Il lupo perde il pelo...

ESSER GRANATA VUOL DIRE FEDE E AMORE: riflessioni sparse sul (solito) non-calciomercato del Toro

Tutte le estati, da undici anni a questa parte, è sempre la stessa solfa, che arriva puntuale e gradita come una cambiale di cui ci si era dimenticati: il non-calciomercato del Toro.

Anche l’estate 2016 non è da meno, non sia mai detto: si è cominciato a fine campionato a parlare di trasferimenti in uscita, puntualmente confermati e parallelamente di giocatori in entrata, puntualmente smentiti.

Basta!!!

 

Contemporaneamente, puntualissima anche questa, parte la campagna abbonamenti, e pure in questo caso, da undici anni a questa parte, i tifosi sono chiamati ad un “investimento” o se preferite, a un atto di fede “al buio”, senza certezze, senza prospettive tangibili, senza quel giocatore che può finalmente accendere la fantasia di chi va allo stadio, o di chi vorrebbe andarci.

Ma il più delle volte, e anche la campagna abbonamenti della stagione 2016/2017 ne è testimone, il tifoso granata risponde “presente”, nonostante tutto.

Solo per la maglia, dice qualcuno, giustamente.

 

Mentre sto scrivendo queste righe, ho, o per meglio dire, abbiamo, già dovuto ingoiare alcuni bocconi alquanto amari: la cessione di Glik al Monacò, con l’accento sulla ”o”, sicuramente una squadra che fa parte del calcio che conta, il mancato riscatto di Ignobile, pardon, Immobile, sul quale mi limito a commentare #stendiamounvelopietoso (si ricordi, il nostro ex capitano, che lasciare il Toro comunque porta sfiga, chiedere all’attaccante le informazioni del caso), l’accordo di Giaccherini col Napoli, il che dimostra come i giocatori, se davvero si vuole, si possono comprare davvero (a prescindere da programmi e da partecipazioni a coppe europee), l’abbandono della pista Ljajic, spero di averlo scritto giusto, il che spiega quanto sia assai poco affascinante la nostra gloriosa maglia, anche per un giocatore che ha ancora tutto da dimostrare e che lascerei ancora per qualche minuto nelle sapienti mani di Delio Rossi, un continuo susseguirsi di problemi nel tesseramento di Iago Falque, storia che sappiamo già come andrà a finire e dulcis in fundo, l’acquisto di un unico giocatore, Ajeti (“calciatore svizzero naturalizzato albanese” cit. Wikipedia), che non sarà una pippa come qualcuno crede, ma che sicuramente non sfagiola la fantasia di chi, esaurita la prelazione, vorrà sottoscrivere un nuovo abbonamento.

 

In sostanza le “prime scelte” hanno fatto un cordiale marameo alla società ed al nuovo allenatore.

E’ così, inutile girarci attorno: all’orizzonte non si intravedono acquisti certi, mentre i così detti “incedibili salvo volontà del giocatore”, nella fattispecie Maksimovic e Bruno Peres, hanno probabilmente le valigie già pronte, in attesa di un trasferimento che verrà ufficializzato all’ultimo minuto dell’ultimo giorno di mercato, contemporaneamente all’ingaggio di due svincolati-disoccupati, presentati come colpi ad effetto (cfr il caso Cerci-Amaurì).

 

Leggo di Soriano, Saponara e Iturbe…”nuovi nomi sul taccuino di Petrachi” e le cui trattative “si svilupperanno meglio nei prossimi giorni”…

Basta!!!

 

Chissà cosa ne pensa Sinisa…

 

Già, il nuovo allenatore, uno che finalmente metterà al bando il titic-titoc, prenderà a schiaffoni chi scambierà la maglia con i gobbi dopo un derby perso in modo vergognoso, porterà un pochino, giusto un pochino di tremendismo e che magari lancerà qualche giovane del vivaio (utopie della filosofia venturiana).

Sinisa, che spero non si sia già pentito di averci scelto e che spero non disdica a breve la camera d’albergo dove risiede.

Sinceramente di Mandorlini o di Pioli ne faccio volentieri a meno.

 

Nonostante tutto questo squallore, al primo allenamento si presentano in 5.000 festanti ed entusiasti.

Questo non significa proprio niente per Lei, signor Presidente?  

 

F V <3 G

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 13/07/2016