Al Teatro Alfieri di Asti grande successo per la Eloise di Karl Jenkins

In scena per la prima volta in Italia l’opera di Karl Jenkins in un bellissimo allestimento delle regista Maria Paola Viano.

Sabato 15 ottobre nel Teatro Alfieri di Asti si è tenuta la prima rappresentazione italiana dell’opera Eloise del compositore contemporaneo inglese Sir Karl Jenkins, organizzata in coproduzione dall’associazione culturale I Musici di Santa Pelagia – che dal 2017 gestisce il Civico Istituto di Musica “Giuseppe Verdi” –l’Academia Montis Regalis e Maestro Società Cooperativa.

 

La regista Maria Paola Viano ha concepito un allestimento tanto semplice quanto affascinante, valorizzato da un sapiente utilizzo delle luci, che hanno sottolineato in maniera veramente efficace le diverse fasi della vicenda.

 

La regia di Viano ha messo in grande evidenza il carattere di ogni personaggio (come si può notare per esempio nel tormentato ruolo della Regina, che non sa perdonarsi il fatto di avere abbandonato i sette figli maschi nelle mani della strega) e lo sviluppo della vicenda, con un’intensità che esprime perfettamente il senso più profondo del libretto di Carol Barratt.

 

La concezione della regista ha trovato piena espressione nelle scene e nei costumi realizzati dagli allievi e dalle allieve dell’Accademia Albertina di Belle Arti, coordinati e amorevolmente seguiti dai loro docenti Massimo Voghera (Scenografia teatrale), Giovanna Fiorentini (Costume per lo Spettacolo) e Gigliola Vinci (Tecniche sartoriali per il costume).

 

Un discorso a parte va fatto per la musica di Jenkins, il cui stile felicemente tonale, intriso di una intensa vena melodica e vivacizzato da repentini scarti espressivi, sembra fatto apposta per smentire quell’abusato luogo comune secondo il quale le opere dei compositori contemporanei siano difficili da comprendere e di ascolto non sempre gradevole.

 

 La musica di Jenkins è invece di grande impatto, come hanno dimostrato le molte persone che in sala accennavano sinuosi movimenti sulla musica che ha accompagnato la prima uscita della strega Volhek e all’uscita canticchiavano il tema del luminoso finale (“Spoon, spoon, silver spoon”). Sotto il profilo timbrico, Eloise rivela una ragguardevole ricchezza di colori, con brillanti impasti sonori in cui gli strumenti a fiato fanno quasi sempre la parte del leone, con la concreta partecipazione di un vasto strumentario di percussioni.

 

In questo va elogiata la prova dell’orchestra diretta da Maurizio Fornero, che ha sfoggiato un tessuto sonoro molto vario, passando con assoluta nonchalance dall’irresistibile impulso della scena iniziale, nel quale si può ravvisare un’eco dello stile di Dmitrij Shostakovich, ai toni sognanti dell’incontro tra Eloise e il Terzo Pretendente e al contagioso giubilo generale del Finale.

Molto apprezzabili tutte le giovani voci soliste, tra le quali si sono distinte in particolare la strega Volhek interpretata con vigore e spiccata espressività dal mezzosoprano Margherita Scaramuzzino, l’intensa Regina di Anna Araghi, la baldanzosa Eloise di Chiara Giambona (capace anche di fare trapelare la fragilità adolescenziale della protagonista e – nel finale – il desiderio di una vera felicità), alle quali si sono aggiunte la Governante di Ingrid Kuribayashi (dalla recitazione vivace e realistica, soprattutto nella scena iniziale) e il Re di Mario Rossetti, ruolo minore ma commovente nella scena del ritrovamento dei figli perduti.

 

I protagonisti principali sono stati affiancati dai tre Pretendenti (caratterizzati in maniera assai vivida dalla regista, che ha individuato una personalità ben definita per ciascuno di loro), dai sette Principi bambini e adolescenti, che si sono fatti apprezzare con una prova solida e del tutto convincente sotto il profilo vocale, i Drogmires e i Vamps della diabolica Volhek (interpretati dagli allievi del “Verdi” di Asti), le Cameriere e i Cortigiani della Scuola Comunale di Musica di Mondovì, che hanno accolto il pubblico con il coro iniziale “Spin ’n polish”, e – infine – i piccoli Filatori di cardo dell’Istituto di Musica “Antonio Vivaldi” di Busca, che hanno suscitato un’intensa emozione tra i presenti.

 

I calorosi applausi che alla fine sono stati tributati a tutti gli interpreti, strumentali e vocali, grandi e piccoli, alla regista Viano, al direttore Fornero e ai tre docenti dell’Accademia Albertina, hanno sancito il successo di una produzione ambiziosa, che per una sera ha portato Asti al centro della scena lirica italiana.

Siamo convinti che questo allestimento di Eloise possa essere il punto di partenza di un percorso artistico di grande spessore, in linea con la candidatura di Asti a Capitale Italiana della Cultura per il 2025, fortemente voluta dal sindaco Maurizio Rasero e dall’Assessore alla Cultura Paride Candelaresi, entrambi presenti in sala.

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 19/10/2022