Le inconsistenti tesi di Benedetto Della Vedova

La campagna elettorale di "+ Europa" si conclude com'è iniziata: attaccando gli avversari.

Domani gli italiani si recheranno ai seggi per scegliere il nuovo Parlamento ed il nuovo Governo per l’Italia.

Come cronisti – rispettando una bizzarra legge che c’è solo in Italia – non abbiamo potuto diffondere e citare i sondaggi nei nostri articoli ma è noto a tutti che Giorgia Meloni è la favorita per varcare il portone di Palazzo Chigi.

A confermare ciò la cattiveria ed il livore che gli avversari di “Fratelli d’Italia” hanno espresso contro la Meloni e i suoi alleati.

Uno dei detrattori più pungenti è stato senz’altro Benedetto Della Vedova, segretario nazionale di “+ Europa” e braccio destro di Luigi Di Maio al Ministero degli Esteri.

Invitato al “Forum Ansa” Della Vedova ha detto: “Il voto del Parlamento Europeo ha fatto chiarezza. Per me e per noi era chiaro molto tempo fa che Salvini e Meloni hanno sempre considerato Orban un loro modello. Sono amici politici, si invitano nelle feste, firmano insieme manifesti sull’Europa del futuro, che è l’opposto di quello che vogliamo noi. Orban è sempre stato un modello per la destra italiana.

Orban da tempo dice che è per una democrazia illiberale. Che Salvini e Meloni vedano in Orban un modello è un problema. Il regime fascistoide di Orban è l’opposto di quello che crediamo debba accadere in Europa e in Italia. Meloni, di fronte al voto del Parlamento Europeo sulla mozione di censura sulla non democraticità del regime di Orban, ha detto che è stato eletto e va tutto bene. Dimostra un’idea di democrazia fuori dallo schema di stato di diritto.

Orban ha soggiogato il potere giudiziario, ha chiuso tutti i media tranne quello dei suoi amici, ha chiuso le università, conculca i diritti umani, compresi quelli LGBT. Il fatto di non condannare Orban e anzi di giustificarlo dicendo che ha vinto le elezioni è gravissimo. Non c’è nessun elemento di demonizzazione, la destra da tempo vuole quel modello”.

Da un adepto di Emma Bonino non c’era da aspettarsi una grande argomentazione politica ma è chiaro a tutti che nel discorso di Della Vedova ci sono una serie infinita di inesattezze.

Innanzitutto bisogna dire che Giorgia Meloni ha sempre detto – e continua a farlo – che lei non prende nessuno a modello e, anzi, fa tutto in funzione di un maggior ruolo geopolitico dell’Italia nel mondo.

Dopodiché va detto ai militanti di “+ Europa” che la Destra italiana non ha mai detto, scritto o propagandato di ispirarsi ad Orban e al Governo d’Ungheria. La stima personale e la condivisione di principi ed idee fra due leader politici – quali Giorgia Meloni e Viktor Orban sono – non costituisce né un reato né un atto di sudditanza ad un Paese terzo.

In terza battuta a Della Vedova va ricordato che il principio di democrazia non può essere cambiato quando fa più comodo a chi ne parla.

Che ad Emma Bonino e ai suoi “Lanzichenecchi” non piaccia nessun leader che si oppone alla dittatura del gender, alla forzatura delle Lobby LGBT, all’islamizzazione delle nazioni, è noto a tutti. Ciò nonostante Viktor Orban è stato democraticamente eletto e dunque è più che legittimo che Giorgia Meloni dica: “è stato eletto e va tutto bene”.

A Della Vedova tocca rammentare che in Italia abbiamo avuto un Presidente del Consiglio di nome Mario Draghi che, a differenza di Orban, non è stato eletto. Nonostante ciò Draghi si è permesso il lusso di portarci in un conflitto per procura contro la Federazione Russa, ha danneggiato le famiglie italiane con un aumento spropositato sulle bollette energetiche e, soprattutto, ha fatto quadruplicare gli sbarchi di immigrati sulle nostre coste.

In questo caso il Parlamento Europeo non solo non è intervenuto ma ha sempre elogiato lo stile autoritario di un Draghi che non è stato eletto da nessuno ma che è stato portato all’attenzione dei parlamentari da Sergio Mattarella.

Ciò che urta le istituzioni europee e la Sinistra europea è il fatto che Viktor Orban - come peraltro Vladimir Putin in Russia, Andrzej Duda in Polonia e Giorgia Meloni in Italia - non si piega ai diktat dei tecnocrati omosessualisti e non consente alle Lobby LGBT di usare mezzi d’informazione e di comunicazione per influenzare le menti dei più piccoli con le pericolose dottrine del gender.

Domani gli italiani entreranno nella cabina elettorale con in mano la matita e le schede elettorali per Camera e Senato. Nel segreto dell’urna potranno scegliere se votare un partito che parla solo di LGBT, matrimonio egualitario e droga libera oppure se votare un partito che parla di sovranità nazionale, politica economica a difesa delle famiglie, sicurezza nazionale e difesa dei confini.

Certamente monitoreremo la situazione e vedremo ciò che il Popolo sovrano avrà scelto.

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Articolo pubblicato il 24/09/2022