Regie Sinfonie lungo la Via Francigena in Val di Susa - secondo concerto
Domenica 6 giugno 2021 alle ore 15 l’Abbazia dei Santi Pietro e Andrea di Novalesa (TO) (Borgata San Pietro 4) ospiterà nella sua atmosfera intrisa di profonda spiritualità il concerto degli Armonici della Serenissima, un ensemble veneziano composto dal soprano Francesca Scaini, dal contralto Giovanna Dissera Bragadin, dalla violista da gamba Silvia De Rosso e dall’organista Luigino Favot, che presenterà La vita di Cristo – un racconto in musica nella Venezia del Settecento, un suggestivo programma sacro basato su alcune opere dei tre autori più rappresentativi della capitale lagunare nella prima metà del XVIII secolo.
Accanto alle pagine più note di Vivaldi e di Benedetto Marcello, il pubblico potrà scoprire una serie di opere virtualmente sconosciute di Antonio Caldara, compositore che seppe affermarsi nelle tre capitali culturali più raffinate della sua epoca, vale a dire Venezia, Roma e Vienna, al punto da essere considerato dai suoi contemporanei uno dei musicisti più autorevoli della sua epoca.
Per rendere assolutamente sicura la fruizione del concerto, lo staff della rassegna seguirà alla lettera tutte le prescrizioni imposte dal Governo e dall’Amministrazione regionale, misurando la temperatura di tutti i presenti tramite un termoscanner, fornendo le mascherine a chi ne fosse sprovvisto, collocando all’ingresso i dispenser per l’igienizzazione delle mani, garantendo scrupolosamente il distanziamento interpersonale e provvedendo a igienizzare tutte le sedi prima e dopo il concerto, per un doveroso riguardo nei confronti di quanti seguono la rassegna.
Parallelamente al concerto, i narratori volontari del FAI proporranno un itinerario di visita al borgo medievale di Novalesa, che si snoderà lungo la suggestiva Via Maestra e raggiungerà la Chiesa Parrocchiale di Santo Stefano (XVI-XVII secolo), che conserva al suo interno un ricchissimo corredo di opere d’arte, tra cui una splendida copia della Crocifissione di San Pietro del Caravaggio e una Adorazione dei Magi della scuola di Rubens. Il percorso proseguirà poi fino alla Casa degli Stemmi. In occasione delle visite guidate (in partenza alle 17 e alle 18) verrà aperto anche l’interessante Museo Etnografico.
Per quanto riguarda l’Abbazia, le visite guidate tenute dai volontari dell’Abbazia consentiranno di ammirare il parco, le cappelle e il chiostro. Sarà inoltre possibile visitare anche il Museo Archeologico dell’Abbazia con i volontari del Centro Culturale Diocesano. Per avere ulteriori informazioni e prenotazioni delle visite dell’Abbazia, è necessario prenotare telefonicamente al numero 0122/653210.
Nell’arco della giornata verrà proposta anche un percorso naturalistico alle cascate della durata di un’ora, con partenza della piazza antistante il Comune di Novalesa. Per prenotazioni e informazioni si può chiamare il numero 0122/653333.
Il concerto è a ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili (appena 35), ma sia i concerti sia le visite guidate devono essere prenotati in anticipo per il rispetto delle norme volte al contenimento della diffusione del Covid-19. In particolare, i concerti possono essere prenotati inviando una email con i dati di ogni persona e un recapito telefonico entro le 12 del giorno precedente all’indirizzo soloclassica@gmail.com o telefonando dal lunedì al giovedì dalle 9 alle 12 al numero 011/0209882.
