Benedetto Della Vedova attacca Giorgia Meloni sul tema della cannabis legale

Il Presidente del Consiglio punta a "lavorare sulla crescita dei giovani".

In questi giorni ha giurato il nuovo Governo nelle mani del Capo dello Stato e Giorgia Meloni ha subito fatto un discorso programmatico alla Camera dei Deputati denso di valore e significato, tracciando le linee guida di quello che sarà il percorso attuativo del suo esecutivo.

Ovviamente non si sono fatti attendere i commenti negativi delle opposizioni. Tra questi spicca l’analisi fatta dal radicale Benedetto Della Vedova che, nonostante la sua “+ Europa” non abbia raggiunto il 3%, si trova in Parlamento assieme al compagno di partito Riccardo Magi.

Lo storico esponente “figlio politico” di Emma Bonino, evidentemente ignaro della situazione energetica e del caro bollette che sta massacrando le famiglie, pone la sua attenzione sulla legalizzazione della cannabis. “+ Europa” mantiene fede al suo mandato di parlare di quisquiglie quando il Paese annaspa nei problemi.

Sul suo profilo Facebook l’On. Della Vedova scrive: “Giorgia Meloni in modo sprezzante ha liquidato la legalizzazione della cannabis. Ho risposto che lei vuole lasciare i consumatori e il mercato comodamente in mano alle mafie, a differenza di quanto accade in Canada, Usa e, presto, in Germania. Noi non cambiamo idea su cannabis legale, in attesa che Meloni cambi idea anche su questo”.

In queste parole è condensato il livore di un soggetto politico che, non ha convinto l’elettorato a mandarlo in Parlamento, e per questo sprizza odio da ogni poro.

Giorgia Meloni, e basta leggere il suo discorso, non ha assolutamente affermato di “voler lasciare i consumatori e il mercato comodamente in mano alle mafie”. Questa affermazione è penalmente perseguibile e il radicale Della Vedova dovrebbe esserne a conoscenza.

Il Presidente del Consiglio ha invece detto che: “L’Italia non è un Paese per giovani. La nostra società nel tempo si è sempre più disinteressata del loro futuro, persino del diffuso fenomeno di quei giovani che si auto-escludono dal circuito formativo e lavorativo, così come della crescente emergenza delle devianze, fatte di droga, alcolismo, criminalità. E la pandemia ha decisamente peggiorato questa condizione, ma la risposta di certa politica è stata promettere a tutti la cannabis libera. Perché era la risposta più facile. Ma noi non siamo qui per fare le cose facili. Noi intendiamo lavorare sulla crescita dei giovani. Promuovere attività artistiche e culturali, e accanto a queste lo sport, straordinario strumento di socialità, di formazione umana e benessere. Lavorare sulla formazione scolastica, per lo più affidata all’abnegazione e al talento dei nostri insegnanti, spesso lasciati soli a nuotare in un mare di carenze strutturali, tecnologiche, motivazionali. Garantire salari e tutele decenti, borse di studio per i meritevoli, favorire la cultura di impresa e il prestito d’onore”.

Come si può ben vedere l’On. Della Vedova ha usato un pretesto per attaccare la leader di “Fratelli d’Italia” che, però, ha analizzato una situazione reale e ha parlato di possibili soluzioni per la stessa. Quale “lascito comodo” in mano alle mafie dunque?

Tralasciando l’impietoso attacco del deputato di “+ Europa” analizziamo invece ciò che sta per accadere in Germania.

I colleghi dell’ANSA, in un’agenzia stampa del 26 ottobre scorso, fanno sapere che “il gabinetto tedesco ha approvato un documento con le linee guida della legge sulla liberazione della cannabis in Germania: questa prevede che si possa essere in possesso di una quantità della sostanza ad uso personale ricreativo entro i 30 grammi. “La politica sulle droghe va cambiata” ha affermato il ministro della Salute, Karl Lauterbach, in conferenza stampa a Berlino. Il governo tedesco vuole regolare il consumo e la produzione della cannabis, per depenalizzarla e proteggere meglio anche la salute dei giovani, ha spiegato. Il consumo della cannabis è aumentato. L’anno scorso 4 milioni di persone hanno fatto uso di cannabis in Germania. Il 25% faceva parte della fascia di età fra i 18 e i 24 anni”.

Il ministro Lauterbach dovrebbe spiegare con evidenze scientifiche come pensa di “proteggere meglio anche la salute dei giovani” se permetterà loro di girare con 30 grammi di sostanza stupefacente al seguito. Lo stesso ministro dovrebbe chiarire come si può definire una droga come “sostanza ad uso personale ricreativo”.

Il narcotraffico, lo spaccio di sostanze stupefacenti e la cultura della morte non si contrastano aumentando il limite di sostanza legalmente detenibile ma facendo azioni di formazione, informazione e repressione coercitiva degne di uno stato di diritto.

Abdicare all’azione dello Stato in funzione di una “pedagogica” azione permissiva non farà altro che aumentare il numero dei drogati, il numero dei reati da essi compiuti e il tragico e triste numero dei morti a causa dell’uso smodato – e a questo punto permesso – di sostanze stupefacenti.

Come sempre facciamo, monitoreremo questo aspetto delle politiche permissiviste europee e vi terremo aggiornati. Per il momento possiamo però esprimere sollievo per la linea che il Governo Meloni ha assunto in tal senso.

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Articolo pubblicato il 30/10/2022