Il Cuneese merita una visita

L’escapade al rientro delle vacanze (Prima parte)

Le vacanze – quest’anno stravolte da divieti e limitazioni – stanno volgendo al termine.
Ma a pochi chilometri da Torino, ci sono angoli del Piemonte che meritano attenzione, se non una visita approfondita.

Incominciamo da Saluzzo, in provincia di Cuneo, capitale di un importante Marchesato.

Saluzzo, capitale d’altri tempi ai piedi del Monviso, vegliata dalla possente Castiglia: massiccio dal profilo aguzzo, protagonista ineludibile del Panorama.

Costruito su una sommità che ospitava precedenti fortificazioni, il complesso oggi è il risultato di un accurato restauro che ha restituito leggibilità a gli edifici.

Affascinanti le tracce lasciate dalle intricate vicende delle quali la cittadella è stata protagonista: antica residenza dei Marchesi, nel corso del Cinquecento subì un progressivo abbandono, in seguito all’occupazione francese e all’inclusione del Marchesato tra i possedimenti di casa Savoia.

A partire dal 1825 venne ripensata in veste di prigione, e rimarrà tale fino al 1992.
Attualmente gli ambienti ospitano il Museo della Civiltà Cavalleresca e il Museo della Memoria Carceraria, che raccontano anche la parabola di questo luogo.

A una manciata di passi dalla fortezza, nell’antico Palazzo di Comune (1440-1462) troviamo la Pinacoteca Matteo Olivero, la quale ricorda il tormentato “pittore della luce” originario dell’Alta Valle Maira, capofila del Divisionismo di cui qui vengono puntualmente indagati disegni, tele, sculture e prassi operativa.

Dalla Torre Civica (1462) dell’antico palazzo comunale si può osservare lo straordinario panorama sul borgo. Da lassù, se ne può scandagliare il fitto tessuto urbanistico, ancora fortemente accurato all’assetto trecentesco.

Un’altra imperdibile tappa saluzzese è la chiesa gotica di San Giovanni Battista.: principiata dai domenicani nel 1330, rimaneggiata nel corso del Quattrocento.
In corrispondenza dell’abside ospita la cappella funeraria dei Marchesi di Saluzzo, allestiva a più riprese tra il 1450 e il 1504 e luogo che più di ogni altro sa narrare l’età dell’oro sperimentata durante il Marchesato con Ludovico I (1405-1475) e Ludovico II (1438-1504).

Poco lontano, troviamo Casa Cavassa: uno straordinario esempio di casa nobiliare rinascimentale, ospita la ricca collezione d’arte antica appartenuta al marchese Vittorio Emanuele Tapparelli d’Azeglio, ultimo discendente della propria illustre casata, nipote di Massimo d’Azeglio, uomo politico di levatura internazionale, collezionista appassionato.

Tra le opere più significative va senza dubbio citata la Madonna della Misericordia, data 1499-1500, opera del maestro di origini fiamminghe Hans Clemer, che nel Saluzzese ha lasciato diversi capolavori.

Un itinerario possibile sulle tracce di mestre Ans si snoda in Valle Maira, da Elva tutt’intorno: qui, un suo articolato e splendido ciclo di affreschi (1496-1503) scandisce il presbiterio della parrocchiale di Santa Maria Assunta (in Borgata Serra).

Spostandosi di qualche chilometro, troviamo il Museo Civico Luigi Mallè, nel cuore di Dronero, borgo della Bassa Valle Maira cui si accede attraverso il quattrocentesco Ponte del Diavolo.

Il Museo rende omaggio alla figura di Luigi Mallè (1920-1079), storico dell’arte protagonista di spicco della cultura artistica piemontese e italiana tra gli anni Cinquanta e Settanta del secolo scorso (è stato a lungo conservatore del Musei Civici torinesi).

Fu lo stesso Mallè a donare la residenza e la propria collezione con lo scopo di allestire un museo, che venne infine inaugurato nel 1995.

Ospitata nella casa che fu buen retiro estivo della famiglia, la collezione permanente abbraccia un ampio arco cronologico che si estende dal Cinquecento al Novecento e che arriva a includere orologi di bronzo e alabastro, stampe, fotografie d’epoca, preziose porcellane di Meissen e arredi settecenteschi.

Restano a Dronero, è possibile anche visitare il Museo Occitano Sòn del Lenga- Espaci Occitan- luogo che agevola una più profonda comprensione della lingua, delle tradizioni, del folklore, della letteratura e della musica delle quattordici Valli Occitane localizzate nel Piemonte sudoccidentale. 

Se si è in zona, vale assolutamente la pena pianificare un’incursione anche alla suggestiva Riserva Naturale dei Ciciu del Villar: istituita nel 1989 e caratterizzata dalla presenza dei peculiari ciciu ‘d pera (pupazzi di pietra), colonne di erosione a forma di fungo, plausibilmente formatesi alla fine dell’ultima Era Glaciale… o forse, come sostengono alcuni, per un prodigio operato da San Costanzo, patrono di Villar.

Ovviamente, c’è un altro immenso lato da scoprire: quello della tradizione vinicola e culinaria di questi luoghi.

Ma di ciò tratteremo nell’articolo di domani, nel quale continueremo questo fantastico viaggio a pochi chilometri dalle nostre abitazioni!

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Articolo pubblicato il 13/09/2020