Per quanto riguarda le visite del FAI, è obbligatorio prenotarsi sul sito www.faiprenotazionifondoambiente.it entro le 24 del giorno precedente la visita. Per avere ulteriori informazioni in merito, si può inviare una email all’indirizzo valledisusa@delegazionefai.fondoambiente.it
La Vita di Cristo – Un racconto in musica nella Venezia del settecento
Tra i soggetti più rappresentati della storia della musica vi sono senza dubbio gli episodi della vita di Cristo narrati dai Vangeli, in particolare quelli relativi all’Annunciazione e alla Natività e quelli legati alla Passione, Crocifissione e Resurrezione celebrati nel tempo pasquale. Il programma di questo concerto costituisce quindi uno degli infiniti percorsi musicali che si possono tracciare nella parabola umana del Salvatore, con sei intensissimi flashback incentrati sulle opere di tre celebri compositori veneziani vissuti nello stesso periodo, tra la fine del XVII e la prima metà del XVIII secolo.
Il programma non può che iniziare nel nome di Antonio Vivaldi, con il Magnificat RV 611, il canto di lode elevato dalla Vergine Maria di fronte a sua cugina Elisabetta, a sua volta incinta di Giovanni Battista, nonostante l’età avanzata. Nell’etereo Quia respexit, il soprano esalta la magnanimità di Dio, che ha saputo vedere l’umiltà della sua serva, che d’ora in poi tutte le generazioni chiameranno beata.
La nascita di Cristo trova invece espressione nel delicatissimo Et incarnatus, un passo del Credo della Messa in fa maggiore di Antonio Caldara, autore di cui nel 2020 si è ricordato il 350° anniversario della nascita, che seppe affermarsi in due dei centri musicali più importanti dell’epoca, ossia la Roma papale, in un’epoca in cui erano presenti personalità del calibro di Arcangelo Corelli, Alessandro e Domenico Scarlatti e il giovane Georg Friedrich Händel, e la splendida Vienna degli Asburgo, che – dopo essersi salvata nel 1683 dal duro assedio turco – si apprestava a diventare una delle capitali più ricche e influenti dello scacchiere europeo.
Dopo una breve sonata per violoncello e basso continuo dello stesso Caldara, il Salmo III O Dio, perché? di Benedetto Marcello – «nobile veneto, dilettante di contrappunto», come aveva l’abitudine di autodefinirsi, ma in realtà compositore ispirato, prolifico e di grande talento – delinea un quadro delle incomprensioni e dei contrasti che Cristo dovette affrontare durante il suo ministero,difficoltà che in seguito ne avrebbero determinato la condanna a morte. Questo salmo molto suggestivo fa parte della monumentale raccolta Estro poetico-armonico, che comprende i primi cinquanta salmi nella raffinata parafrasi poetica del nobile Girolamo Ascanio Giustinian, che Marcello seppe rivestire di una musica di inopinata modernità, con uno stile molto variegato, nel quale il violoncello non si limita a svolgere una mera funzione di basso, ma assume spesso una funzione concertante, intrecciando un intenso dialogo con le cantanti.
I due eventi cardine della Settimana Santa, ovvero l’Istituzione dell’Eucarestia e la Crocifissione – vengono evocati da due pagine da carattere fortemente contrastante, l’Ego sum panis vivus, tratto dai Mottetti op. 4 di Antonio Caldara, e il dolente Crucifixus del Credo RV 592 di Vivaldi. Quest’ultimo brano è unanimemente considerato uno dei lavori più dolorosamente sinceri della produzione sacra del Prete Rosso, con un’atmosfera dolente e luttuosa espressa dal canto esitante del soprano e del contralto sulla base di un basso continuo dai toni angoscianti, che si colloca ad anni luce di distanza dalla partecipazione di facciata di molte altre opere coeve. Dopo il “consummatum est” e la fine delle sofferenze del Cristo in croce reso dal Grave di Bernardo Sabatini, organista veneziano che per alcuni anni ricoprì l’incarico di assistente del celebre compositore tedesco Johann Rosenmüller all’Ospedale della Pietà (dove circa vent’anni più tardi sarebbe approdato Vivaldi), il programma si chiude con il brano iniziale dello Stabat Mater RV 621 di Vivaldi, drammatica immagine dell’indicibile dolore provato dalla Vergine di fronte al corpo senza vita del suo Figlio Unigenito.
