L'angolo della satira del prof. Giancarlo Pavetto - La banda d’Affori che è oggi al governo

Ha 550 pifferi, un direttore ed il tamburo principale

Innanzitutto una precisazione. La banda d’Affori è un notissimo complesso musicale che opera a Milano da circa sessanta anni. Ha raggiunto una universale notorietà nell’immediato dopoguerra  ed ha interessato ampie fasce di amanti della musica, prima che la RAI intervenisse ad imbarbarire, con una martellante propaganda, i cittadini italiani, per portarli all’ascolto del festival di Sanremo.

Un significato ben diverso assume invece la denominazione di banda musicale quando è attribuita alla sgangherata compagine che oggi governa l’Italia.

Sia la banda d’Affori che la banda grillo comunista hanno due elementi in comune. Il Direttore ed il tamburo principale.

La carica di “tamburo principal” della banda giallorossa è oggi da attribuire senza ombra di dubbio al presidente della regione toscana, Enrico Rossi.

Un uomo infarcito di vetero bolscevismo, che molti toscani hanno voluto chiamare a rappresentarli, e che lo porta a convivere con una grande famiglia di ROM, che ama molto più che i suoi elettori.

Un uomo pieno di odio che riversa su chiunque non la pensi come lui e che non si trattiene dal definire razzista e fascista dal suo pulpito di fasciobolscevismo.

Un uomo, l’Enrico Rossi. che dimostra di avere tanta cura per chi lo ha eletto, da firmare senza controlli un protocollo di intesa per accogliere senza esami e senza obbligo di quarantena, a Prato, ben 2500 cinesi reduci dai festeggiamenti per il capodanno cinese.

Memore di certo dei rapporti di affetto e di amicizia che lo legano a tutte le dittature comuniste, qual è ancora la Cina di oggi, il Rossi si è messo a fianco del conduttore di una emittente rossa, gestita del compagno Cairo, il Corrado Formigli, che ha ingurgitato in diretta una notevole quantità di cibi cinesi.

Denunciato dal vicepresidente del consiglio regionale Marco Stella (il che dimostra che in Toscana vi è ancora qualcuno che ragiona) di “delitto colposo contro la salute pubblica” l’Enrico Rossi ha risposto nel solito modo con cui rispondono alle accuse i segugi del compagno Zingaretti o Sintiaretti: sei in malafede oppure sei un fascioleghista.

L’altro ruolo determinante nel contesto della banda grillo comunista al governo, è quello interpretato dal suo direttore di orchestra, l’avvocaticchio pugliese Giuseppi Conte.

Il sedicente avvocato del popolo ha promesso la sua vicinanza ai cittadini italiani colpiti dai suoi tardivi provvedimenti ed ha annunciato che si farà carico di visitarli spesso, in compagnia di altri membri del governo. E c’è da immaginare la gioia degli abitanti dei paesi lombardi e veneti, colpiti dal virus, nel vedere circolare tra le loro case, tenendosi per mano, personaggi come il longonasuto Conte, lo zazzeruto Speranza ed il ridanciano Zingaretti.

Accusati anche a livello internazionale di avere bloccato solo i voli diretti da e per la Cina, ma di avere lasciato spalancati tutti gli altri canali che permettevano ai cinesi, con scali esteri, come Dubay o Francoforte, di raggiungere senza difficoltà o controlli il nostro paese.

Il buon Giuseppi poi ha poi voluto tranquillizzare gli italiani, preoccupati dal fatto che L’Italia, tra i paesi civili, ha il più alto numero di malati.

E come nella logica del tartufo, ha affermato:

"Quelli che hanno buoni cani trovano più tartufi".

E noi che abbiamo più ricercatori preparati (e misuriamo a tutti la temperatura) troviamo più persone colpite dal virus.

Non è vero quindi che da noi il numero di malati sia più alto. E’ corso in suo aiuto anche uno dei pifferi dell’orchestra un certo Ricciardi, che da sedicente scienziato governativo, ha affermato sfidando, anche lui, insieme al capo banda, il ridicolo: più mezzi di diagnosi, più casi accertati.

Si è fatta anche sentire tra gli altri la donna che si era specializzata nel maneggio delle pompe per biciclette, ossia la sempiterna Emma Bonino. Ha detto che quello che conta non è curare la malattia, ma tenere tranquilla la gente, che potrebbe, a causa della rabbia, prendersela con il governo al quale lei partecipa.

Dulcis in fundo si è poi fatta viva, e non poteva mancare, la sbrigativa, ma anche sguaiata, ministra ai trasporti, Paola De Micheli, ex commerciante in pomodori (azienda poi fallita) che, oltre a starnazzare, ha dato dello sciacallo all’ex ministro Matteo Salvini, solo perchè a nome dell’opposizione faceva proposte atte a scongiurare la diffusione del virus nel nostro paese.

La delicatezza di espressione, lo stile educativo sinistrorso, e la corpulenza di questa donna non ci consentono di inquadrarla tra i pifferi dell’orchestra governativa, ma solo con una  ruspante stirpe di animali da cortile.

 

(immagini labandad'affori.it - Globalist Syndacation)  

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Articolo pubblicato il 25/02/2020