I tre artisti che dipinsero il silenzio

La bellezza della quotidianità

Esistono quadri simili a poesie, dipinti in cui guardandoli sembra di poter “entrare”, sentirne gli odori, i sapori, i suoni.

Guardandone altri ancora è possibile entrare nella scena e sentirne il silenzio.

Nella storia, sono stati tre artisti che in questo furono maghi, tanto da guadagnarsi – in epoche e in luoghi differenti- il titolo di “pittori del silenzio”.

Dal punto di vista cronologico, il primo “pittore del silenzio” visse nell’Olanda seicentesca nella quale fiorì la cosiddetta pittura di genere, che poneva l’accento su scene di vita quotidiane;

Jan Veermer, tra i più noti e amati artisti olandesi del Seicento.

La sua arte era composta di figure femminili intente a svolgere attività domestiche quotidiane, come leggere una lettera, versare il latte in una brocca, cucire, suonare strumenti musicali, bere un bicchiere di vino.

Vermeer fu un vero maestro nel ritrarre ambienti della vita quotidiana borghese del tempo. Nei suoi dipinti appare una borghesia attenta ai valori del lavoro, della famiglia, alla cura dei figli.

Uno dei suoi quadri più celebri è “Ragazza col turbante” del 1665/1666, ormai considerato la “Monna Lisa olandese”.

Vermeer fece un uso della luce sapiente quanto nuovo, per il quale venne definito “maestro della luce”. 

Come anche nei successivi “pittori del silenzio”, nelle opere di Vermeer è spesso presente una finestra da cui filtra la luce naturale dell’esterno.

Il secondo pittore del silenzio è senza dubbio il danese Vilhelm Hammershoi, vissuto tra il 1864 e il 1916: l’uomo delle stanze vuote, del fluire silenzioso della vita, del suo scorrere malinconico e inesorabile.

E’ stato definito anche il “poeta del silenzio”. E in effetti, le sue opere somigliano davvero a poesie in cui domina l’introspezione, la solitudine, la riflessione- che sono tra l’altro gli elementi lirici presenti nella produzione poetica a cavallo tra Ottocento e Novecento.

Come in Vermeer, il soggetto ricorrente di Hammershoi è una donna sola, spesso di spalle o di profilo, immersa nel silenzio di interni dai toni grigi.

Un’altra caratteristica dell’arte di Hammershoi sono le suggestioni nordiche: capaci di calare lo spettatore in una dimensione intima, nella vita quotidiana che si consuma all’interno delle abitazioni.

Sono immagini che trasmettono indubbiamente una certa malinconia, poiché non vi è alcun dialogo, solo silenzio.

Il terzo “pittore del silenzio” visse più tardi in America: Edward Hopper. Anche nelle sue opere si percepisce chiara l’assenza di qualunque suono o voce.

Nell’opera degli ultimi due ricorre l’utilizzo della scala cromatica di grigi, per dare l’idea della luce crepuscolare nordica.

La loro opera può essere descritta usando un’espressione - caratteristica della Finlandia ma estendibile a tutta l’Europa del Nord - traducibile in inglese come “keeping the twilight”, ovvero sedersi in silenzio dove la luce crepuscolare si diffonde.

Basti osservare una delle opere più famose di Hopper, “Morning Sun” , dove una ragazza appena sveglia, seduta sul suo letto, osserva la città fuori dalla grande finestra. La stanza è invasa dalla potente luce del sole mattutino.

Tre artisti vissuti in luoghi e in epoche differenti, dotati di una potente sensibilità introspettiva;

e la loro arte: così bella da osservare, da visitare; così simile a un luogo già visto, un profumo già odorato, un silenzio già sentito. 


 

 

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Articolo pubblicato il 02/09/2020