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Il meglio di quel Valentino Rossi che ci manca già
anni 2000 tempo di duelli tra Max Biaggi e Valentino Rossi
Si comincia a sentire un vuoto nazionale. Succede quando un mito dello sport lascia a malincuore la scena
Articolo di Carlo Mariano Sartoris
Pubblicato in data 20/10/2021

Il 26 ottobre sarà l’ultima volta di Valentino Rossi in moto GP, sulla pista di Misano. Il popolo giallo sta già allestendo una festa dal sapore malinconico ed incredulo; saranno migliaia le bandiere al vento, omaggio al campione che, per 26 anni, ha regalato coinvolgenti gesta a tutti i fan degli eroi della velocità.

È arrivata quindi l’ultima stagione, sarebbe successo prima o poi. I veri tifosi hanno capito e non è più importante se Rossi ora parte dal fondo della griglia, di correre e vincere per sempre non è successo mai a nessuno. E anche se il Dottore, mesto e pur burlesco come sa fare lui, ha dichiarato: “vorrei correre per altri 25 anni”, forse adesso può bastare: “grazie Vale”!

Storico il 2021, data di scadenza sportiva per limiti di età, anche per altre due leggende italiane: per Federica Pellegrini,” La Divina” olimpica di nuoto e poi, per Antonio Cairoli nel motocross, anch’egli 9 volte iridato, buon amico del nostro Valentino.

Vale è già leggenda da tempo, ci ha fatto godere, ridere e soffrire per più di una generazione, fuoriclasse dal talento naturale, con la genialità di un primo attore, ha sedotto vecchie e nuove folle tra le piste del mondo. Ha dato molto a questo sport, lo ha reso molto popolare.

Valentino era un predestinato. Istrionico figlio d’arte di babbo Graziano, da cui ha ereditato il Nº 46, altro colorito campione degli anni 70, Valentino ha iniziato a correre nel 1993 vincendo il campionato derivate di serie l’anno seguente e quello Italiano 125 nel 1995.

Era il 31 marzo 1996, quando a 17 anni ha esordito nel mondiale, vincendo il primo titolo nel 1997 con l’Aprilia 125 del team Nastro Azzurro. A quel tempo il primo soprannome di Rossi fu: “Rossifumi” per la sua simpatia verso i piloti nipponici.

Passato alla 250 nel 1998, sempre con l’Aprilia, nel 99 ha vinto il suo secondo titolo, mentre cresceva la saga del ragazzino e delle sue imprevedibili gag. Proprio per una di queste, il suo secondo soprannome diventava: “Valentinik”.

Nel 2000 Rossi è passato alla Honda e alla classe 500, vincendo il terzo titolo nel 2001 su quelle 500 2T che purtroppo non torneranno più. Il 2002 è l’anno della moto GP, prologo di altri 6 titoli mondiali e apoteosi delle epiche gesta di Valentino che lo hanno visto cimentarsi prima con la Honda, poi con la Yamaha, quindi con la Ducati e infine, di nuovo con la Yamaha, quella da cui scenderà a malincuore.

Dal tempo del suo passaggio alla classe regina un nuovo soprannome ha accompagnato l’eroe di Tavullia: “The Doctor”, per la capacità di curare i difetti e armonizzare la sua moto in vista della gara. Nomignolo cucito sul sedere e giunto fino a noi.

Elencare numeri e imprese sarebbe un lavoro lungo. Son cose impresse nella memoria di chi c’era e segnate in ogni biografia della sua storia. Ricordarlo nei fatti salienti però è doveroso: Rossi è l’unico pilota ad aver vinto un campionato del mondo in 4 diverse classi: 125, 250, 500 e motoGP. Ha vinto 115 gare e ad oggi è salito 235 volte sul podio dopo epici scontri con più generazioni di campioni: Capirossi, Biaggi, Gibernau, Stoner, Lorenzo, Pedrosa e poi Marquez, sempre con accese rivalità e duelli serrati, con alti e bassi, mentre il tempo andava avanti.

L’ossessione di Valentino è sempre stato il 10º titolo mondiale e, se l’avesse agguantato, forse non sarebbe ancora in pista a 42 anni, con quel sogno ormai nel fondo del cassetto.

Un mondiale lo gettò nel 2006, all’ultima gara, quand’era in testa alla classifica e con il titolo quasi già in banca. Lo perse per una scellerata caduta nel 5º giro di una gara che si è legata a più di un dito. La corona d’alloro andò al compianto Niki Ayden per un ciuffo di punti.

Nel 2010 le premesse c’erano, ma durante le prove al Mugello, alla “Biondetti”, Rossi cadeva a 160 km all’ora, spezzando malamente tibia e perone. Si pensò a un ritiro, a un salto in F1, ma il Dottore tornò in pista dopo uno stop di tre gare. Troppe per ripetere l’accoppiata 2008-2009. E Lorenzo fu campione.

