Chivasso (TO) Memorie Polacche in Piemonte

Cerimonie e concerto realizzato nell’ambito delle celebrazioni per il centenario dell’indipendenza della Polonia

Il 3 novembre Chivasso celebra in collaborazione con il consolato polacco il centenario della fine della prima guerra mondiale e della proclamazione dell’indipendenza della Repubblica di Polonia con un concerto del soprano Dominika Zamara e del pianista torinese Andrea Musso e una mostra incentrata sulla formazione dell’Armata polacca in Italia tra il 1918 e il 1919.

Il 4 novembre, anniversario della Vittoria nella prima guerra mondiale, è uno dei ricordi più vivi della mia giovinezza, non solo perché prevedeva un giorno di vacanza a scuola (e a volte un lungo ponte con la festa di Ognissanti) ma soprattutto perché – ancora bambino – percepivo un senso di profonda commozione tra le persone che mi erano vicine, un sentimento che non riuscivo ancora a cogliere bene, legato al ricordo di persone scomparse da tempo che non avevo mai conosciuto.

Crescendo riuscii a comprendere il senso di questa festività, che però – con mio grande stupore – finì ben presto per essere soppressa per ragioni che mi sfuggivano. Nel frattempo la mia passione fanciullesca per la storia militare lasciò strada alla musica classica, ma non tramontò del tutto e venne rinfocolata dalla lettura di libri e riviste e visite a sacrari militari, che mi consentirono di rendermi conto dell’immane tragedia umana di un conflitto che stava progressivamente uscendo dalla memoria collettiva.

In questo modo mi si schiuse davanti agli occhi la realtà dolente di una guerra completamente diversa da quella delineata dai manuali di storia, che nella maggior parte dei casi si limitano a riportare una lunga lista di battaglie e i nomi di generali dal petto pieno di medaglie (Dio solo sa quanto meritate), fatta di ragazzi che non vissero abbastanza per diventare uomini e la cui vita ci è stata tramandata in maniera molto commovente dalle cartoline militari con cui si tenevano in contatto con le famiglie, aggrappandosi disperatamente al loro affetto e cercando in ogni modo di non fare loro sapere l’orrore che li circondava.

Eroi sconosciuti, di cui è giusto serbare la memoria. Di questa scoperta devo ringraziare soprattutto Gabriele Molo, amico e appassionato cultore delle tragiche vicende che hanno interessato il nostro paese tra il 1915 e il 1918, tra i contributori più assidui del gruppo Grande Guerra su Facebook, dove pubblica i testi di queste cartoline, che acquista da anni nei mercatini dell’usato del nostro paese.

Questa lunga e tortuosa introduzione può spiegare le sensazioni che provo oggi nell’approssimarsi di una festa che per molti anni è stata letta nell’ottica di una vuota retorica, senza tenere in debito conto le storie dei veri protagonisti della guerra, che in moltissimi casi hanno lasciato vedove e orfani nell’angoscia e nel bisogno.

Nel 2018 il centenario della fine della prima guerra mondiale coincide con quello della proclamazione dell’indipendenza della Repubblica di Polonia, che diede inizio a un periodo di autodeterminazione di breve durata, che venne tragicamente spezzato il 1° settembre del 1939 dall’invasione delle truppe naziste e – 17 giorni più tardi – dal proditorio attacco dell’esercito sovietico, che diede spietatamente il colpo di grazia a un paese ormai in ginocchio.

Il 3 novembre questo evento viene ricordato a Chivasso con una serie di cerimonie organizzate dal Consolato Generale di Polonia di Milano, dal Consolato onorario di Torino, da Ognisko Polskie w Turynie e dall’amministrazione comunale della città. Il Piemonte si trova in prima linea nel ricordare questo evento della storia polacca perché alla Mandria di Chivasso vennero portati 22.000 prigionieri austro-ungarici, i cui soldati polacchi furono inquadrati nei reggimenti Mickiewicz, Francesco Nullo, Zawisza Czarny e Garibaldi, che diedero vita all’Armata Azzurra del generale Józef Haller de Hallenburg, che nel 1919 combatté valorosamente nella Galizia occidentale contro gli ucraini e i sovietici, per salvaguardare l’integrità territoriale del loro paese.

