SOMNIA

Recensione di Elisabetta Gallo

SOMNIA  

titolo originale : Before I Wake


Regia : Mike Flanagan

Sceneggiatura : Mike Flanagan, Jeff Howard

Musiche . Danny Elfman

Jacob Tremblay - Cody Morgan

Kate Bosworth – Jessie Hobson

Thomas Jane – Mark Hobson


Trama

Jessie e Mark Hobson, tempo dopo la tragica morte accidentale del loro figlioletto Sean, decidono di prendere in affidamento un bambino, e la loro scelta cade su Cody, orfano di otto anni.

L'intesa fra i tre non potrebbe essere migliore, tutto sembra procedere per il meglio, anche quando si manifesta evidente agli occhi della coppia che il bimbo ha un 'dono' :  quando si addormenta, Cody ha la capacità di rendere reali e materiali i suoi sogni. Persino tangibili. La situazione si fa preoccupante quando sopraggiungono gli incubi, ed è per questo che il bambino cerca in ogni modo di non prendere mai sonno.

Il regista Mike Flanagan, già autore di Oculus – Il riflesso del male (2013), si dimostra ancora una volta un passo più avanti rispetto ad altri registi horror, non soltanto per la buona sceneggiatura, scritta in coppia con Jeff Howard, la quale mantiene logica e coerenza in un genere in cui purtroppo si bada principalmente e troppo spesso  all'effettaccio splatter che faccia sobbalzare e urlare e sobbalzare le platee, ma anche per la complessità insita nella trama e per le tematiche trattate con la giusta considerazione. Si potrebbe quasi considerare Flanagan un regista horror che a tutti gli effetti non ama l'horror, o quanto meno il lato più prevedibile di questo genere.

Le prime manifestazioni dello straordinario dono di Cody sono accattivanti, seducenti nella loro dolcezza: la sua passione per le farfalle gli fa ricreare nel sonno queste creature agli occhi sbigottiti e affascinati dei nuovi genitori. Cody, dopo aver visto Sean in fotografia ed in un dvd amatoriale, ricrea il bambino scomparso in forma reale e tangibile e questo sedurrà Jessie, la madre, a tal punto da allontanarla dalla realtà, inducendolo volontariamente al sonno, pur di poter rivedere il suo bambino perduto.

 

In Somnia i sotto temi sono numerosi :  innanzi tutto la psiche infantile, rappresentata qui da un bambino di otto anni che ha già affrontato numerosi affidamenti, ma che mantiene, contrariamente a quello che ci si potrebbe forse aspettare, una calma e lucida compostezza. Egli è dolce, educato e tenero nel profondo, ma va detto che tale atteggiamento lo aiuta nel cercare di tenere sotto controllo una capacità psicologica ben al di sopra di qualsiasi immaginazione. La creatura malvagia presente nel suo subconscio si materializza con un crescente frequenza e senza controllo, così come nel nostro subconscio non sono controllabili forze negative quali l'ira e la sua conseguenza logica, la violenza.

Un altro tema affrontato con giusta lievità è il dolore della perdita, a cui in Somnia nessuno si sottrae, adulto o bambino che sia, ed il desiderio di rivedere e ritrovare la persona perduta, a qualsiasi costo, sia sfidando la logica e crudele realtà dei fatti sia ricreandola e snaturandola attraverso l'immenso immaginario infantile.

Nessuno può sopportare il dolore della mancanza ed ognuno ricorre a mezzi fortuiti per lenire tale dolore, anche a costo di sfruttare un tramite incredibilmente dotato pur amandolo, oppure, come nel caso di Cody, aggrappandosi a frammenti di ricordi lontanissimi e parziali e stravolgendoli completamente.

Il piccolo Cody, interpretato magistralmente dal piccolo e talentuoso Jacob Tramblay, già coprotagonista del pluripremiato Room, chiama la creatura che lo tormenta l'Uomo Cancro, e tutti i particolari con cui egli la descrive, persino il suo strano nome e la sua frase ricorrente “resterò sempre con te” trovano una loro spiegazione, sorprendente quanto coerente, nel finale del film, quando Flanagan da un vigoroso e coraggioso colpo di timone al suo film, spostandolo dal genere horror al fantasy e vincendo la sua scommessa.


Somnia è quel genere di film che non lascia indifferenti, che porta a riflettere su quell'universo in buona parte sconosciuto che è il subconscio, su quali e quanti effetti potrebbe avere il dilatarsi di esso persino al di fuori della fase r.e.m., quel genere di film che si ama  proprio perché suscita molte domande alle quali è difficile se non impossibile rispondere.

Un particolare : i cinefili più attenti riconosceranno, in una scena in cui i genitori di Cody guardano un film in televisione, un classico del 1959 con Vincet Price, La casa dei fantasmi.

Elisabetta Gallo

  

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Articolo pubblicato il 02/06/2016