Le Cantate di Alessandro Stradella

Due concerti per riscoprire la produzione vocale di Alessandro Stradella

Sabato 20 giugno nella Chiesa dei Santi Pietro e Solutore di Romano Canavese e il giorno successivo nella Chiesa di San Vincenzo di Settimo Torinese le rassegne Organalia e Antiqua consentiranno agli appassionati di rarità barocche (e non solo loro) di scoprire due tesori virtualmente sconosciuti della produzione vocale di Alessandro Stradella, il capolavoro sacro Esule dalle sfere e la cantata profana Chi resiste al dio bendato, che nel loro insieme delineano un quadro molto affascinante dello stile del compositore di Nepi.

 

Queste opere vengono presentate nella magistrale interpretazione dell’orchestra barocca dell’Accademia del Ricercare, che per l’occasione vedrà al suo fianco un cast di cantanti di livello assoluto, comprendente i soprani Lucia Cortese (Fortuna) e Paola Valentina Molinari (Amor e Angelo), il baritono Mauro Borgioni (Lucifero), il basso Enrico Bava (Costanza), il controtenore Gianluigi Ghiringhelli e il tenore Massimo Altieri (Anime).

 

Nel corso delle serate verrà presentato in anteprima il disco di queste opere, registrato nel mese di febbraio, all’inizio della pandemia di Covid-19, che costituisce il terzo volume della collana dedicata alla Cantata italiana, realizzata su progetto di Giovanni Tasso dalla Elegia Classics in collaborazione con l’Università di Roma Tor Vergata – Centro Studi per la Cantata Italiana, il Progetto Clori – Archivio della Cantata Italiana e la Società Italiana di Musicologia.

 

Per rendere assolutamente sicura la fruizione di questi concerti, gli staff di Organalia e di Antiqua seguiranno alla lettera tutte le prescrizioni richieste dal Governo e dall’Amministrazione regionale, fornendo gratuitamente le mascherine a chi ne fosse sprovvisto, collocando all’ingresso i dispenser per l’igienizzazione delle mani, garantendo scrupolosamente il distanziamento interpersonale e provvedendo a igienizzare tutte le sedi di concerto, per una doverosa cura nei confronti di quanti ci seguono da anni.

 

Insieme a Caravaggio, Alessandro Stradella è una delle figure più affascinanti del Barocco italiano, non solo grazie a un talento smisurato, ma anche a una vita tormentata e perennemente in fuga, che contribuisce a renderlo molto simile ai protagonisti dei romanzi dei giorni nostri.

 

 Come il celebre pittore, Stradella morì ancora giovane, a soli 38 anni, ucciso da una pugnalata infertagli dai sicari di Giovan Battista Lomellini, un nobile genovese che volle in questo modo vendicare l’onore di sua sorella che – a suo modo di vedere – il compositore aveva sedotto impartendole lezioni di musica. Questo tragico epilogo pose bruscamente fine a una produzione molto vasta, che comprendeva già otto drammi e commedie per musica, sei oratori sacri – che molti considerano tra i massimi capolavori del compositore di Nepi – e una vasta messe di cantate di carattere sia spirituale sia profano.

 

Uno degli aspetti più emblematici dello stile di Stradella è costituito dalla sua accesa e vibrante teatralità, che trova piena espressione non solo nelle opere concepite per la rappresentazione teatrale, ma anche nei lavori scritti per le esecuzioni in spazi privati come le cantate, che – anche nell’ambito spirituale – raggiungono spesso accenti molto tesi e brillanti, che esaltano con impressionante immediatezza gli affetti del testo.

 

Opera della piena maturità di Stradella, Esule dalle sfere venne scritta nel 1680 per la festività della Commemorazione dei Defunti su un apprezzabile testo di Pompeo Figari, un sacerdote originario di Rapallo che diede mostra di possedere un buon talento letterario, una dote che nel 1690 gli permise di essere a Roma tra i fondatori dell’Accademia d’Arcadia e di entrare nella cerchia ristretta di papa Clemente XI.

 

Ponendosi in un ambito prettamente didattico, questa cantata si apre con Lucifero (basso), che esprime tutta la sua rabbia per il fatto di essere stato relegato nella tenebrosa atmosfera dell’inferno e la sua volontà di inasprire quanto più possibile le pene alle anime del Purgatorio (coro) che – dopo un lungo e doloroso cammino di purificazione – sono destinate a raggiungere il Cielo.

 

Disperate, le anime purganti invocano pietà, che alla fine viene loro concessa dall’Arcangelo Gabriele (soprano), che spalanca loro le porte del Paradiso, che invece sarà per sempre precluso a Lucifero e ai suoi accoliti, colpevoli di aver osato mettersi sullo stesso piano di Dio. Dopo una breve sezione in cui viene spiegata l’importanza della preghiera dei vivi per la salvezza eterna dei trapassati, l’oratorio si chiude su temi giubilanti, sottolineati dal verso «Dopo un breve pianto, eterno è il riso».

 

Sotto il profilo musicale, Esule dalle sfere presenta una felice caratterizzazione del personaggio “negativo”, priva dei roboanti eccessi che si possono notare in parecchie opere dell’ultimo scorcio del XVII secolo e sostenuta da una scrittura brillante e spesso virtuosistica, e un’atmosfera drammatica molto tesa, che si allenta solo nel coro finale, con il giubilo delle anime ormai salve.

 

Di carattere del tutto diverso è la cantata Chi resiste al dio bendato, anch’essa scritta nell’ultima fase della parabola creativa di Stradella e incentrata sull’immancabile tema amoroso, che in questo lavoro viene declinato su toni felici e luminosi. In questo caso non ci troviamo di fronte a una scena dal sapore teatrale, ma a un “ragionamento d’amore”, che trova piena espressione nell’aria conclusiva del soprano «Chi vive con amor vive beato», preceduta da una vivace tarantella. Questa cantata riveste una grande importanza anche sotto il profilo musicologico, in quanto la sua partitura autografa riporta chiaramente la divisione dell’ensemble strumentale tra concertino e concerto grosso, i componenti del genere che due decenni più tardi sarebbe stato portato a perfezione dall’op. 6 di Arcangelo Corelli.

 

La scarsa teatralità del testo poetico si traduce in una scrittura distesa, melodiosa, espressiva e priva di passaggi eccessivamente virtuosistici, quasi che Stradella tema che una musica troppo mossa possa turbare la serenità di una bella favola d’amore.

 

 

Alessandro Stradella (1643-1682)

Chi resiste al Dio bendato

 

Lucia Cortese, Fortuna

Paola Valentina Molinari, Amor

Enrico Bava, Costanza

 

Esule dalle sfere

Cantata per le anime del Purgatorio

 

Mauro Borgioni, Lucifero

Paola Valentina Molinari, Angelo

 

Coro di Anime

Lucia Cortese (solo), Enrico Bava (solo), Gianluigi Ghiringhelli, Massimo Altieri

 

 

Accademia del Ricercare

 

Silvia Colli, Francesco Bergamini, violini

 Manuel Staropoli, Luisa Busca, flauti

Elena Saccomandi, viola

Antonio Fantinuoli, violoncello

Gualtiero Marangoni, violone

Marco Tempesta, trombone

Ugo Nastrucci, tiorba

 

 

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Articolo pubblicato il 16/06/2020