Sia chiaro fin da subito: questo NON è un articolo scritto per incensare il Presidente Urbano Cairo.

Detto in due parole: compito del giornalista è quello di raccontare i fatti, criticare se le cose vanno male, per contro, approvare se le cose vanno bene.

Mi sto riferendo chiaramente alla recente evoluzione della campagna acquisti, o “mercato” del Toro, come si usa dire adesso, di cui mi sono occupato in un precedente articolo del 13 Luglio scorso "Il lupo perde il pelo...".

Quindi, dopo vari tentennamenti, dilazioni, proroghe, proposte e controproposte, finalmente Iago Falque e Adem Ljajic sono due giocatori granata.

Sul primo, a quanto pare c’erano pochi dubbi: voleva il Toro, il Toro lo voleva, e vissero a lungo felici e contenti, almeno si spera.

Sul secondo, è stata montata una manfrina alquanto stucchevole, probabilmente artefatta, da giornali e giornaletti, siti e blogger da strapazzo, che campano di gossip sportivo, che ha riempito i social di notizie false e tendenziose.

Intendiamoci, e ripeto, NON voglio esaltare l’operato del Presidente: si poteva risolvere tutto con qualche settimana di anticipo, senza quei tira e molla, ormai tipici della gestione Cairo, che per altro, finalmente ha messo le mani al portafoglio, utilizzando le varie plus valenze maturate nel corso degli anni, non solo per i propri affari extra calcio.

Ma tant’è, ormai ci siamo abituati.

Vestono così la maglia granata due giocatori importanti: lo spagnolo in cerca di riscatto e di una stagione all’insegna della continuità, il serbo in cerca della consacrazione definitiva a fenomeno, quale probabilmente è.

Ora tocca al nostro allenatore far rendere al meglio i due nuovi arrivati, da lui fortemente voluti, per un reparto che promette tecnica, fantasia e potenza.

Senza dimenticare Martinez, rigenerato dalla Coppa America, Boye, che potrebbe essere la sorpresa della stagione, Aramu e Parigini, fiore all’occhiello del vivaio, che faranno di tutto per mettere in crisi il mister e le sue scelte.

Amici lettori, sto nominando due giocatori della Primavera, papabili per la prima squadra: in cinque anni di gestione-Ventura, non mi era mai capitato.

Segno dei tempi che cambiano, finalmente.

Comunque il "mercato" del Toro non è terminato: sappiamo tutti che serve un giocatore in grado di far girare la squadra e che il buon Peppino Vives ha un anno di più, dei suoi tanti, sul groppone: mi auguro, ci auguriamo, invertendo il trend a cui siamo purtroppo abituati, che il tanto agognato “regista”, arrivi in tempo utile e non a fine Agosto.

Senza dimenticare che, se Maksimovic e Bruno Peres rimarranno agli ordini di Mihajlovic, allora potremo anche sognare, finalmente.

Scusate la ripetizione, ma anche in questo caso, mi auguro, ci auguriamo, che eventuali cessioni non siano affare dell’ultimo minuto, ovvero che le già citate plus valenze vengano reinvestite in modo decente e subito, senza che ci vengano propinati come fenomeni giocatori come Oguro, Pancaro, Amaurì e compagnia cantante.

Insomma che il Presidente si dimostri finalmete tale, facendo il Presidente e senza dimenticare che se l’acquisizione di RCS da parte di Cairo Communications può rendere il Toro a questo punto appetibile, ben venga.

A proposito di appetibilità.

Voglio chiudere con un caldo saluto a Emanuele Giaccherini, che con il suo comportamento ( accordo praticamente fatto con noi per poi firmare con il Napoli), si è dimostrato un uomo di vera “altezza” e di profondi principi morali.

Lo aspetto a Torino per accoglierlo come ho fatto a suo tempo con Federico Balzaretti, e probabilmente non sono il solo.

Dico comunque che non mi stupisce: il fatto di aver indossato la maglia a strissie della squadra che gioca a Venaria, per me è un fattore altamente discriminante, salvo un solo caso, vi lascio immaginare quale.

Che è poi il difensore a cui avrei  lasciato “Giaccherinho” (Caressa fatti furbo,nda) da marcare, se fosse ancora in attività.

F V <3 G