che va affrontata con le parti sociali, se hanno voglia di fare questo lavoro con noi. Ma sono fiera del lavoro che abbiamo fatto in legge di Bilancio sulle pensioni dei giovani, perché c’è un gap di garanzie tra chi va in pensione oggi e chi ci andrà tra 20-30 anni. Ora abbiamo cominciato a mettere qualche paletto”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. “La sostenibilità – ha sottolineato Meloni – va costruita con equilibrio: il sistema pensionistico deve essere il migliore possibile e uguale per tutti”.

Il governo potrà proporre una manovra correttiva?

“L’Italia per la prima volta dopo diversi anni ha una crescita stimata sopra la media europea, mi pare molto presto per parlare di manovra correttiva, abbiamo degli osservatori per valutare la situazione e vedremo quello che accadrà. Ma dobbiamo cercare di guardare un po’ più le luci che le ombre, e vediamo qualche segnale incoraggiante, la crescita, la Borsa italiana quest’anno ha fatto la migliore performance del mondo e una volta che siamo i primi diciamolo. Lo spread va bene, crescono i dati sull’occupazione. Ci sono segnali incoraggianti, non vuol dire che sono soddisfatta ma dobbiamo cercare di gioire delle cose che vanno bene”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel corso della conferenza organizzata alla Camera dei deputati con la stampa parlamentare.

In chiusura non è mancato un riferimento al familismo

“Sul tema della conduzione familiare” di Fratelli d’Italia la premier Giorgia Meloni spiega che “questa accusa di familismo comincia a stufarmi” e in riferimento alla sorella Arianna, coordinatrice della segreteria politica, aggiunge: “Mia sorella è una dirigente da 30 anni e lavora in FdI. Forse potevo metterla in una partecipata statale come accadeva in passato ma non me la sentivo e le ho chiesto di lavorare per il partito”.

“Nell'attuale legislatura, prosegue Meloni, ci sono due coppie di coniugi, entrambi parlamentari, sia nel Pd che in Sinistra italiana, non ho mai sentito un’accusa di familismo e sarebbe sbagliata, perché e chi conosce la storia di chi milita in politica sa che, quando dedichi alla politica la tua vita capita che i tuoi colleghi di partito diventino mariti o fidanzati, ma questo non toglie valore alla militanza”, ha aggiunto, osservando che “una mia aspirazione è quella di rappresentare sempre più cittadini. Mi pare di averlo fatto sia con l’allargamento della classe dirigente di FdI a nuove culture e mondi e credo che bisogna continuare a farlo. Della classe dirigente ho molta più stima di quante ne legga sui quotidiani. Poi si sbaglia e quando accade vanno dati i giusti segnali”.

Si è poi accennato alla prossima campagna elettorale

“Siamo famosi per le discussioni accese, ma anche per risolverle. Tra persone che si parlano chiaro è normale che quando non si è d’accordo lo si dica. Il tavolo per le candidature delle amministrative sta cominciando a lavorare, vorremmo non arrivare troppo a ridosso per selezionare i candidati per le cariche monocratiche, anche per consentire di fare al meglio la campagna elettorale. In alcuni casi ci sono punti di vista diversi ma non è una cosa che mi preoccupa, ma spero che si possano identificare i candidati unitari il prima possibile“, ha detto  Giorgia Meloni. 

Sulla liceità del femminicidio,  la Meloni si è pronunciata con fermezza

“Il tema è che sul piano delle norme fa fede la nazione nella quale si vive. Non esiste la considerazione che se nella tua cultura è consentita esiste un’attenuante su determinati reati, come picchiare le donne. Venire qua è una scelta libera, ogni cultura porta un valore aggiunto ma non può essere predominante rispetto alle norme dello Stato italiano, che si rispettano se si vive in Italia”.

Mentre scriviamo l’articolo, oltre a registrare le consuete critiche da parte dell’opposizione, assistiamo ad una campagna denigratoria orchestrata sulle reti Mediaset nei confronti del Governo e del Presidente del Consiglio in particolare. Cercheremo di approfondire i motivi, forse riconducibili alla vocazione di Giorgia  Meloni di non  accettare diktat o peggio ancora ordini. D’altro canto provengono giudizi positivi da parte dei leader di rilevanti Paesi europei.

 

 

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Articolo pubblicato il 05/01/2024