Ensemble à l’Antica
Rossella Croce

Rossella Croce e Anna Fontana, rispettivamente violinista e cembalista dell’ensemble che aprirà Intrecci Barocchi Streaming, ci parlano del loro percorso artistico e ci presentano il concerto.

Durante le sessioni di registrazione del concerto Da Bach ai Bach che inaugurerà la rassegna Intrecci Barocchi Streaming ho avuto la possibilità di scambiare – ovviamente a distanza – qualche battuta con la violinista Rossella Croce e la clavicembalista Anna Fontana, che mi hanno parlato sia del loro ensemble sia dell’interessantissimo programma del concerto, che riunisce nello spazio di circa 40 minuti ben quattro membri della famiglia Bach, Johann Sebastian e i figli Carl Philipp Emanuel, Johann Christoph Friedrich e l’ultimogenito Johann Christian, tutti in varia misura presenti nel vasto repertorio dell’Ensemble À L’Antica.

 

«Il nostro gruppo non ha una vera data di nascita – mi dice Rossella Croce – perché suoniamo insieme dal 1996, quando insieme a un gruppo di giovani musicisti vicentini, comprendente tra gli altri il fantastico oboista Marco Cera, mia sorella Teresina Croce, violista da gamba, i flautisti Davide Bettin e Luigi Lupo, facevamo parte di un altro ensemble che allora si chiamava Ex Silvis Antiqua Musica, che ci ha permesso di lavorare e maturare insieme per diversi anni. Con questo gruppo di giovanissimi “musicisti in erba”, poi diventati tutti affermati solisti ed elementi di importanti gruppi europei, nel 1999 abbiamo inciso per l’etichetta milanese Bottega Discantica i Quadri strumentali, quartetti e concerti di Georg Philipp Telemann, ottenendo segnalazioni e riconoscimenti molto prestigiosi.

 

Li ricordo come anni meravigliosi, pieni di musica, energia e motivazioni. Con il passare degli anni molti di noi hanno intrapreso strade diverse, finendo per allontanarsi dagli altri. Così io Luigi e Anna abbiamo deciso di continuare a realizzare nuovi progetti, aggiungendo al gruppo la violoncellista romana Rebeca Ferri, altra musicista meravigliosa [non posso che confermare, ndr], con la quale ci siamo trovati immediatamente in piena sintonia, dando vita insieme all’Ensemble À l’Antica, che prende il nome del paese Ala di Trento, dove io e mio marito Luigi viviamo dal 2003. Bellissimo paese, famoso nel XVIII secolo per la produzione di raffinati velluti di seta, Ala conserva ancora oggi una meravigliosa atmosfera barocca, che si addice alla perfezione sia a noi sia al nostro repertorio. Da questa energia si è rinnovato lo stimolo per continuare con un “nuovo” gruppo… per così dire, visto che ormai sapevamo bene su chi si poteva contare!

 

Legati da una profonda amicizia e da una assoluta simbiosi musicale, abbiamo tenuto diversi concerti, a volte ampliando il gruppo in base al programma e insieme abbiamo organizzato ad Ala diversi stage annuali ospitati nei meravigliosi palazzi settecenteschi del centro storico. Ci tengo anche a ricordare che Ala ha appena acquisito il Museo del Pianoforte Antico “Collezione Temenuschka Vesselinova”, che custodisce bellissimi strumenti dell’epoca di Mozart, Schubert, Beethoven e Chopin, che più avanti ci piacerebbe utilizzare per i nostri futuri progetti.

 

Oltre ai concerti che ci vedono protagonisti in veste solistica e come componenti di formazioni da camera, ognuno di noi collabora con i più apprezzati ensemble specializzati nella prassi musicale del XVII e XVIII secolo come l’Ensemble Zefiro, Gli Incogniti, l’Accademia Bizantina, l’Accordone, l’Ensemble Aurora, I Turchini e la Freiburger Barockorchester, ma ogni volta che torniamo a preparare un concerto con il nostro gruppo, tutti noi non possiamo trattenerci dal pensare: “Che bello, suono e mi sento a casa!”. Questo ci fa stare bene!».

Un’intensa attività concertistica, alla quale si affiancano alcuni dischi di grande raffinatezza…

 

«Sì – mi conferma Rossella – qualche tempo fa abbiamo inciso in prima registrazione mondiale per l’etichetta bolognese Tactus i Quartetti per flauto, violino, viola e violoncello op. VII di Federigo Fiorillo e a partire dal 2020 abbiamo stretto un proficuo rapporto di collaborazione con la Elegia Classics, che ha pubblicato di recente un disco dedicato a trascrizioni settecentesche per flauto e archi di opere di Mozart e l’integrale dei Duetti per due flauti traversieri TWV 40: 141-149 di Telemann, opere di grandissimo interesse, che sono state riscoperte solo una ventina d’anni fa».

 

Ovviamente la curiosità è forte, per cui non sono riuscito a trattenermi dal chiedere quali altri progetti discografici li attendano e la risposta di Rossella non si è fatta attendere.

«Lo studio delle fonti antiche, la ricerca costante della qualità del suono e la passione che ci accomuna ci portano a dedicarci alla riscoperta e alla piena rivalutazione del variegato periodo sei-settecentesco interpretato attraverso un organico variabile. In particolare, ci piace molto lavorare sul repertorio italiano e tedesco del Settecento e il nostro prossimo progetto sarà incidere un CD sul nostro ultimo programma: Da Bach… ai Bach!» – «Covid permettendo!», precisa spiritosamente Anna Fontana.

