Marco Cappato sfida nuovamente la legge aiutando una donna suicida

Quali conseguenze legali ci saranno?

In questi giorni di caldo afoso e di campagna elettorale in pieno fermento l’Italia si trova nuovamente a dover parlare di fine vita.

Nella mattinata di mercoledì 3 agosto Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, si è presentato presso una caserma dei Carabinieri di Milano per autodenunciarsi per il reato di “aiuto al suicidio”.

Nei giorni scorsi, infatti, Cappato ha accompagnato una signora di 69 anni in Svizzera per permetterle di sottoporsi alla pratica del suicidio assistito.

La signora in questione prima di sottoporsi alla morte per induzione ha registrato un “video testamento” per spiegare le sue ragioni, spiegare come mai si è rivolta a Cappato e dare alcune informazioni che potranno essere utili all’Associazione Luca Coscioni durante il dibattimento giudiziario.

Ma perché un signora ancora relativamente giovane ha deciso di prendere una decisione tanto drastica?

La spiegazione ce la fornisce direttamente la Coscioni che in una nota stampa scrive: “Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, si trova in Svizzera per dare seguito alla richiesta di aiuto ricevuta da parte di una signora veneta di 69 anni, paziente affetta da una importante patologia oncologica polmonare irreversibile con metastasi, che ha chiesto di essere accompagnata nel paese elvetico per poter accedere legalmente al suicidio assistito”.

La stessa associazione fa sapere che la signora “non dipende da dispositivi di trattamento di sostegno vitale, non assume farmaci, salvo antibiotici e antidolorifici secondo necessità. Insieme alla famiglia, che comprende e rispetta la sua volontà, aveva contattato il Numero Bianco dell’Associazione Luca Coscioni per avere maggiori informazioni. Consapevole di non avere sostegni vitali ha preferito andare in Svizzera senza attendere ulteriormente. Un’attesa ulteriore avrebbe potuto, infatti, determinare ulteriori sofferenze e peggioramenti vista la progressione della malattia già in fase avanzata”.

Nove anni fa Cappato e l’Associazione Luca Coscioni avevano presentato una legge d’iniziativa popolare che però il Parlamento non ha mai discusso.

Proprio per questo Cappato, prima di autodenunciarsi per aver accompagnato la signora a morire in Svizzera, ha dichiarato: “siamo arrivati a questa situazione che di fronte alla richiesta di Elena, potevano girarci dall’altra parte o darle l’aiuto che cercava, alla luce del sole e assumendoci totalmente la responsabilità di questo.

Dalla Corte Costituzionale, presieduta da Giuliano Amato, è stato impedito al popolo italiano di decidere, in un modo o nell’altro, sulla legalizzazione dell’eutanasia.

Anche la Legge di iniziativa parlamentare non sono riusciti ad approvare. Noi abbiamo questa strada oggi, nella prossima legislatura si vedrà. La bocciatura del referendum incide, perché se a giugno si fosse votato, se la Corte Costituzionale non avesse accampato pretesti per impedire a cittadini di votare oggi non saremmo qui”.

Il mondo cattolico si è subito fatto sentire ed ha rammentato sui diversi social network che “l’eutanasia volontaria, qualunque ne siano le forme e i motivi, costituisce un omicidio. E’ gravemente contraria alla dignità della persona umana e al rispetto del Dio vivente, suo Creatore” come dice l’articolo 2324 del Catechismo della Chiesa Cattolica.

I candidati al Parlamento per la prossima legislatura come si comporteranno su questo tema? Terranno presenti le istanze del popolo cattolico – maggioritario nel Paese – o seguiranno le richieste pressanti del mondo radicale e dell’Associazione Luca Coscioni?

Noi, come sempre, monitoreremo la situazione e vi terremo informati.

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Articolo pubblicato il 04/08/2022