Milano - Code imbarazzanti alle mense dei poveri

Il Governo prenda atto e ponga rimedio all'incresciosa situazione.

Il periodo delle vacanze natalizie e del nuovo anno ha portato gioia a molti ma non a tutti.

Diciamo questo partendo dai dati diffusi dall’Opera San Francesco di Milano che ci fa sapere che circa 1.700 persone, nel giorno di Natale, si sono rivolte alla mensa per ottenere un pasto caldo a pranzo o a cena.

Fra Marcello Longhi, presidente dell’Opera San Francesco e frate minore cappuccino, in un’interlocuzione con gli organi di stampa ha fatto sapere: “Ci siamo accorti che il numero delle persone che si rivolgono a noi è cresciuto, ma in modo non drammatico. Proprio per questo anche il giorno di Natale, anche se era domenica, abbiamo voluto rimanere aperti con la nostra mensa. A pranzo si sono rivolte a noi per avere un pasto caldo circa 950 persone e a cena circa 700-750”.

Ai politici, che hanno in mano le sorti economiche del Popolo Italiano, è giusto far presente, come scrive l’“Ansa”, che l’Opera San Francesco “offre un pasto caldo ogni giorno a circa 2.300 persone”. Tante, troppe, persone che non hanno più il necessario per vivere una vita decente e dignitosa!

Fra Longhi non ha paura della povertà e, con la pacatezza tipica dei francescani, ha dichiarato: “Se dovesse esserci un afflusso maggiore di persone bisognose noi siamo in grado di accoglierle perché contiamo su una città sensibile e non sono spaventato da quello che può accadere ma mi preoccupa il sentimento di rabbia da parte di quella gente”.

La povertà non è una colpa, la povertà non può e non deve essere uno stigma. Ciò nonostante lo Stato non può ignorare i poveri e non può neppure dormire dinanzi al 13% di italiani (299 persone) che ogni giorno vanno a mangiare all’Opera San Francesco.

Tra l’altro c’è da considerare che a Milano ci sono migliaia di persone stanche e stufe di vedere code davanti alle mense dei poveri, dei dormitori, dei luoghi di distribuzione del vestiario, e via discorrendo.

Fra Marcello Longhi, a tal proposito, riferisce: “Abbiamo qualche problema con i Comitati di Quartiere che non sopportano il fatto che siano aumentate le persone che ci chiedono aiuto. La loro presenza fuori dalla mensa e per strada viene vissuta come un’offesa al decoro della città. Ma questa gente cosa deve fare? Non può scomparire! Bisogna poter dire ci siamo e ci saremo anche domani, dobbiamo riuscire a far fronte alle difficoltà senza andare l’uno contro l’altro”.

Questo clima di intolleranza, da un lato perfettamente comprensibile, va tenuto presente dal Ministero dell’Interno e dal Governo tutto. Le tensioni sociali, spesse volte, sfociano in aggressioni, agguati e atti di inaudita violenza. Il Governo non si volti dall’altra parte ma prenda atto della situazione e vi ponga rimedio.

Il problema è solo dei milanesi? E’ una situazione solo meneghina?

Don Marco Casale, che gestisce la mensa dei poveri della Brunella a Varese, in merito ha dichiarato: “Stiamo registrando un aumento del 30% degli accessi alla mensa. Abbiamo circa 110-120 accessi al giorno tutti i giorni a fronte dei circa 80 ordinari. Facciamo fronte a un disagio sociale che cresce quando ci sono dei momenti di crisi: lo abbiamo registrato con la crisi del 2008, nel periodo della pandemia e adesso, quando i prezzi e i costi energetici non consentono di arrivare alla fine del mese”.

Parole crude ma reali. La povertà è presente, fa paura e fa rumore.

Il Parlamento romano non può voltarsi dall’altra parte ma deve prendere provvedimenti concreti, urgenti e duraturi.

Giorgia Meloni, che in campagna elettorale ha più volte parlato della povertà, ora che ha varato la Manovra di Bilancio, prenda provvedimento, si sieda al tavolo con la “Caritas”, le mense dei poveri, i Servizi Sociali, e faccia qualcosa per dimostrare che il nostro è un Paese maturo e caritatevole.

Torneremo senz’altro ad occuparci del tema e vi terremo informati.

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Articolo pubblicato il 03/01/2023