Il Virtuosismo sulle quattro corde

Regie Sinfonie propone ad Asti un affascinante parallelo tra violino e violoncello all’insegna del più sfrenato virtuosismo.

Quando si parla di virtuosismo, il pensiero corre spesso al pianoforte e al violino, strumenti che nel corso degli ultimi due secoli si sono visti dedicare da schiere di compositori un gran numero di opere pensate per metterne in risalto le brillanti risorse tecniche ed espressive.

A pochi verrebbe invece in mente il contrabbasso, lo strumento più grave della famiglia degli archi, che in orchestra viene spesso messo in secondo (o terzo) piano da strumenti dalla tessitura più acuta e dal timbro più brillante.

Il concerto in programma sabato 6 maggio alle ore 17 nel Salone dei concerti del Civico Istituto di Musica “Giuseppe Verdi” di Asti sembra pensato apposta per sfatare lo stereotipo duro a morire che agli occhi di molti appassionati ha relegato il contrabbasso a una limitante funzione di supporto armonico, per restituirgli quasi per magia un ruolo solistico di tutto rispetto.

Il programma prevede infatti due opere di Giovanni Bottesini – con ogni probabilità il più grande contrabbassista di tutti i tempi –che saranno eseguite da Giorgio Boffa con il violinista Andrea Bertino, che a sua volta sarà protagonista delle brillantissime Variazioni sul Mosè di Rossini scritte dal virtuoso per eccellenza, Niccolò Paganini.

I due solisti saranno accompagnati da Giovanni Scotta, pianista sensibile e dotato di grande talento.

Una appassionante sfida di bravura tra il contrabbasso e il violino, che vedrà vincitori entrambi a pari merito e anche il pubblico che sarà presente a questo bellissimo concerto.

 

Tra tutte le doti di un concertista, quella che da sempre colpisce maggiormente la fantasia del pubblico è il virtuosismo, termine che identifica un livello eccezionale di padronanza tecnica dello strumento, che consente di affrontare con assoluta nonchalance anche i brani più complessi.

 

Sebbene sia sempre stato presente nella storia della musica, il virtuosismo divenne un fenomeno di primo piano a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo, quando cominciarono ad affermarsi i primi grandi concertisti.

 

Tra i solisti più celebri vi erano soprattutto pianisti e violinisti, con la sporadica aggiunta di qualche altro strumentista, come lo straordinario violoncellista lucchese Luigi Boccherini, per i quali si venne ben presto a creare una vasta letteratura pensata soprattutto per fare rimanere il pubblico a bocca aperta per la meraviglia. Con il passare del tempo iniziarono ad affermarsi anche virtuosi di strumenti meno ovvi o addirittura improbabili come il contrabbasso, che ebbe il suo massimo paladino nel cremasco Giovanni Bottesini, che molti studiosi considerano ancora oggi tra le figure più emblematiche del virtuoso ottocentesco.

 

Il celebre critico Bruno Barilli ci ha lasciato un vivido ritratto di Bottesini e del suo contrabbasso, i cui «arpeggi, le corde doppie e i pizzicati azzeccati saltavano all’aria in una prodigiosa mescolanza, formando una grandiosa e barocca architettura.

 La sua arcata dolce, interminabile, tenace, pacifica e distesa e il suo stile nobile e pieno di sentimento tant’opra facevano da persuadere e indurre il trappolone puntiglioso e refrattario a parlare con voce ammansita, soave, incolorita e fremente.

Niente lo accontentava: istrione, disseppellitore di effetti sempre più rari e pericolosi, egli si rifaceva sotto, mettendo di nuovo tutto a soqquadro per stanare, scuotere e risvegliare il mostro sedentario.

Superando le difficoltà, così a scalinate, sfasciando piramidi d’ottave, sollevando in burrasca il pachiderma sino alle stelle, con uno scrollare avventato, astioso e gigantesco egli frullava l’arco tozzo e formidabile, come una tramontana tempestosa».

Questa descrizione trova piena espressione sia nelle Variazioni su Nel cor più non mi sento, aria più famosa dell’opera La molinara di Giovanni Paisiello, sia – soprattutto – nello spumeggiante Gran Duo Concertante, che vede il contrabbasso dialogare da pari a pari con il violino, con la brillante partecipazione del pianoforte.

 

Virtuoso per eccellenza di violino, il genovese Niccolò Paganini seppe abilmente imporsi su tutti i palcoscenici europei, in uno dei periodi più felici della musica italiana, che poteva contare anche su molti altri fuoriclasse, come il giovane Gioachino Rossini.