Durante l’infelice passaggio alla Ducati, il 23 ottobre 2011 nel GP di Malesia, Rossi fu partecipe nell’incidente di Marco Simoncelli (10 anni di distanza ad oggi). Uno shock per Valentino, che da quel momento, ha un po’ smorzato il suo sorriso contagioso e ragazzino. Dopo quella tragedia Rossi non ha mai più voluto celebrare le vittorie con i suoi proverbiali sketch, e forse, in quel fatale evento ha anche lasciato un po’ di irriverenza nella sua goliardica strategia di gara.

 

Tornato alla Yamaha nel 2013, nel 2015, Rossi ha visto sfumare il 10º titolo per una manciata di punti, preso nella trappola del complotto Marquez-Lorenzo, a favore di quest’ultimo. Un sottile intrigo spagnolo mai perdonato dal Dottore, con motivato disappunto.

Al 10º sigillo ci abbiamo sperato in tanti, ma l’ultima vittoria di Rossi risale a un mitico duello ad Assen nel 2017, poi solo piazzamenti e qualche podio, tra sempre nuovi e più giovani rivali a scrivere altre storie di valorosi eroi.

Negli ultimi due anni, i più duri, Valentino ci ha provato ancora, narrando che: “avrebbe corso finché si divertiva”. Mentendo a tutti e in primis a se stesso. Eppure ha onorato il motto, pur partendo indietro nella griglia per più di un GP. Nessuno avrebbe creduto che sarebbe successo mai: Valentino criticato da qualche fan, da qualche esperto, dai motociclisti da bar. Eppure, una gara dopo l’altra, chi ha le corse e la moto nel cervello e nel cuore, lentamente ha capito.

Il passaggio al team Petronas, sulle Yamaha meno competitive, e soprattutto quel miracolo che ha graziato Rossi il 16 agosto 2020, quando, nel gran premio d'Austria, la moto impazzita di Zarco gli ha sfiorato la testa a 200 km all'ora, hanno certo contribuito ad un calo di tensione, di amore per le moto no.

Ci sono passioni che si insinuano nel sangue, rimbalzano tra i neuroni, si spalmano sulla pelle. Come ogni grande artista, anche un pilota che ha fatto la storia della moto GP, non vorrebbe mai dipingere il suo ultimo quadro: bramosia e maledizione di ogni “Maestro”.

Valentino però, ha saputo guardare lontano. Nel 2014 ha fondato lo SKY Racing TeamVR46, quindi la VR46Rider Academy, allo scopo di formare nuovi campioni. Scuole di pilotaggio che hanno sfornato numerosi campioni, tra cui Franco Morbidelli e Francesco Bagnaia. Bella la storia del dottor Rossi. Dobbiamo aspettarci qualcosa di più?

Difficile dirlo, intanto nel 2005 Rossi ha ricevuto una laurea “honoris causa” in Comunicazione e Pubblicità per le Organizzazioni dall’Università di Urbino, al quale, nel 2010 il ministro degi Esteri Frattino ha dato il primo Winning Italy Award, per il contributo all’immagine dell’Italia nel Mondo e che dal 2012 è cittadino onorario di Assen, dove Rossi ha vinto 10 volte.

Il mito è andato oltre. Eroe del fumetto “46”, è protagonista in “Fastfed”, film dedicato alla moto GP, per la regia di Mark Neale, e in “Fino all’ultima staccata”, pellicola prodotta da Brad Pitt che riporta la vita di sei piloti più veloci di tutti i tempi. E infine, non potevano mancare i tanti videogiochi dove Valentino Rossi è il protagonista.

Non poco per il ragazzo di una certa età, che baratterebbe questo ed altro, pagando di tasca sua per correre ancora, pur di vincere, anche tra vent’anni, il 10º titolo mancante. Infine, per Vale, dover smettere deve essere proprio dura, ma la storia di Rossi Valentino potrebbe riservarci altre sorprese?

La passione del Dottore per le auto non è un mistero. Dopo le belle prove ai rally di Monza, nel 2019 Valentino, col fratello Luca Marini e l’amico Alessio Salucci, hanno partecipato alla 12 ore di endurance a Yas Marina, negli Emirati Arabi, con una Ferrari 488GT3 del team Kessel, vincendo la classe Pro-AM, terzi assoluti, ripetendosi ad Abu Dhabi nel 2020. Quest’anno, in Bahrein, l’equipaggio N.46 si è classificato 3º nella GT3 & 4º assoluto. Niente male!

Dunque, il Dottore si reinventa sui palcoscenici del mondo, già in fermento per il prossimo lieto evento. Valentino e la sua compagna Francesca Sofia Novello sono in attesa di una bambina. Il Dottore ha l’occhio sorridente anche se non nasconde che un po’ avrebbe preferito un maschietto, degno erede all’arte della moto. Pazienza Vale e tanti auguri alla mamma! A farne altri c’è tempo!

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