Genoa vs Torino FC 0-1

ESSER GRANATA VUOL DIRE FEDE E AMORE: Nell'uovo di Pasqua tre punti pesantissimi per la corsa all'Europa

“…il Torino è ancora in corsa per l’Europa, ma oggi deve decidere se diventare grande squadra o rimanere sempre quella compagine che da anni si assesta tra l’8 e il 12 posto…” (cit. G. Strippoli). Nulla da eccepire, ma qualcosa da aggiungere.

Primo: la “decisione” poteva essere presa, in questa stagione, già da alcune partite, ma tre miseri punti in quattro partite abbordabilissime (SPAL, Parma, Bologna e Cagliari), hanno complicato non poco il cammino europeo.

Secondo: quel “da anni” è un tantino riduttivo, nel senso che, esclusi i campionati in Serie B, sono almeno dieci, dico dieci, lunghi anni che questo decisionismo viene clamorosamente (o volutamente?) rimandato.

Terzo: finche la squadra, con questo allenatore, affronterà tutte le partite, non solo quelle “decisive”, con atteggiamento difensivista e rinunciatario, non si andrà mai da nessuna parte.

Probabilmente ci sarebbe altro da eccepire, l’atteggiamento della tifoseria, o i presunti “poteri forti” che non vogliono i granata in Europa, ad esempio; ma per ora mi fermo qui.

Walter “il Genoa è forte, ha battuto la Juventus e fermato il Napoli” Mazzarri, in occasione dell’anticipo pasquale, manda in campo (3-4-2-1): Sirigu; Izzo, N’Koulou, Moretti; Ola Aina, Rincon, Meité, Ansaldi; Berenguer, Baselli; Belotti.

Scelte pressochè obbligate per il tecnico di San Vincenzo, tra squalifiche e panchina corta. Parigini sempre in panchina.

Curva Nord del “Luigi Ferraris” praticamente deserta, in aperta polemica contro il Presidente Preziosi: meditate gente, meditate.

Primo tempo semplicemente penoso, raccapricciante: gioco spezzettato da falli commessi a getto continuo, non si sono visti tre passaggi consecutivi; solo una infinita serie di calcetti, calci e calcioni, a cui seguono sceneggiate (soprattutto da parte dei giocatori rossoblù), degne di un match di wrestling, pure di bassa categoria. Nessun, e sottolineo, nessun tiro in porta, neanche per sbaglio, da parte del Torino FC. Unica vera emozione, una super parata di San Salvatore Sirigu, su incornata a colpo sicuro di Rolon. Una pena e una vergogna.

Pillola statistica: il Torino FC non segna su calcio piazzato da un anno. Ultimo marcatore, ma non avevo dubbi, Adem Ljajic. Sarà un caso?

Nonostante il gioco penoso, i granata passano in vantaggio al ’58: gran recupero palla di Belotti, al limite dell’area, palla a Berenguer che si libera in giravolta e serve l’accorrente Ansaldi. Tiro in corsa e rete.

Null’altro da segnalare, se non il match-ball fallito da Parigini, in pieno recupero.

Il Torino porta a casa il massimo risultato con il minimo sforzo: alla luce dei risultati parziali della giornata, ed in attesa dei vari posticipi (che riguardano direttamente la zona Europa), i granata superano la Lazio in classifica e per ora, si piazzano al settimo posto.

Nulla è ancora stato conquistato, e non basterebbe se il campionato finisse oggi; sarà probabilmente la partita di domenica prossima contro il Milan (tre punti ci separano dai rossoneri e dal quarto posto), a dare una sentenza quasi definitiva.

Certo, se la squadra giocherà come oggi a Marassi, col portiere migliore in campo, inutile persino scendere in campo: ritornando sulle parole del collega ad inizio pagina, il Torino, e in primis chi lo allena, dovrà decidere se fare definitivamente il salto di qualità. Sperare non costa niente, ma è anche una preghiera.

Altra pillola statistica: il Torino vince la prima partita sotto la direzione del Sig. Doveri (ma solo a me ricorda Ruggiero Rizzitelli?). L’arbitro di Volterra però ha lasciato ugualmente il segno: per la partita contro il Milan, mancheranno per squalifica Baselli e Nkoulou, oggi entrambi ammoniti: difesa da inventare, visto l’infortunio di Djidji (per lui stagione finita). La panchina corta vedrà e provvederà.

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Articolo pubblicato il 20/04/2019