Oltre all’inaugurazione di una lapide in ricordo dei soldati polacchi ospitati presso la tenuta della Mandria e alla deposizione di corone di fiori nei cimiteri in cui molti di loro dormono il sonno eterno, questa celebrazione comprende alle ore 11.30 l’apertura nei locali della ex biblioteca di Chivasso, Piazza Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, della mostra Da prigionieri a uomini liberi. L’armata polacca in Italia 1918-19, che rievoca un episodio in gran parte sconosciuto del conflitto.

Alle ore 20 nel Teatro Civico di Chivasso si terrà invece un concerto vocale e strumentale polacco-italiano, pensato per rinsaldare ulteriormente il legame tra la comunità polacca e Chivasso, che – vale la pena ricordarlo – è gemellata da molto tempo alla città polacca di Przemysl. Protagonisti della serata saranno il soprano Dominika Zamara e il pianista torinese Andrea Musso, che per l’occasione saranno affiancati da Beata Dudek in veste di voce recitante. Particolarmente felice è la scelta dei Dominika Zamara, cantante polacca che – dopo aver vinto una borsa di studio per perfezionarsi in Italia – si è legata profondamente al nostro paese, imparandone la lingua e approfondendone il vasto repertorio, dal Barocco al Belcanto di inizio Ottocento, fino a tenere a battesimo diverse opere di autori contemporanei.

Nel corso degli ultimi anni ha iniziato a esibirsi sempre più spesso all’estero, mettendosi in grande evidenza soprattutto in Polonia e negli Stati Uniti, dove nel 2017 è stata chiamata a eseguire il ruolo di soprano solista nella Creazione di Franz Joseph Haydn con la prestigiosa Chicago Symphony Orchestra. Nonostante il successo, Dominika è rimasta una ragazza semplice e profondamente innamorata della musica che esegue, un fatto che non è difficile percepire durante i suoi concerti, che la vedono spesso al fianco di Andrea Musso, con il quale ha sviluppato una bella intesa.

Il programma del concerto si aprirà con quattro canti patriottici polacchi, che esprimono in maniera toccante l’insopprimibile desiderio di libertà nutrito dal popolo polacco, per troppo tempo sottoposto al dominio straniero, seguiti da una attraente silloge di brani di Stanis?aw Moniuszko, compositore di grande importanza per la musica polacca ma assai poco noto alle nostre latitudini. Nato nel 1819 e morto a Varsavia nel 1872, Moniuszko può essere infatti considerato una sorta di pendant di Fryderyk Chopin, il primo legato soprattutto alla produzione vocale e il secondo consacrato in maniera quasi esclusiva al pianoforte. Dopo il netto rifiuto opposto da Chopin di scrivere un’opera, Moniuszko fu considerato il padre dell’opera nazionale polacca, titolo di cui si era fregiato in Germania circa 20 anni prima Carl Maria von Weber con Der Freischütz (Il franco cacciatore), grazie a una lunga serie di opere e di operette di pregevole fattura, tra le quali si ricordano Hálka e Straszny dwór (Il castello dei fantasmi), che vengono ancora messe in scena in alcuni teatri. Va poi anche sottolineato il fatto che Moniuszko è un autore molto amato da Dominika Zamara, che ne ha registrato un brano – Przasniczka (La filatrice) – nel suo ultimo disco dedicato ai Lieder op. 74 di Chopin pubblicato dalla casa discografica torinese Elegia Classics.

Per finire, Dominika si accosterà al nostro repertorio, eseguendo la Canzone del Piave e Di qua, di là del Piave, due brani dal carattere molto contrastante, epico il primo, più vivace e scanzonato il secondo.

 

Fotografie: Città di Chivasso, Dominika Zamara

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Articolo pubblicato il 29/10/2018