Incontro con Carlotta Colombo
Carlotta Colombo

Il giovane soprano ci parla della sua carriera e dell’oratorio Il martirio di Santa Caterina di Antonio Caldara, in programma martedì 9 febbraio alle 18.30 nel canale YouTube di SoloClassica Channel.

In occasione della messa in onda del Martirio di Santa Caterina, oratorio scritto da Antonio Caldara nel 1708 e riproposto in prima esecuzione moderna dalla Camerata Accademica di Padova diretta da Paolo Faldi nel quadro di una coproduzione tra il Roma Festival Barocco e la stagione concertistica dell’Accademia Corale “Stefano Tempia”, ho avuto la possibilità di scambiare qualche battuta con il soprano Carlotta Colombo, che in questo ampio lavoro veste i panni dell’Imperatrice Faustina.

 

Data la giovanissima età della mia gentile interlocutrice, non potevo iniziare la nostra chiacchierata che chiedendole come avesse scoperto il grande repertorio barocco e quando decise di costruirvi intorno la sua carriera di cantante. «Il mio primo incontro con la musica antica è avvenuto durante i miei studi in conservatorio, nella classe di Gruppo Madrigalistico del M° Antonio Eros Negri. Durante il mio primo anno di corso abbiamo infatti studiato il celebre Gloria di Vivaldi e da quel momento ho capito che cantare questo repertorio mi faceva sentire a casa. Avevo diciassette anni. Ho deciso ben presto che, qualora fossi riuscita nella professione di cantante, avrei intrapreso questo percorso».

 

Un amore a prima vista, che in molti casi viene sostenuto da uno o più modelli, che finiscono spesso per diventare veri e propri eroi a cui ispirarsi. Negli anni Novanta potevano essere – nell’ambito del canto barocco – l’inglese Emma Kirkby e più di recente Cecilia Bartoli, Andreas Scholl e Roberta Invernizzi, per citare solo alcuni dei nomi che si sono messi maggiormente in evidenza in questo affascinante repertorio. Una regola che comunque ha sempre le sue eccezioni, come nel caso di Carlotta Colombo. «Non credo di aver avuto un vero modello nell’ambito della musica antica. Direi anzi che i miei modelli di riferimento sono praticamente tutti cantanti che affrontano un repertorio più tardo. Tra di essi voglio citare i nomi di Ileana Cotrubas e di Elly Ameling».

 

Due grandissime cantanti, attive soprattutto negli anni Settanta e Ottanta, che si sono distinte la prima nelle opere di Mozart e di Verdi (memorabile la sua Traviata diretta da Carlos Kleiber) e la seconda nel raffinato repertorio liederistico di Schubert, Wolf e Mahler. Ma se nella vita della mia ospite non c’è un modello di ispirazione per la musica antica, non sono certamente mancate le persone – cantanti e docenti – che l’hanno spinta a dedicarsi sempre di più alla musica fiorita tra il Sei e il Settecento. «La prima persona che ha creduto in me, rendendomi pienamente consapevole delle mie potenzialità, è stata la mia insegnante Alessandra Ruffini.

 

Con lei, oltre ad aver costruito le basi della mia tecnica, ho lavorato moltissimo per poter passare agilmente da un repertorio all’altro. Un’altra persona di fondamentale importanza per la mia formazione è il mio insegnante Roberto Balconi, che mi sprona continuamente a cantare compiendo un lavoro approfondito per trovare chiavi di lettura personali. Egli non solo crede in me, ma mi spinge sempre a fare meglio e per questo gli sono veramente grata».

 

Passando all’aspetto repertoriale, non ho resistito alla tentazione di chiedere a Carlotta se c’è un autore da cui si sente particolarmente attratta. «Per quanto riguarda il repertorio del Seicento, il compositore che prediligo è senza dubbio Claudio Monteverdi, per via dello stretto rapporto che nelle sue opere intercorre tra la musica e la prosodia. Se penso al repertorio del Settecento, l’autore che mi è più caro è sicuramente Georg Friedrich Händel, per via della straordinaria bellezza di praticamente tutte le sue melodie».

 

Tra gli esponenti più emblematici dell’ultima fase del Barocco, il Caro Sassone fu per alcuni anni uno dei protagonisti del panorama musicale romano dei primi anni del XVIII secolo, città in cui nel 1708 giunse Antonio Caldara, autore che ci riporta al Martirio di Santa Caterina, che ho chiesto a Carlotta di presentarmi. «Il martirio di Santa Caterina mette in scena la storia della bella e colta figlia del re d’Egitto, che nel IV secolo sostenne e vinse una disputa teologica con filosofi e scienziati di Alessandria d’Egitto, venendo per questo motivo condannata a morte.

 

Questo oratorio, concepito per cinque voci e orchestra [gli altri solisti sono il soprano Lucia Cortese, il contralto Giovanna Dissera Bragadin, il tenore Alberto Allegrezza e il baritono Mauro Borgioni, ndr], è stato composto da Caldara nel 1708 su libretto di Francesco Accolti. Grazie allo straordinario talento teatrale di Caldara, compositore che sapeva trattare le voci come pochi altri, questo oratorio è pervaso da una intensità drammatica molto simile a quella dell’opera».

 

In questo affascinante oratorio, Carlotta interpreta la parte dell’Imperatrice Faustina. «Insieme a Caterina, Faustina è uno dei personaggi principali dell’oratorio. Nella parte iniziale è combattuta tra il desiderio di seguire la luce dell’intelletto della Santa e proseguire condannando tale luce, alla stregua del suo consorte, il Tiranno. Nella seconda parte nasce però in lei una maggiore consapevolezza, che la porta a schierarsi apertamente a fianco di Caterina».

 

In questa produzione la mia ospite ha collaborato con la Camerata Accademica di Paolo Faldi, che si era già distinta lo scorso dicembre nel bellissimo concerto della “Stefano Tempia” inserito nella rassegna Intrecci Barocchi dedicato alle arie veneziane, con Lucia Cortese nella parte di assoluta protagonista. «La produzione del Martirio di Santa Caterina è stata la mia prima collaborazione in assoluto con la Camerata Accademica e Paolo Faldi. È stato un vero piacere per me inaugurare un rapporto così collaborativo, che spero possa continuare in futuro».

 

In conclusione, un cenno ai progetti futuri. «Pur essendo un momento abbastanza difficile per fare grandi progetti, il prossimo giugno avrò l’onore di cantare il ruolo di Venere nell’opera Psiche di Johann Joseph Fux al Festival Styriarte di Graz, sotto la direzione di Alfredo Bernardini. Inoltre nel mese di agosto vestirò i panni di Drusilla nell’opera L’incoronazione di Poppea di Monteverdi, in una tournée in tre tappe diretta da Ottavio Dantone. Inoltre proseguiranno le mie collaborazioni con alcuni ensemble di musica antica, come La Venexiana, Concerto Romano, La Fonte Musica e La Divina Armonia».

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Articolo pubblicato il 07/02/2021