Juventus, primo amore! Intervista a Giovanni Cobolli Gigli
Giovanni Cobolli Gigli

Quando a otto anni si incomincia a tifare…

Giovanni Cobolli Gigli ha avuto incarichi prestigiosi in diverse società del Gruppo, ma per tutti è rimasto il Presidente della Juventus: probabilmente è uno dei pochi che è riuscito a dare vita a un suo sogno infantile, quando ha assistito per la prima volta a una partita di calcio dei bianconeri. Gianni Agnelli presiedeva, Aldo Olivieri era l’allenatore e il venticinquenne Giampiero Boniperti il velocissimo e insuperabile attaccante.

È convinto che per realizzare qualsiasi progetto, non solo sportivo, sia necessario costruire una squadra di collaboratori validi, cosa che richiede impegno, dedizione e sicurezza della professionalità dei soggetti…

 

Per rispondere alle sue domande bisognerebbe avere la sfera di cristallo, che ovviamente non ho. Al di là di quanto possa dire io, segnalo il recente intervento di un brillante avvocato, Michele Briamonte, che in data 23 gennaio ha risposto alle domande del giornalista Emanuele Mancuso nella sua rubrica settimanale “La politica nel pallone” con un’analisi critica della situazione, lucida e chiara.

(http://www.grparlamento.rai.it/dl/portaleRadio/media/ContentItem-f7f72874-22a6-4fd4-8a10-7eb1030ac782.html)

 

Come azionista della Juventus e tifoso da oltre settant’anni, esprimo il rammarico che l’avvocato Briamonte - supporto fondamentale durante la mia presidenza, anche nei rapporti all’interno della Lega Calcio - nel periodo successivo abbia cessato la sua collaborazione con la dirigenza Juventus e sia stato sostituito da una struttura interna che, nei fatti, ha dimostrato incapacità nel supportare validamente il presidente. Andrea Agnelli ha deciso di fare a meno di diversi professionisti, due dei quali - Marotta e Briamonte - sono convinto sarebbero stati di maggiore sostegno e la Juventus non si sarebbe trovata ora in acque così agitate.

 

Nuovamente la Vecchia Signora viene punita. Lei e l’avvocato Zaccone avevate lavorato a lungo per traghettarla in serie A con ottimi risultati…

Nel 2006 il lavoro e la competenza dell’avvocato Zaccone sono stati indispensabili per evitare una prima sentenza di giustizia sportiva che avrebbe collocato la Juventus in serie C. Siamo partiti da una condanna in B meno trenta punti per concludere a B meno 9 punti.

 

In un lungo e sofferto Cda il 30 agosto 2006 abbiamo deciso di non violare il vincolo di giustizia sportiva che avrebbe per certo e immediatamente aggravato la posizione della Juve, relegandola in C, o aggravata di maggiori penalità.

 

Ci siamo quindi concentrati per tornare subito alle attività che milioni di tifosi aspettavano.

 

Siamo tornati in serie A con tre turni di anticipo dopo un primo anno di serie B, nonostante la penalizzazione di 9 punti: un fondamentale aiuto è stata la piena collaborazione della squadra, in particolare di Buffon e del capitano Del Piero.

 

Nei due campionati seguenti ci siamo classificati terzi e secondi dietro un Inter - ahimè - a quel tempo sempre vincente.

Abbiamo partecipato a due Champions, con discreti risultati: ma il ricordo indelebile è la partita con il Real a Madrid dove il nostro capitano Del Piero è uscito dopo due splendidi goal salutato da una standing ovation.

 

In collaterale con l’attività sportiva abbiamo iniziato la costruzione del nuovo stadio, creando tutte le premesse per l’edificazione nell’area Continassa di impianti sportivi e alberghieri.

 

Quando lasciai la Juventus a fine ottobre 2009 la squadra era in testa alla classifica nelle prime partite di serie A.

 

Sta per succedere un analogo disastro?

