L'asse Meloni-Orban disturba il sonno del PD

Enrico Letta torna ad attaccare Giorgia Meloni per le sue affinità politiche con Viktor Orban.

Enrico Letta non sa più come attaccare Giorgia Meloni e “Fratelli d’Italia”. L’idea che la Destra possa insediarsi democraticamente a Palazzo Chigi non gli fa prender sonno.

In questi giorni il leader del “Partito Democratico” ha iniziato una campagna denigratoria su Twitter degna dei più grotteschi circoli politici degli anni ’80. Per cercare di delegittimare la leader di FdI, Letta ha condiviso un video montato in cui paragona Giorgia Meloni a Viktor Orban, primo ministro dell’Ungheria.

Nel video vi sono alcuni spezzoni di discorsi che i due leader hanno tenuto dinanzi ai loro sostenitori in pubblici eventi di grande successo. Il primo frame è dedicato alla Meloni che dice: “Quella che abbiamo visto in Italia, cinquecento mila immigrati in tre anni, è un’invasione pianificata e voluta: si chiama sostituzione etnica e noi non la consentiremo”.

Il secondo frame riguarda Orban che, dinanzi ad una foltissima platea, tuona: “la seconda sfida è la migrazione che potremmo anche chiamare sostituzione della popolazione o invasione. Noi non siamo una razza mista, noi vogliamo mescolarci gli uni con gli altri ma non vogliamo diventare persone di razza mista”.

Enrico Letta, con la condivisione di questi filmati, ha pensato di delegittimare agli occhi dell’elettorato due leader che sono apprezzati nel mondo per la loro coerenza e la loro presa di posizione netta e decisa sulle migrazioni incontrollate tanto care all’Unione Europea.

Al leader del “Partito Democratico”, eccelso accademico dell’Università “Sorbona” di Parigi, sfugge però che una grande giornalista ed intellettuale di nome Oriana Fallaci, qualche anno fa scriveva così: “noi italiani non siamo nelle condizioni degli americani. La nostra identità culturale non può sopportare un’ondata migratoria composta da persone che in un modo o nell’altro vogliono cambiare il nostro sistema di vita. I nostri valori. Da noi non c’è posto per i muezzin, per i minareti, per i falsi astemi, per il loro fottuto Medioevo, per il loro fottuto chador. E se ci fosse, non glielo darei. Perché equivarrebbe a buttar via Dante Alighieri, Leonardo da Vinci, Michelangelo, Raffaello, il Rinascimento, il Risorgimento, la libertà che ci siamo bene o male conquistati, la nostra Patria. Significherebbe regalargli l’Italia. E io l’Italia non gliela regalo”. Oriana Fallaci, per chi non lo sapesse, era comunista.

Enrico Letta ogni giorno attacca la Destra tacciandola di Fascismo, revisionismo storico, scellerato sovranismo ma non si rende conto che anche a Sinistra il pensiero sui migranti e sull’invasione islamica dell’Italia non è poi tanto dissimile.

Matteo Simonetti, autore di “Kalergi. La prossima scomparsa degli europei”, rivela la storia nascosta dell’Unione Europea, la quale sin dalle origini nasce come opera antidemocratica delle élite finanziarie contro i popoli europei.

In questo saggio Simonetti scrive chiaramente che “orde migratorie dei giorni nostri sono dovute ad una regia occulta che sta lavorando alla sostituzione di popoli e che colpisce con l’epiteto di razzista chiunque pretenda anche solo di ficcare il naso nella questione, pur appoggiandosi a prove concrete”.

Nell’analizzare la prossima inevitabile scomparsa degli Europei, l’autore analizza gli scritti ed il pensiero del conte Kalergi, considerato il Padre dell’Europa, e mostra in modo cristallino la situazione di debito pubblico, tagli al sociale, colonizzazioni economiche, azzeramento delle identità culturali che stiamo vivendo.

Simonetti non è un improvvisato ma un apprezzato docente di storia e filosofia con decine di articoli pubblicati e conferenze seguite in tutta la penisola. La sua analisi porta alla luce un’inquietante macchinazione dei potentati economici ai danni del continente europeo. In modo più aulico ed accademico esprime il medesimo pensiero della Fallaci.

Non si può poi chiudere gli occhi dinanzi ai tanti, troppi, crimini compiuti da immigrati sul nostro suolo nazionale. Le carceri nostrane sono zeppe di immigrati che hanno stuprato, rapinato, spacciato droga, compiuto azioni deplorevoli contro il patrimonio, e così via.

A che pro importiamo queste “risorse” in un Paese che è già ammorbato da oltre dieci anni di crisi economica e da una disoccupazione imbarazzante per una nazione facente parte del G8?

Da Enrico Letta e dai suoi sodali sarebbe interessante avere delle risposte ma, lo sappiamo bene, quando si parla di crimini legati all’immigrazione il PD batte in ritirata come fecero i tedeschi dinanzi agli Alleati.

A proposito di Viktor Orban, poi, andrebbe ricordato a Letta che “l’Ungheria ha in Costituzione il sostegno alla famiglia e ai figli. Crollano gli aborti, raddoppiano i matrimoni, il reddito disponibile per chi è genitore è cresciuto in 7 anni del 63%. Orban spende in aiuto alla famiglia il 5% del Pil, di preciso perché questo sarebbe un male?”.

Ad esprimere questo pensiero non è un pericoloso fascista o un reazionario sovversivo ma Mario Adinolfi, fondatore e leader del “Popolo della Famiglia”, già deputato dell’area cattolica del “Partito Democratico”.

Al Nazareno dovrebbero aprire un pochino gli occhi per indirizzare lo sguardo verso ciò che accade oltre i nostri confini. Scoprirebbero che dietro gli spot demagogici, che lanciano come monetine nel pozzo, c’è solo tanta becera e crassa ignoranza.

Il 25 settembre si avvicina e gli italiani tireranno le somme rispetto ad una campagna elettorale non fondata sui contenuti ma sul livore e gli insulti gratuiti.

Enrico Letta e il “Partito Democratico” vinceranno le elezioni? E’ presto per dirlo ma noi, come sempre, staremo sul pezzo e vi daremo tutte le informazioni del caso.

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Articolo pubblicato il 18/09/2022