La costruzione dell’aeroporto di Fiumicino – Parte seconda

Uno scandalo eclatante con mazzette e favori, tra politici, militari e monsignori

 

Link prima parte: https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=46569

L’assegnazione degli appalti alla ditta Provera & Carrassi esclude però dall’affare la ditta Castelli, saldamente ancorata agli ambienti Vaticani.

Attraverso la mediazione di due monsignori, la ditta Castelli riesce comunque ad ottenere l’appalto per la costruzione di un‘aviorimessa. Il 13 luglio 1958, la ditta Castelli invia una lettera al ministro Togni circa i lavori.

Lo stesso giorno il ministro blocca la procedura già avviata per Fiumicino, convince il consiglio superiore per i lavori pubblici e il Consiglio di Stato a modificare gli appalti e, sempre lo stesso giorno, risponde alla ditta Castelli: “Sta bene!”.

Il 26 luglio 1960, cade il governo Tambroni ed entra in carica il secondo governo Fanfani. Zaccagnini sostituisce Togni ai Lavori Pubblici mentre Andreotti si conferma ancora alla Difesa.

Fiumicino non sarà pronto per le Olimpiadi: il costo iniziale stimato in 15 miliardi, sale prima a 24, poi a 36 .. ad opera compiuta toccherà la stratosferica cifra di quasi 80 miliardi di lire.

Nonostante tutto, l’Aeroporto Leonardo da Vinci il 20 agosto, a ridosso dell’accensione della fiamma olimpica, in fretta in furia venne imbellettato per dare una parvenza di efficienza, ma il principale scalo degli atleti continua ad essere Ciampino. “Alle undici del mattino, l’Onorevole Togni, Ministro dei Lavori Pubblici, consegna all’ Onorevole Andreotti, Ministro della Difesa Aeronautica, l’ aeroporto più grande e moderno d’ Italia, per avviarne la gestione”, così le cronache dei giornali di allora. Ma l’aeroporto non è ancora operativo, lo diverrà solo la notte tra il 14 e il 15 gennaio 1961 quando le compagnie aeree ne presero possesso.

Il primo aereo che atterrò a gennaio per un normale servizio di linea, un «Constellation» della Twa da New York, fu accolto dalle facce felici di centinaia di persone che applaudirono l’arrivo d’oltreoceano e per studiare progetti e idee aeroportuali.

Tre mesi dopo, l’inevitabile. Il fondo della pista numero 1 in calcestruzzo e cemento cede di schianto facendo sprofondare la pista. Le indagini riveleranno che la pista non regge neppure il peso di un aereo medio di allora. Lo scandalo supera i confini della nazione e ha risonanza mondiale, ma nessun responsabile viene condannato.

Sotto la guida del liberale Bozzi, i commissari restano in seduta oltre duecento ore, per un totale di trenta convocazioni, di cui quattro notturne, per l’esame dei risultati, di sopralluoghi, perizie, interrogatori di testimoni, minuzioso studio di bilanci, di contratti di appalto, ricevute per constatare che sotto la pista un velo di semplice cemento e sabbia, si sgretolava appena un aereo toccava terra.

Sei metri cubi di documenti passano al vaglio della Commissione Parlamentare d’inchiesta ma alla fine la commissione non riesce a trovare nessun illecito.

La commissione conclude i lavori come al solito insabbiando il caso e valutando solo i risvolti politici, “rivelando disordine, poco rispetto della legge, e spreco di denaro...” degli 11 anni di ritardo, nessun riferimento.

Così – mentre il colonnello Amici viene promosso generale “per meriti distinti” – il Presidente della Camera Giovanni Leone conclude il dibattito sui risultati della Commissione d’Inchiesta con il motto napoletano: “chi ha avuto, ha avuto ... chi ha dato, ha dato”.

Gli atti vengono inviati alla magistratura ordinaria, per eventuali irregolarità. Nell’ottobre ’63, la procura di Roma, il porto delle nebbie, non riscontrando nulla di scorretto nell’operato, annuncia l’archiviazione del caso, mettendo definitivamente la parola fine alla scandalosa vicenda.

Fiumicino ha richiesto 14 anni di lavori e 31 miliardi di spese (più altri 30 preventivati) per 6500 metri di pista. A Milano, in quattro anni si sono costruiti (tra Malpensa e Linate) 8600 metri di pista con 27 miliardi. La vicenda urbanistica dello scalo continua.

Si parla di un raddoppio dell’aeroporto, con tre nuove piste, su nuovi 1.300 ettari, molti dei quali della “Maccarese spa” azienda dei Benetton che a loro volta controllano anche la ADR, la società di gestione dell’aeroporto. E c’ è chi già grida allo scandalo Fiumicino bis, la storia si ripete.

Politicamente a farne le spese fu solamente il ministro Pacciardi (Pri), onesto, ma sprovveduto, che si trovò molto indebolito politicamente e molto attaccabile nella sua posizione, e per via della storia della moglie che aveva acquistato, (con denaro proprio) un appartamento da una delle società costruttrici, la Manfredi. Risultarono, inoltre collaborazioni dirette con le società immobiliari, in quanto ex ministro della difesa, ciò non era politicamente corretto.

In effetti il coinvolgimento di Pacciardi nello scandalo fu solo marginale ma fece arricchire, e di parecchio, molti imprenditori ed esponenti del vaticano, grandi famiglie romane, imprese edili vicine alla Dc, generali, speculatori. Però la stampa si concentrò quasi esclusivamente contro Pacciardi e l’appartamento della moglie!

Un teorema che segue ancora oggi trascurando i tanti impuniti che restano insospettabili.

Altro ministro criticato è l’onnipresente Andreotti ma quando il Pci presenta una mozione di sfiducia, solo i socialisti la votano, mentre Dc e liberali si opposero, Repubblicani e Socialdemocratici si astennero, Msi e Monarchici addirittura uscirono dall’aula. Risultato dimissioni respinte.

Questo è Fiumicino. Ed è molto peggio di un furto, di una rapina a mano armata, di una incursione di briganti chissà quanti altri Fiumicini ci aspettano.” Profetizzò Indro Montanelli il 27 dicembre 1961, sul Corriere.

Fiumicino rappresenta l’inizio del malcostume italiano, tangenti, malaffare, favori, mazzette, corruzione, imprenditori insaziabili, faccendieri senza scrupoli e padrini politici, referenti e con lo sfondo lo strapotere dei partiti e della politica. Brutto inizio, ma il peggio doveva ancora venire.

Arrivarono i socialisti al governo e la spesa pubblica esplose. Poi la deleteria politica della solidarietà nazionale e del compromesso storico, ingegnate da Enrico Berlinguer ed Aldo Moro, portò il PCI nella stanza dei bottoni.

Seguirono vicende non certo esaltanti, come il prosciugamento del Monte dei Paschi di Siena. Le cronache recentissime lo stanno a dimostrare, con i ben informati che ci assicurano che il Qatar gate, è ancor tutto da scoprire.

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 20/12/2022