Lorenzo Fontana è il nuovo Presidente della Camera

Ampio sostegno al candidato del Centro-Destra per lo scranno più alto di Montecitorio.

Nella giornata di ieri, poco dopo le 12, la Camera dei Deputati ha scelto il suo presidente per la XIX Legislatura. A guidare l'importante Aula della democrazia di Montecitorio sarà Lorenzo Fontana, vicesegretario della “Lega” ed ex-Ministro per la Famiglia e le Disabilità.

Come previsto dal Regolamento, l'onorevole Fontana ha tenuto un breve discorso che – in buona sostanza – si può concentrare in una frase: “la grandezza dell'Italia è la diversità”.

Dopo i saluti di rito alle altre cariche dello Stato, Fontana ha voluto “dedicare un primo saluto al Pontefice che rappresenta un riferimento spirituale per la maggioranza dei cittadini italiani”.

Discorso, come detto, breve ma ricco di spunti di riflessione e ispiratori di quello che sarà il mandato presidenziale che Fontana intede portare avanti.

Nelle sue poche parole un riferimento a san Tommaso d'Aquino, sommo filosofo e teologo impareggiabile, al beato Carlo Acutis, modello per la santità giovanile nella vita ordinaria, ed un emozionato ringraziamento al suo “padre” politico Umberto Bossi, colui che lo ha fatto innamorare della “Lega” e dell'impegno per il Popolo Italiano.

Chi, come noi, segue la politica con costanza sa che Fontana è un Cattolico praticante e che è da sempre recettore dei voti di quanti non vogliono le famiglie arcobaleno, l'aborto come soluzione sbrigativa ad una vita indesiderata, e l'immigrazione di massa volta – per citare Oriana Fallaci – a “compiere una sostituzione etnica”.

Celebre la frase del neo-Presidente della Camera che, incalzato dai giornali di Sinistra sul tema LGBT, rispose: “Abbiamo affermato cose che pensavamo fossero normali, quasi scontate: che un Paese per crescere ha bisogno di fare figli, che la mamma si chiama mamma (e non genitore 1), che il papà si chiama papà (e non genitore 2)”.

Come famosa è la citazione presa dal suo libro “La culla vuota della civiltà. All'origine della crisi” in cui Lorenzo Fontana scrive: “Da un lato l'indebolimento della famiglia e la lotta per i matrimoni gay e la teoria del gender nelle scuole, dall'altro l'immigrazione di massa che subiamo e la contestuale emigrazione dei nostri giovani all'estero. Sono tutte questioni legate e interdipendenti, perché questi fattori mirano a cancellare la nostra comunità e le nostre tradizioni. Il rischio è la cancellazione del nostro popolo”.

Il 25 settembre gli italiani hanno espresso chiaramente cosa vogliono per i prossimi cinque anni.

Votando il Centro-Destra gli elettori hanno detto sì alla famiglia tradizionale (l'unica esistente), no alle famiglie arcobaleno, sì alla creazione di lavoro stabile per gli italiani, no all'arrivo di manodopera estera che costringe i nostri giovani ad emigrare, sì alla salvaguardia del nostro patrimonio culturale, no all'impoverimento della cultura figlio dell'immigrazione di massa.

I deputati che ieri hanno scelto il nuovo Presidente della Camera hanno pienamente risposto al mandato ricevuto dal Popolo, identificando in Lorenzo Fontana l'uomo giusto per guidare i lavori parlamentari durante tutta la legislatura che si accinge a partire.

Il “Partito Democratico”, dimostrando poco rispetto per chi ha vinto le elezioni in modo del tutto democratico, per mano degli onorevoli Alessandro Zan e Rachele Scarpa, prima dell'inizio delle votazioni ha srotolato uno striscione con su scritto “No a un presidente omofobo e pro Putin”. Il riferimento era chiaramente a Lorenzo Fontana.

Se mai ci fossero stati dubbi in merito, a dissiparli lo stesso Zan che, interloquendo con gli organi di stampa, ha dichiarato: “In aula, contro la candidatura di Fontana. La Destra vuole eleggere un Presidente della Camera amico di Putin, contro i diritti delle donne, esplicitamente omofobo. Lo scivolamento verso Orban inizia affidando il Parlamento a due figure divisive e reazionarie. L'ossessione della Destra contro i diritti emerge già nei primi due giorni di legislatura”.

Il “Partito Democratico” ha fondato tutta la sua campagna elettorale sulle tematiche LGBT e sui cosiddetti Diritti Civili. L'elettorato non si è fatto convincere e ha votato un esecutivo propositivo guidato da Giorgia Meloni.

Oggi i temi urgenti sono quelli del caro bollette, della disoccupazione, dell'inflazione e della grave situazione bellica alle porte dell'Europa. Il Popolo ha fame e vuole risposte. Per le amenità degli LGBT si può benissimo aspettare.

Per il momento non ci resta che fare i nostri migliori auguri a Lorenzo Fontana, per la sua presidenza alla Camera dei Deputati e a Ignazio La Russa, per la sua presidenza al Senato della Repubblica, con la speranza che possano essere per l'Italia servi buoni e fedeli.

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 15/10/2022