 

Un simile patrimonio di conoscenze non può non approdare a una intensa attività didattica, volta a formare la prossima generazione di musicisti desiderosi di avvicinarsi al repertorio preromantico con un approccio interpretativo storicamente informato. In questo interviene Anna.

 

«Ognuno di noi porta avanti un’intensa attività didattica: Luigi è docente di Flauto dolce e Traversiere all’Istituto per l’Educazione Musicale “Antonio Vivaldi” di Bolzano e presso la Scuola di Musica Antica “Girolamo Dalla Casa” di Clauzetto (PN), Rossella si dedica all’insegnamento in diversi corsi e workshop, mentre io insegno Basso Continuo e Musica d’insieme al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano.

 

Come Ensemble À L’Antica legato alla Società Filarmonica di Ala abbiamo organizzato diversi corsi della durata di tre o quattro giorni, nel corso dei quali abbiamo proposto sia lezioni di strumento sia di musica da camera, perché tutti noi crediamo molto nel valore del fare musica insieme, imparare ad ascoltarsi e dialogare con e per mezzo della musica».

 

A questo punto, veniamo al concerto in programma martedì 1° dicembre alle ore 18.30, che segnerà l’inizio di Intrecci Barocchi Streaming, un progetto nato per fare fronte all’emergenza sanitaria, ma che sotto certi aspetti può rappresentare il futuro della rassegna. A parlarcene è ancora Anna.

 

«Il programma del concerto presenta tre triosonate e un duetto a flauto e violino, tutti opera di membri della famiglia Bach. La Sonata BWV 1038 è attribuita a Johann Sebastian Bach, ma la sua paternità è tutt’altro che certa, visto che la stessa sonata compare anche nel catalogo delle opere di Carl Philipp Emanuel, il suo figlio secondogenito, passato alla storia con il soprannome di “Bach di Berlino e di Amburgo”, città dove svolse gran parte della sua carriera. Sappiamo che all’epoca il basso di questa sonata era molto conosciuto e che lo stesso Johann Sebastian lo utilizzò più volte in altri suoi lavori, come la Sonata per violino e basso continuo BWV 1021.

 

Nel caso specifico potremmo quasi immaginare, nell’ambito di una intensa relazione padre-figlio (e maestro-allievo!), che Johann Sebastian abbia dato il basso al figlio con il compito di scriverci sopra due linee melodiche per flauto e violino, oppure che si tratti di un lavoro a quattro mani, con proposte, correzioni e suggerimenti, che rendono difficile stabilire chi ha scritto cosa».

Una visione molto interessante, che ci porta a interrogarci sulla personalità e sugli stili dei figli del sommo Cantor lipsiense e sul rapporto che possono avere avuto con un genitore tanto illustre. Una domanda complessa e ricca di sfumature, alla quale Anna risponde senza esitazioni.

 

«Johann Sebastian Bach raccolse i frutti di una favolosa eredità musicale, derivante dalle generazioni di musicisti che lo avevano preceduto e dal suo approfondito studio di compositori sia del passato sia contemporanei, come ci rivela la sua biblioteca tanto eclettica quanto internazionale.

A loro volta, i suoi figli hanno certamente fatto tesoro degli insegnamenti del padre, ma ognuno di loro li ha rielaborati personalmente, a seconda del proprio carattere; questi insegnamenti sono stati poi calati in un contesto musicale e culturale che nel frattempo era completamente cambiato, passando dal barocco ai nuovi stili galante e classico».

 

Più nello specifico, alcuni commentatori ritengono Johann Christian Bach, il “Bach di Milano e di Londra” e autore dallo stile più “leggero” rispetto ai fratelli, meno importante del più serioso Carl Philipp Emanuel. Uno stereotipo persistente e non più condivisibile, di cui ho chiesto ragione alle mie interlocutrici, ottenendo ancora una volta una franca risposta da Anna.

 

«Io non direi che Johann Christian sia meno importante di Carl Philipp Emanuel o di Wilhelm Friedemann, in quanto sono tutti figli del loro tempo, che ha portato moltissimi cambiamenti nella musica, cambiamenti che ognuno di loro ha interpretato con il filtro della propria sensibilità. Si sa che nelle famiglie i figli sono sempre diversi, pur venendo dalla stessa educazione e dalla stessa formazione culturale, quindi chissà, forse anche nella numerosa famiglia Bach avvenne questo. In questa ottica, non è strano che a un Carl Philipp Emanuel più serioso e concettuale si contrapponga la leggerezza frizzante di Johann Christian e Johann Christoph Friedrich, ma questo non significa certo che le composizioni di questi ultimi siano di meno valore. Lo dimostrano anche le pagine che proponiamo nel nostro concerto, tutte bellissime, come potrete ben presto scoprire!».

 

Sì ma… a quale di questi Bach si sentono più vicine e legate le mie deliziose ospiti?

Secondo Rossella, «Gli autori che ci legano maggiormente sono Johann Sebastian Bach e Georg Philipp Telemann [che accetto in questa connessione familiare, perché fu padrino di battesimo di Carl Philipp Emanuel, nonché suo predecessore come direttore della musica nelle cinque chiese principali di Amburgo], perché sono stati i compositori che mi riportano all’inizio dell’amicizia e della crescita musicale con Luigi e Anna». 

 

La stessa risposta, ma con una motivazione diversa, mi è venuta da Anna: «Personalmente amo più di tutti Johann Sebastian, per me è un genio assoluto in tutti i generi a cui ha messo mano, perché nonostante la complessità tecnica, pratica allo strumento e teorica nella scrittura, riesce sempre a emozionarmi profondamente».

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Articolo pubblicato il 28/11/2020