La Lobby LGBT contro "Hogwarts Legacy"

L'odio verso J.K. Rowling porta il mondo LGBT a chiederne il boicottaggio.

Nei giorni scorsi vi abbiamo fatto una recensione del neo uscito videogame “Hogwarts Legacy ispirato ai romanzi di Harry Potter, magistralmente scritti da J.K. Rowling.

L’uscita di questo nuovo prodotto legato al mondo del mago più famoso del mondo fantasy ha già mosso decine di milioni di euro e ha dato lavoro a un gruppo non indifferente di sviluppatori software, ingegneri, artisti, ecc…

Tutto questo, però non importa alla Lobby LGBT che, anche quando si tratta di un videogioco, cerca di infilare discordia e di colpire chi non la pensa come lei.

Il sito web “gamespot.com”, specializzato nelle questioni relative ai videogiochi di intrattenimento, ha pubblicato un articolo nel quale spiega per quale motivo si dovrebbe boicottare tutto ciò che – in un modo o nell’altro – può essere ricondotto alla sublime scrittrice J.K. Rowling.

Jessie Earl, autrice del citato articolo, sostiene infatti che “nel giugno 2020 Rowling ha pubblicato un saggio che rifletteva direttamente le opinioni e gli argomenti prevalenti del movimento critico di genere, guadagnandosi così la reputazione di influencer anti-trans”.

La patente di “influencer anti-trans” non ha un riconoscimento scientifico o sociologico definito e determinato dagli esperti del settore, ma è un modo come un altro per colpire chi non è d’accordo con l’ideologia del gender e le sue implicazioni.

Ma ciò non basta alla Earl che insiste dicendo: “la Rowling ha indicato il concetto di “disforia di genere a rapida insorgenza” (ROGD), che postula come vi sia stato un improvviso afflusso di giovani ragazze che si sono improvvisamente identificate come transgender, considerandolo di moda a causa di influencer trans sui social media”.

Il fatto che – specialmente nel Regno Unito – vi sia stato un boom di richieste di cambio sesso in giovani adolescenti non se l’è inventato la Rowling ma è assolutamente consultabile da chiunque negli atti ufficiali delle cliniche che si sono specializzate nella transizione di genere.

Il fatto che questo fenomeno possa essere assimilato ad una moda transitoria e passeggera è sostenuto anche da eminenti uomini di scienza come – per citare un italiano – il professor Paolo Crepet, laureato in Medicina e Chirurgia, specializzato in Psichiatria e laureato in Sociologia.

Proprio il professor Crepet, intervistato dall’Associazione “Pro Vita & Famiglia”, su questo tema ha dichiarato: “Quello che trovo assurdo è che i genitori in accordo con un professionista vadano ad assecondare queste fantasie dei bambini. Non va assecondato: il bambino non è immagine sacra, è una persona che dice una fantasia. Ma da qui a dire di fasciargli il seno e dare ormoni ce ne passa. Che poi da adulti magari ci si ritrova a fare i conti con degli effetti collaterali o con la volontà di cambiare idea, perché la vita sessuale è in continua evoluzione. Proprio perché non voglio il dolore non posso affrettare la vita sessuale soprattutto di chi è in età evolutiva”.

Le parole dello psichiatra sono chiare. Non si può assecondare la fantasia di un bambino o di un adolescente che vuole cambiare sesso. A quell’età non si è in grado di prendere decisioni irreversibili e il rischio che si corre è quello di creare persone mentalmente instabili, confuse, indecise che – una volta scoperto di non poter tornare sui loro passi – possono anche optare per il suicidio.

Questo eminente parere, come quello di centinaia di altri psichiatri, psicologi e psicoterapeuti, evidentemente non interessa alla Lobby LGBT che, sempre per bocca di Jessie Earl, prosegue: “Se non sei disposto a rinunciare a uno spettacolo di solidarietà contro il danno che J.K. Rowling continua a compiere, allora come possono le persone trans essere sicure che sarai disposto a combattere per loro in aree più importanti, come la violenza anti-trans, sia essa fisica, mentale, personale, sistemica o legislativa, specialmente mentre la discriminazione continua a crescere?”.

Qui va posto l’accento su una questione specifica e peculiare. Con questa domanda del tutto accusatoria l’autrice dell’articolo insinua che chi compra il gioco in realtà sostiene e giustifica la transfobia e la discriminazione. Una tesi assolutamente folle.

Sarebbe come dire che chi compra la Nutella giustifica e sostiene l’obesità ed il diabete. Follia!

A conclusione del farneticante articolo la Earl però capisce di aver detto cose al limite della logica e cerca di porre rimedio scrivendo: “Sostenere Hogwarts Legacy, un gioco sulla lotta magica contro i bigotti del fantasy magico, non è sbagliato, ma ignorare la sua eredità all’interno del fanatismo reale lo sarebbe”.

La toppa è perfin peggiore dello strappo. Si dice che chi compra il gioco non fa nulla di sbagliato ma solo se nella vita reale di tutti i giorni sostiene l’ideologia trans. Se l’incauto acquirente, invece, fosse del tutto indifferente al tema oppure – com’è legittimo che sia – contrario all’idea di transizione di genere, allora potrebbe essere definito – suo malgrado – come “bigotto”.

L’odio della comunità LGBT verso J.K. Rowling si trascina ormai dal 2018. Ciò nonostante l’autrice ha sempre tirato diritto sulle sue opinioni e non si è lasciata intimorire dalle pesanti minacce che ha ricevuto negli anni.

A volte c’è da chiedersi se quelli che si dicono discriminati siano davvero le vittime oppure se – magari in modo inconsapevole – non siano i fautori di un sistema che cerca ad ogni costo la contrapposizione ideologica fra individui.

Torneremo certamente sul tema nella speranza che nel mondo finiscano le azioni violente e discriminatorie e si possa aprire una strada vera ed autentica di dialogo.

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Articolo pubblicato il 20/02/2023