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Auto d’epoca elettrificate, nuova vita per molti modelli endotermici ancora validi. E per le moto?
Kit di trasformazione, agevolazioni e la nascita di una nuova, interessante cultura eco vintage che in molti casi si rivela anche piuttosto conveniente
Articolo di Carlo Mariano Sartoris
Pubblicato in data 07/07/2022

Le auto d’epoca sono una passione difficile da spegnere, sebbene certe misure restrittive, in alcuni casi ne abbiano limitato un uso quotidiano. È un argomento dalle tante sfaccettature, ma il pianeta ha le sue ragioni, lo abbiamo inquinato a piacimento ed è ora di qualche cambiamento in cerca di perdono e di un nuovo stile di vita, anche se in alcuni casi si rasenta il sacrilegio.

Pur non essendo esente da certi controsensi legati all’origine delle materie prime e al mercato delle batterie, il futuro dell’auto elettrica è diventato attualità, spalancando nuovamente strada ai vecchi, eterni miti delle quattro ruote, troppe volte soltanto conservati per amore e fedeltà, ma confinati nei garage. Ecco dunque la nascita di un nuovo fenomeno: l’elettrificazione dell’auto vintage. Un’iniziativa nata quasi in sordina, sostituendo il motore endotermico dell’auto con dei Kit Full Electric, Newton, Tesla e altri pacchetti di propulsori sempre più aggiornati. Un fenomeno in ascesa anche in Italia. In Francia, in Germania e in Inghilterra l’opera di trasformazione è da tempo in forte espansione.

L’inserimento dei kit elettrici nelle auto d’epoca, ma anche e solo in modelli più usuali ancora in buono stato, sta restituendo un ruolo e un nuovo piacere di guida alle vecchie signore, rese utili, scattanti, divertenti e soprattutto, uniche e inconfondibili, suadenti da guardare e da calzare.

La nuova mobilità Green è a caccia dei miti d’ogni età e dimensione oggi reputate inquinanti euro 0, 1 o poco più. Si parte dalle  Fiat 500 alle vecchie Panda, all’intramontabile Maggiolino VW, alla leggendaria Land Rover. Dalla Mini Austin & Cooper, che nel Regno Unito sta ri-diventando una moda, alle sportive italiane, Fulvia coupé, Alfa GT e “Duetto”, a tutto il panorama delle intramontabili auto disegnate dai migliori progettisti del secolo scorso. Quindi si elettrifica anche il meglio della storia automobilistica, salendo di livello senza più paura di profanare una Porsche 356 o una 911, una Jaguar E Type o una Ferrari 348 e gioielli similari.

Il risultato restituisce mezzi di una certa età, ma fruibili come un’elettrica dell’ultima generazione. I costi della trasformazione e del restauro sono piuttosto diversificati. Si può riciclare la vecchia Panda della zia con una spesa contenuta, sia per l’acquisto a costo zero, sia per la presenza dei kit più economici, mediamente intorno a € 6500, fino a interventi più importanti e completi, che vanno mediamente oltre € 40.000.

La totale mancanza di elettronica dei vecchi modelli rende più semplice la modifica, poiché l'elettronica di un motore endotermico è inutile e incompatibile con la nuova propulsione ad elettroni. Anche se il motore elettrico è molto più semplice di quello scoppio 4 tempi, diesel o benzina, però, è sempre consigliabile farlo inserire da officine specializzate nel rimettere in pista un nuovo pezzo unico, un Frankenstein meccanico riportato a nuova vita.

In Italia, i nuovi KW non devono superare la potenza dei mezzi originari, per non essere nuovamente omologati. Le autonomie variano tra i 100 km per una utilitaria, fino al doppio e più per autovetture più iconiche e sportiveggianti. Per chi può permetterselo è certamente un buon esperimento. Un bel gesto d’attualità che da solo non basta per salvare il Pianeta, ma che apre un vasto panorama di riutilizzo, sia per vecchiette destinate alla rottamazione, sia per prestigiose auto d’epoca.

Tramite il cosiddetto Decreto Retrofit, ovvero il Decreto Ministeriale 1 Dicembre 2015, è possibile legalizzare la trasformazione di un veicolo da termodinamico a elettrico senza difficoltà. L’omologazione si ottiene con un aggiornamento della carta di circolazione, grazie ad una norma tecnica che lo consente. Nel caso d’auto d’epoca, e con un aumento di potenza, sembra non si possa evitare una nuova omologazione.

Le buone notizie sono legate alla transizione ecologica. Nel 2022 è possibile accedere fino al 60% del costo della trasformazione di una vecchia auto a benzina a vettura elettrica, con diminuzione delle tasse di circolazione e accesso ai centri storici. Il controsenso è nel massimale di € 3000, quando un completo processo di retrofit, ha dei costi che partono da cifre superiori…

E per le moto? Vespe, Lambrette, persino vecchi Ape Car e molti ciclomotori d'epoca,, uno su tutti il Ciao Piaggio, cominciano a diventare interessanti pure loro. Per ora si parte da 4000 Euro in su per una modifica che ogni appassionato può fare da sé e con facilità, nel proprio box e nel tempo libero. Un'occasione per unire utilità  e divertimento. Il mercato si muove anche in questo senso.

Impensabile invece, anche solo l'idea di trasformare in elettrica una magnifica BMW R69S e consorelle, una Laverda 1000, una Guzzi Le mans, una Kawasaki 2 T triple, una Ducati SS e monumenti del genere. Sarebbe un delitto da perenne fucilazione, invece, per qualche modello senza infamia e senza gloria, dimenticato in un angolo del garage, potrebbe essere una buona occasione per ritrovarsi un mezzo di locomozione elettrico, pur conservando il volto di una moto d'altri tempi, economica e fruibile.

Un interessante, potenzialmente vasto movimento di recupero e riciclo di oggetti testimoni  di meccanica e stilistica memoria, & un gesto al passo coi tempi quanto mai richiesto dal pianeta Terra stesso.

 

 

 

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