Torino Fc vs AC Milan 1-1

ESSER GRANATA VUOL DIRE FEDE E AMORE: pareggio allo Stadio Grande Torino tra granata e rossoneri

Urbano Cairo deve essere una persona ossessionata dalla sicurezza, una di quelle, per intenderci, che tirano il freno a mano della macchina, anche in un parcheggio vuoto e completamente pianeggiante. Non si sa mai.

Urbano Cairo, da perfetto leader aziendale, deve aver inculcato questo credo in tutti i suoi dipendenti: non si spiega altrimenti la prestazione della squadra a Verona contro il Chievo. Una prestazione in massima sicurezza, senza rischi, di nessun genere, compreso quello di portare a casa i tre punti.

Tre punti che, visti i risultati di chi precede in classifica, potevano davvero rilanciare le speranze per un posticino in Europa League. Invece niente, prestazione scialba, come da copione e decimo posto ormai consolidato. Nè carne nè pesce.

Partita a Verona che, per l’ennesima volta, ha sottolineato le pecche del Toro più forte degli ultimi 20-30-40-50-60 anni: nessun ricambio di spessore in attacco quando il “Gallo” ha le polveri bagnate, centrocampo bravo solo ad interdire, ma che va costantemente in crisi nella fase di impostazione.

Del resto, “siamo a posto così”, diceva qualcuno.

Partita di stasera che ha ben poco da dire, o meglio, avrebbe avuto parecchio da dire, se si fosse vinto a Verona e, a questo proposito, c’è chi si ostina ancora a parlare di ennesima ultima spiaggia, no, non solo la testata dedicata, ma anche il quotidiano di regime a strisce bianconere (sic!).

Personalmente vorrei veder vincere la squadra, giusto perchè è dal campionato 85-86 che non si battono in casa entrambe le milanesi. Dipenderà dalla “messa in sicurezza”, proveniente dall’alto?

Walter “speravo di vincere, sono rammaricato” Mazzarri, stasera manda in campo (3-4-1-2): Sirigu; N’Koulou, Burdisso, Moretti; De Silvestri, Rincon, Baselli, Ansaldi; Ljajic; Iago, Belotti.

Praticamente gli stessi undici della partita scapoli-ammogliati di Verona.

Partita che potrebbe prendere subito una bella piega per i granata: dopo solo due minuti Ansaldi entra in area, bellissima azione personale, e viene steso da Kessie. Calcio di rigore che Belotti stampa sulla traversa.

Delle due l’una: o si manda il buonAndrea a ripetizione, o si cambia rigorista.

Pillola statistica: quinto rigore sbagliato dal “Gallo”, su sette tirati.

Cairo in tribuna smadonna per la plusvalenza che si svaluta.

Il rigore sbagliato, provoca nei granata, quello che un vecchio tifoso, seduto vicino a me, chiama “l’ cagun” (non lo traduco, credo sia facile capirne il senso): per qualche minuto i giocatori di Mazzarri vagano per il campo, e il Milan passa in vantaggio: gran tiro di controbalzo di Bonaventura, dal limite dell’area, che fulmina Sirigu.

I granata non reagiscono, non riescono ad imbastire manovre verticali, limitandosi ad un giro palla, che ricorda da vicino la squadra di Ventura.

Unico lampo al ’33: colpo di testa di Belotti e gran parata di Donnarumma.

Nell’intervallo, giro d’onore per i torelli, freschi vincitori della Coppa Italia Primavera. Cairo in tribuna, calcolatrice alla mano, gongola pensando alle future plusvalenze.

Poco da segnalare nel secondo tempo, fino al 63°, minuto in cui entra in campo Edera, al posto di uno spento Iago.

Il ragazzo ex-Primavera porta fantasia e quel minimo di carica che serve a scuotere i compagni dal torpore.

Il gioco si anima e i granata raggiungono il pareggio al ’70: corner perfetto di Ljajic per la testa di De Silvestri, che insacca di prepotenza.

Girandola di sostituzioni e portieri ancora sugli scudi a fine match: prima Sirigu dice no ad un gran tiro di Cutrone da fuori area, poi Donnarumma si supera deviando in angolo un tap-in di Ljajic a botta sicura.

A recupero scaduto, gran tiro di Abate dal limite, Sirigu battuto, ma la palla tocca il palo esterno e finisce sul fondo.

Pareggio tutto sommato giusto, pareggio che non serve a nessuno.

Partita che, ripeto, poteva prendere una piega diversa, ma la possibile vittoria (questo Milan non è poi gran cosa) si è stampata sulla traversa.

Peccato.

Una eventuale vittoria poteva essere un buon viatico per il trittico di partite che ci aspettano, Atalanta, Lazio e Napoli, ennesima occasione buttata alle ortiche.


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Articolo pubblicato il 18/04/2018