L'angolo della satira del prof. Giancarlo Pavetto - Prima che al governo arrivasse la tribù dei nasi lunghi, c’era un “bel paese ch’ Appennin parte e l’mar circonda e l’Alpe.”

Poi è arrivato uno tsunami di sinistra

Oggi, in virtù della costituzione più bella del mondo, (come è solito affermare un giullare toscano), al governo del bel paese, in dispregio della maggioranza dei suoi abitanti, è stata insediata la tribù dei nasi lunghi.

Non si ricorda, a memoria d’ uomo, un momento storico in cui gli italiani siano stati vilipesi, trattati come appestati e rifiutati da molti altri paesi del globo che si sono rifiutati di farli arrivare nelle loro terre.

Un meccanismo di contrappasso si è attivato, lasciando storditi ed annichiliti quegli abitanti di credenza cattocomunista che avevano elevato a loro mantra l’accoglienza ed il buonismo sconfinato, ed agivano cercando di abolire frontiere e confini dello stato.

Il loro sogno era una nazione aperta a tutti.

Un accanimento particolare nel fare dell’Italia uno stato aperto, è stato messo in atto anche dai gerarchi di una casta che risiedeva al di fuori dell’Italia, protetta dalle sacre mura del Vaticano. Reiterate omelie petulanti, infarcite da incitamenti all’accoglienza, sono state indirizzate ai governi dal gesuita argentino che si fa chiamare Francesco. Divenuto anche lui vittima della paura dell’infezione, che in breve lo ha convinto a sospendere gli appelli e lo ha costretto a chiudere i luoghi di culto.

A convincere gli stati esteri a rimettere in funzione le frontiere con l’Italia, agendo in controtendenza con l’orientamento cattocomuniste e rinforzandole con un cordone sanitario, è stato senza alcun dubbio il governo guidato dall’avvocato pugliese Giuseppe Conte.

Il comportamento confuso ed ondivago dell’uomo e della sua compagine governativa è stato inoltre la causa che ha determinato, da parte di molti stati, il rifiuto e l’emarginazione di nostri connazionali in giro per il mondo.

Si tratta infine dello stesso uomo che ha dato lo spunto, in virtù di una appendice alla Cyrano di Bergerac, alla definizione di “tribù dei nasi lunghi,” attribuita al suo governo.

Vederlo camminare tronfio ed impettito negli androni di Bruxelles, a fianco del suo alter ego Rocco Casalino, non può non suscitare negli italiani un sentimento di depressione.

Perché il governo, da lui gestito, ha bloccato i voli diretti con la repubblica cinese, ma ha lasciato i cinesi liberi di arrivare attraverso tutti gli scali intermedi.

Un governo delle sinistre che, in accordo con i soliti giornali governativi, ha elevato ululati e gridato in coro per giorni, razzismo, razzismo, (con qualche sottintesa accusa anche di fascismo) alle proposte dei governatori del nord di mettere in quarantena i bambini che provenivano dalla Cina:

Un premier infine che non si è fatto scrupolo, per conservare la poltrona che Mattarella gli aveva affidato, di comparire per ben sedici volte in un solo giorno, in tutti i telegiornali del paese. Trasmettendo al mondo la sensazione che l’Italia fosse in stato preagonico.

Non solo lui, nel governo, si è comportato in modo schizofrenico. La esaltata ministra delle infrastrutture e dei trasporti Paola De Micheli, (ex manager di un’azienda di pomodori di Parma, subito fallita), si è sovrapposta alla ministra dell’istruzione (la ragazza sicula che copiava le tesi di laurea), ed ha cercato di decidere lei la chiusura e l’apertura delle scuole.

Il mago delle finanze Roberto Gualtieri, dopo avere annunciato, per decine di volte, che si doveva prima sanare il debito del papeete, ha estratto dal suo grande cranio tirato a lucido, promesse di stanziamenti governativi che subito raddoppiavano quando qualcuno li giudicava insufficienti.

Dopo ogni riunione, diurna e notturna del suo litigioso consiglio dei ministri, l’avvocato Conte, incaricato dall’alto di guidare il paese, ha emanato decreti, decretini e disposizioni che si sono sovrapposti  l’uno all’altro, creando sconcerto e confusione.

L’ultimo dei quali, quello che trasformato in una specie di ghetto una parte del nord Italia, è stato diramato nottetempo, a tutti i mass media, prima della firma del documento. Forse da quel Rocco Casalino, considerato il Richelieu del premier Conte.

Provocando un grande esodo che dalla Lombardia ha riversato sulle regioni del sud migliaia di persone che non volevano rimanere, come afferma il papa, ingabbiati.

Tra questi vi erano ben novemilatrecento pugliesi, che giunti nei loro paesi, si sarebbero radunati per autodenunciarsi, sotto la casa dell’attuale presidente della regione Puglia, Michele Emiliano. Dimostrando così di cosa può essere capace uno di sinistra, che è anche ex magistrato, pur di essere rieletto.

(immagini El Pais - Deutshe Verkehrszeitung)

 

 

 

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Articolo pubblicato il 10/03/2020