Auguro che il disastro non avvenga e mi conforta quanto detto dal presidente Ferrero che ha espresso la volontà di tutelare la società con una difesa in tutte le sedi - penale, civile e sportiva - e a ogni livello. Rassicurante il fatto che abbia usato termini come competenza, determinazione, pacatezza e senza arroganza.

 

Il presidente ha sottolineato anche la volontà di essere vicino ai tifosi: importanza di tranquillizzare chi oggi mostra timore, smarrimento…

I tifosi sono giustamente preoccupati e hanno bisogno di vedere che la società prenda in pugno la situazione con tranquilla e serena decisione.

 

La sanzione quasi raddoppiata rispetto alle richieste dell’accusa presuppone una grave colpevolezza, forse ricavata dalle 14 mila cartelle trasmesse dalla procura di Torino alla Procura federale...

Nel momento in cui scrivo non si conosce il contenuto della sentenza della corte federale, ma è certo che il ricorso al CONI dovrà contenere tutte le osservazioni su quelle che appaiono già da ora possibili incoerenze.

 

Perché penalizzare la squadra invece di infliggere pene pecuniarie alla società?

Si dovrebbe intervenire sui responsabili delle eventuali colpe di gestione, salvaguardando la società, che è stata coperta da finanziamenti di importanti aumenti di capitale da parte degli azionisti (700 milioni).

 

Sul tema stipendi, avendo anche preso atto del (presunto) documento di Chiellini e compagni, risulta chiaro che i giocatori hanno aderito con spirito di collaborazione a una precisa proposta della società, consapevoli del meccanismo di restituzione di una parte delle quattro mensilità: una mensilità riconosciuta regolarmente, le altre tre condizionate da eventi futuri.

Stona in parte la raccomandazione del capitano alla squadra di tenere riservato l’accordo.

Dopodiché la palla è passata alla società...

 

Riapertura processo UEFA presumibilmente con l’acquisizione di nuove informazioni: giustizia sportiva più rapida e incisiva della ordinaria…

È basilare arrivare a un chiarimento con i dirigenti UEFA, rinunciando definitivamente a progetti troppo ambiziosi che escluderebbero buona parte delle società coinvolte nei vari campionati.

 

Quanto la sentenza può penalizzare anche gli azionisti (grandi e piccoli) 

I piccoli sono stati pesantemente penalizzati… aggiungo che un possibile delisting della società favorirebbe gli azionisti di maggioranza.

 

Il nuovo Cda ha un compito diverso per condizioni diverse…

Deve “semplicemente” concentrarsi sulla difesa della società e sul riequilibrio economico finanziario.

 

Chiamarsi Agnelli è un vantaggio o può dimostrarsi il contrario?

Il vantaggio del cognome ci può essere se si gestisce con attenzione, altrimenti si rischia di accentuare le responsabilità.

 

Tutto iniziato nel 2019 con l’arrivo di Ronaldo a cui era contrario Marotta, esautorato insieme ad altri professionisti…

Grandissimo campione. Mi sono espresso più volte da subito, a partire dalla comunicazione del suo acquisto, sulla non opportunità di questo acquisto: all’epoca ero uno dei pochi, ora sembra che tutti la pensino nella stessa maniera.

 

Andrea Agnelli nell’assemblea del 18 gennaio ha dichiarato “Io personalmente sono convinto di avere operato bene”

È una sua convinzione.

 

L’era di Andrea Agnelli si chiude con nove scudetti consecutivi vinti e tante altre soddisfazioni, ma con qualche situazione poco chiara su temi extra-campo…

Merito al presidente, in particolare per i primi otto; peccato sia stato indotto nella fase finale del suo mandato, anche su stimolo dei collaboratori, a scelte sbagliate che hanno creato situazioni poco chiare.

 

Infine dovremmo sentirci rassicurati anche dalle ultime comunicazioni stampa dell’ingegnere Elkann: ci rassicuri anche sulla volontà di non vendere la società.

 

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Articolo pubblicato il 31/01/2023