L'Orologio di Monaco - un viaggio nella Mitteleuropa dei ricordi di Giorgio Pressburger

Esce in DVD il docufilm di Mauro Caputo, racconto autobiografico dell'intellettuale ebreo tra Trieste, l'Europa centrale e Londra alla ricerca delle sue connessioni genealogiche

Anno: 2014

Paese: Italia

Durata: 63 minuti

Genere: Documentario

Regia: Mauro Caputo

Soggetto: Giorgio Pressburger (racconti), Mauro Caputo

Sceneggiatura: Mauro Caputo

Cast: Giorgio Pressburger

 

Ispirato all'omonima raccolta di racconti di Giorgio Pressburger, dopo la presentazione al Festival Internazionale del Film di Roma, esce in home video per Istituto Luce-Cinecittà L'Orologio di Monaco, documentario del 2014 diretto da Mauro Caputo e narrato da Pressburger stesso, in un viaggio fisico ma soprattutto mentale nei ricordi e nella storia di una famiglia ebrea originaria della Slovacchia (Pressburg è il nome tedesco di Bratislava) e dispersasi poi in tutta Europa.

 

Nato nel 1937 a Budapest, Pressburger e pochi membri della sua famiglia riuscirono a scampare alla Shoah, ma fuggirono in Italia nel 1956 a seguito dell'invasione comunista dell'Ungheria. Scrittore, drammaturgo, regista teatrale e cinematografico Pressburger guida dolcemente il film con la sua voce antica e malinconica e il suo corpo, conducendo lo spettatore tra alcune pagine della storia del Novecento evocate dai filmati di repertorio degli Archivi Luce (su tutte la “terribile, purulenta, demoniaca” Seconda Guerra Mondiale) e molti ricordi e riflessioni personali sulla propria, travagliata esistenza e quella della famiglia Pressburger, accompagnate da suggestive immagini di Trieste, della Slovenia e di Londra.

 

Fin dall'inizio l'evocativa musica di Alfredo Lacosegliaz ci immerge in un film permeato di cultura ebraica, nel quale visitiamo il lager della Risiera di San Sabba a Trieste, il suo silenzioso cimitero ebraico e l'imponente sinagoga. La curiosità e la sete di conoscenza sono il motore di un viaggio nel passato anche doloroso e violento, il cui impatto emotivo è di innegabile forza.

 

Alla ricerca ostinata dei legami della sua antica famiglia, Pressburger trova connessioni genealogiche con molti dei personaggi di cultura mitteleuropea più importanti degli ultimi due secoli: Heinrich Heine, Felix Mendelssohn, Karl Marx, Patrick Süskind, Josef Hoffmann, Roy Lichtenstein, fino ad arrivare al regista scozzese Kevin Macdonald, che ha fornito materiale fotografico e video del nonno regista Emeric Pressburger (reso famoso da Scarpette Rosse), ebreo ungherese emigrato in Gran Bretagna poiché perseguitato dalle leggi razziali.

 

Questa la grandezza della vita sul nostro pianeta, tutte le vite sono intrecciate l'una con l'altra”.

 

L'orologio del titolo non è quello della torre del municipio di Monaco a Marienplatz, grandioso pezzo di architettura, bensì un oggetto domestico quasi del tutto privo di valore, se non quello puramente affettivo. Un regalo di un'anziana zia a tutti i suoi nipoti, cinque identici orologi che finirono poi nei cinque continenti, fermandosi tutti esattamente nello stesso momento, quello della morte della zia.

 

 

Un viaggio intenso ed emozionante, in cui la discreta presenza di Giorgio Pressburger accompagna delicatamente per mano lo spettatore nella Storia e nella storia di una famiglia, dove immagini, fotografie antiche e oggetti appartenuti al passato fanno entrare in punta di piedi in una vicenda umana personale ma di respiro unversale.


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Articolo pubblicato il 04/12/2015