Gli Armonici della Serenissima
Ensemble formato nel 2019 da musicisti che riuniscono le loro diverse esperienze e competenze. Sono stati invitati a esibirsi in vari festival in Italia e all’estero. Hanno tenuto concerti di musica sacra e realizzato spettacoli curandone regia e drammaturgia.
Scaini Francesca
Dopo la maturità classica, si iscrive al Conservatorio “Benedetto Marcello” di Venezia, diplomandosi con il massimo dei voti, come migliore allieva riceve la medaglia d’argento del Presidente della Repubblica. Si perfeziona all’Accademia della Voce di Torino, frequentando masterclass con Virginia Zeani, Franco Corelli, Alfredo Kraus e Raina Kabaivanska; frequenta inoltre la Renata Scotto Opera Academy. Nel 1999 viene scelta dal celebre mezzosoprano Brigitte Fassbänder come Desdemona nell’allestimento dell’Otello di Verdi. Nel 2000 sempre Desdemona a Montpellier, con la regia di Del Monaco. Nel 2001 vince per la categoria soprani il Premio Maria Callas, nuove voci per Verdi.
Per cinque anni è stata la Prima Donna della Staatsoper di Hannover, debuttando nei ruoli di Aida, Donna Anna, Fiordiligi, Amelia (Ballo in Maschera), Leonora (Trovatore), Jenufa, Adriana Lecouvreur, Tosca. Altri ruoli in repertorio: Anna Bolena, Elisabetta del Don Carlo, Butterfly, la Gioconda ed Elvira (Ernani). Si è esibita nei maggiori teatri e sale da concerto europei e non, tra i quali l’Opéra di Parigi, La Fenice di Venezia, al Teatro Bellas Artes di Città del Messico e con l’orchestra Filarmonica Messicana.
Da ricordare la Tosca andata in scena nella stagione 2009-10 a Trento, Pisa e Rovigo: un’appassionata e coraggiosa interpretazione come Floria con la dinamica regia di D. Gentili e la direzione di V. Galli, inoltre una produzione dell’Attila di Verdi nei luoghi del libretto, davanti al sagrato della basilica di Aquileia. Svolge un’intensa attività concertistica soprattutto cantando nel mondo la Messa da Requiem di Verdi, solo per citare alcune delle occasioni: Odense (Danimarca), Brno, Kiev. Attiva da sempre anche nel campo della musica contemporanea ricordiamo: per il Teatro La Fenice nel ciclo Sonopolis come protagonista dell’opera Jopal di Hans Jochenn Hespos, che ha vinto il premio come migliore produzione contemporanea tedesca del 2005, regia di A. Viebrock, direttore J. Harneit.
Il contatto con grandi registi del panorama internazionale (Ally, Del Monaco, Bieto, Decker, Viebrock, De Monticelli) ha stimolato un suo particolare interesse per il rapporto suono-movimento sia come interprete sia a livello didattico: è stata invitata a tenere lezioni presso la Facoltà di canto dell’Università di Città del Messico, appassionata didatta tiene regolarmente masterclass di canto e di arte scenica.
Dissera Bragadin Giovanna
Si diploma presso il conservatorio Benedetto Marcello di Venezia con il massimo dei voti in flauto traverso, canto gregoriano, musica liturgica prepolifonica e strumenti antichi. Cantante versatile dal barocco al contemporaneo.
De Rosso Silvia
Silvia De Rosso ha studiato con Roberto Gini, presso il Conservatorio “Arrigo Boito” di Parma diplomandosi nel 2011 e con Bettina Hoffmann, presso il Conservatorio “A. Pedrollo” di Vicenza conseguendo il Diploma Accademico Sperimentale di II livello con il massimo dei voti nel 2015.
Favot Luigino
Si diploma presso il conservatorio “J. Tomadini” di Udine in organo e composizione organistica. Laureato in architettura, si occupa di ristrutturazione, restauro e progettazione di nuovi strumenti. Dal 2001 è organista titolare presso il Duomo di San Vito al Tagliamento. Direttore artistico della “Ass. Card. Daniele Delfino-Onlus” che opera per la tutela degli organi del Friuli – Venezia.
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Articolo pubblicato il 31/05/2021