Il Reddito di Cittadinanza divide la politica

Il Governo di Centro-Destra riuscirà a metter mano a questo ennesimo sussidio di Stato?

Giuseppe Conte, attuale leader del “Movimento 5 Stelle”, ha ottenuto il 15% delle preferenze alle elezioni politiche del 25 settembre scorso.

La maggior parte dei commentatori politici, dei giornalisti e dei candidati fra le fila del Centro-Destra, sostengono che un risultato così alto sia figlio della promessa della salvaguardia del Reddito di Cittadinanza (RdC).

Anche noi sulle colonne del nostro giornale abbiamo sostenuto tale tesi visto che Conte e i suoi “Lanzichenecchi” sono in Parlamento da anni e non hanno né aperto il palazzo “come una scatoletta di tonno” né creato occupazione stabile e welfare sostenibile.

Beppe Grillo, il padre putativo del M5S, vista la brutta aria che tira nei confronti del RdC, il 3 ottobre scorso, ha lanciato un appello dal titolo “Brigate di Cittadinanza, a rapporto!”.

In questo appello Grillo scrive: “Oggi, i percettori di reddito di cittadinanza sono circa 3 milioni, molti dei quali con competenze che vorrebbero mettere a disposizione della comunità. E infatti sarebbe anche previsto che lo possano fare ma “qualcuno” preferisce impedirglielo, creando ostacoli burocratici per renderlo irregolare, se non illegale, perché è più comodo usarli come carne da cannone per fare la guerra ai poveri”.

Molti percettori di RdC sentiti in questi mesi hanno detto anche a noi la stessa cosa: “ci siamo offerti per fare qualche lavoro socialmente utile ma ci è stato detto che non si può perché la Pubblica Amministrazione non può farci lavorare senza assicurazione sanitaria, infortuni, …”.

Incredibile visto che le nostre città sono sporche, le panchine sono rotte e da ripitturare, le aree verdi sono incolte e non manutenute, i parchi giochi sono spesso delle latrine più che degli spazi ludici protetti.

Come mai il legislatore non ha previsto – all’interno del RdC - una convenzione con un’assicurazione al fine di riabilitare il soggetto percettore nella comunità lavorativa? Probabilmente perché il Reddito di Cittadinanza è nato come ennesimo strumento sussidiario e non come immediato intervento economico dello Stato a sostegno del lavoro e dei lavoratori.

Beppe Grillo non accetta questo atteggiamento dello Stato ed allora continua: “Chiamo a rapporto le Brigate di Cittadinanza, cittadini volenterosi che vogliano offrire il loro operato “illegalmente” per aiutare la comunità in cui vivono, con lavori e opere di bene nel proprio quartiere o nel proprio paese, perché servire la comunità è un dovere ma anche e soprattutto un diritto di ognuno. Cittadini che si possano sentire liberi di poter riparare una panchina dismessa, ripristinare un giardino abbandonato, costruire giochi per i bimbi, mettersi a disposizione per il prossimo”.

Come cronisti dobbiamo dire che, sin da quando il RdC è entrato in vigore, i cittadini hanno detto: “se gli diamo questi soldi facciamoglieli guadagnare”, per cui l’intento nel Paese c’era. Ci chiediamo come mai Sindaci, Presidenti di Province e Regioni, Comunità Montane, ecc… non abbiamo cercato una soluzione in tal senso.

I sussidi fini a se stessi non solo non servono a nulla e non risolvono i problemi ma creano squilibri sociali, tensioni politiche e malcontento in quella parte di popolazione che ha la “colpa” di andare a lavorare e sudarsi il pane che porta in tavola.

Senza dubbio continueremo a seguire la vicenda nella speranza che il prossimo Governo prenda dei provvedimenti in tal senso. E’ necessario, in un Paese laborioso come il nostro, creare lavoro, dare dignità ai lavoratori e strutturare un welfare solido e lungimirante.

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Articolo pubblicato il 09/10/2022