Bergoglio preferisce Viktor Orban ad Enrico Letta

La posizione della Santa Sede è chiara: sì alla vita, no alla morte.

Come tutti ormai sanno, nei giorni scorsi, Jorge Mario Bergoglio ha ricevuto in Vaticano il presidente ungherese Katalin Novak il quale, uscito dall’udienza privata ha dichiarato: “il Santo Padre si è particolarmente interessato alla politica della famiglia ungherese. Ha accolto con favore il fatto che i matrimoni siano raddoppiati e gli aborti dimezzati. Ha ringraziato per la difesa di famiglie tradizionali e cristiani perseguitati”.

Queste parole, nel bel mezzo della campagna elettorale italiana, suonano come un ceffone a man rovescia sulla faccia di quella Sinistra che sta proponendo al proprio elettorato un programma che sembra stato scritto dalle Lobby Gay.

La Santa Sede fa sapere che “durante i colloqui in Segreteria di Stato, è stata espressa soddisfazione per le buone relazioni bilaterali. Ci si è quindi soffermati su alcune questioni di comune interesse, quali la famiglia, la promozione e cultura della vita, i giovani e la situazione dei Cristiani in Medio Oriente”.

Bergoglio, che la Sinistra cita spesso come fosse un suo numerario, a quanto pare tiene più a difendere la vita, contrastare l’aborto e proteggere la famiglia tradizionale anziché sposare le teorie gender tanto care ad Enrico Letta (Partito Democratico) e ai suoi sodali.

Solo qualche giorno fa, infatti, Letta aveva attaccato Matteo Salvini (Lega)dicendo: “Salvini è riuscito a dire che il suo modello di famiglia è quello dell’Ungheria di Orban. Io non avrei mai immaginato che si sarebbe arrivati a tanto, al fatto che un Paese che è sotto sanzioni da parte della Commissione Europea per i suoi continui strappi rispetto ai valori dell’UE diventi il nostro punto di riferimento. Noi diciamo no, noi ci batteremo perché l’Italia non diventi l’Ungheria di Orban”.

Probabilmente il Segretario del “Partito Democratico” non è particolarmente attento a ciò che accade “oltre Tevere” e non ha sentito che al Vaticano piace molto la politica di Viktor Orban mentre invece, proprio a Bergoglio, non piace per nulla la politica mortifera che serpeggia fra gli scranni parlamentari del PD.

Solo un paio di mesi fa, infatti, l’inquilino di “Santa Marta”, intervistato da un giornalista sulla sentenza della Corte Suprema USA – quella che ha ribaltato la storica sentenza Roe contro Wade – aveva detto che la pratica dell’aborto equivale “all’assunzione di un sicario. E, in più, aveva aggiunto: “Chiedo: è legittimo, è giusto eliminare una vita umana per risolvere un problema?”.

Con questo non si può dire che il Vaticano stia entrando nelle questioni della Repubblica Italiana per sostenere questo o quello schieramento politico ma, certamente, si può dire che il programma del “Partito Democratico” non piace per nulla alle alte sfere della Chiesa Cattolica.

Anche sulla legalizzazione delle droghe – di cui il PD si sta facendo paladino assieme a Emma Bonino di “+ Europa” – Bergoglio ha le idee molto chiare e le espresse senza mezzi termini nel 2013 durante il suo Viaggio Apostolico in Brasile.

In quell’occasione, intervistato dai giornalisti di tutto il mondo disse: “Non è con la liberalizzazione dell’uso delle droghe, come si sta discutendo in varie parti dell’America Latina, che si potrà ridurre la diffusione e l’influenza della dipendenza chimica. E’ necessario affrontare i problemi che sono alla base del loro uso, promuovendo una maggiore giustizia, educando i giovani ai valori che costruiscono la vita comune, accompagnando chi è in difficoltà e donando speranza nel futuro”.

Tra 26 giorni gli italiani entreranno nella cabina elettorale per scegliere quale partito li rappresenterà in Parlamento per i prossimi cinque anni. Sceglieranno chi vuole aborto, eutanasia e droga libera o chi difende la vita, incentiva le nascite e cerca di costruire un clima di sicurezza e legalità?

Come sempre noi staremo a vedere con grande attenzione gli sviluppi e vi renderemo partecipi delle nostre scoperte.

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Articolo pubblicato il 31/08/2022