Su Paganini fiorirono numerose leggende che ne eternarono il fascino, tra cui quella relativa all’immancabile patto con il diavolo, che non fece altro che accrescerne il divismo. Composte intorno al 1819, le Variazioni sul tema Dal tuo stellato soglio del Mosé in Egitto di Rossini vedono Paganini sfruttare tutte le risorse tecniche ed espressive del violino, presentando il celebre tema rossiniano tre volte, prima del registro grave, poi nell’acuto e infine negli armonici e chiudendo le variazioni con una cadenza di sbrigliata bravura. A questo tema ne segue un secondo, dai toni vagamente marziali, che sfocia in altre tre variazioni e in un Finale di indomita acrobazia, che – oggi come allora – continua a suscitare l’entusiasmo del pubblico.

 

Bottesini e Paganini: due virtuosi che vissero in epoche diverse e condussero carriere molto differenti, ma che furono accomunati da un inarrivabile talento e dal fatto di riposare oggi a pochi passi di distanza nel Cimitero della Villetta di Parma.

 

Sabato 6 maggio 2023 – ore 17

Salone dei concerti del Civico Istituto di Musica “Giuseppe Verdi”

Via Natta 22 – Asti

 

IL VIRTUOSISMO SULLE QUATTRO CORDE

 

Giovanni Bottesini (1821-1889)

Gran Duo Concertante

Variazioni su Nel cor più non mi sento di Giovanni Paisiello

 

Niccolò Paganini (1782-1840)

Variazioni sul Mosè di Rossini

 

Andrea Bertino, violino

Giorgio Boffa, contrabbasso

Giovanni Scotta, pianoforte

 

 

BIGLIETTI

Biglietto unico € 5,00

Per informazioni e prenotazioni di biglietti: segreteria.asti@musicidisantapelagia.com – 0141/1706904 – direttamente in sede in orario 15.30-18.30

 

 

 

ANDREA BERTINO

Andrea Bertino si è diplomato in violino al Conservatorio di Milano nel 1994, sotto la guida del M° I. Krivenski e poi si è perfezionato con V. Brodski, F. Gulli e con P. Vernikov, Z. Shikhmurzaewa e D. Schwarzberg.

 

È stato premiato in numerosi concorsi nazionali e internazionali, e ha vinto il premio speciale “Borsa di studio E.M. Ferraris” di Alessandria. Nel 1995 è stato vincitore della selezione intitolata a Dino Giannini “Un Violino per sognare” di Senigallia con Vadim Brodski come Presidente della Giuria, e con il quale in seguito ha proseguito gli studi.

Andrea Bertino è un musicista poliedrico che si esibisce in vari generi musicali, quali musica classica, jazz, musica folk, popolare e rock progressive. Si è esibito come solista e strumentista in formazioni da camera in Italia, Spagna, Francia, Germania, Svizzera, Austria, Repubblica Ceca, Polonia, Canada, Israele, Turchia e America Latina.

Andrea Bertino suona con il trio “Gli Archimedi” di cui fanno parte anche Luca Panicciari (violoncello) e Giorgio Boffa (contrabbasso), con i quali si esibisce in locali e rassegne del Piemonte e con cui si sono classificati alle finali del “Suonare @ Folkfest 2017”. Da diversi anni Andrea Bertino è insegnante di violino presso l’Istituto musicale “Rocca” di Alba e l’Istituto di Musica “G. Verdi” di Asti, per il quale si è esibito in concerto in varie occasioni, inoltre tiene masterclass di violino e musica da camera.

 

GIORGIO BOFFA

Musicalmente onnivoro, il contrabbassista Giorgio Boffa ha sviluppato il suo background artistico all’insegna della poliedricità.

Dopo esser passato dagli studi di organo e pianoforte a quelli di sassofono, attualmente si dedica costantemente al contrabbasso e al basso elettrico.

È autore di musiche tematiche per diversi generi, come il documentario Langhe DOC di Paolo Casalis, l’album strumentale Cine degli Avec4 prodotto da VideoRadio, la pubblicità in corto di Sony Ericcson con il brano A Cat Story, il collettivo americano Bread for the World. Collabora come sideman dal vivo e in studio con artisti di estrazione differente coem Arturo Brachetti, Gerardo Balestrieri, Dr Livingstone, HiLife Connection, Lucariello, Ezio Bosso, Lou Gaj Saber, Marco Notari, Sergio Dangelo, Alessio Bertallot, spaziando dal pop alla musica d’autore e dalla classica all’hip-hop.

 

GIOVANNI SCOTTA

Giovanni Scotta studia pianoforte classico presso il Civico Istituto Musicale “L. Rocca” di Alba. Termina gli studi al Conservatorio “Antonio Vivaldi” di Alessandria, laureandosi con 110 e lode. In Conservatorio si dedica allo studio della musica Jazz sotto la guida di Luigi Bonafede, diplomandosi nel 2011 con il massimo dei voti.

L’intensa attività artistica lo porta a esibirsi sia in Italia sia all’estero (Polonia, Francia, USA). Ha modo di collaborare con Riccardo Zegna, Simone Monanni, Gianmaria Testa, Andrea Tofanelli, Rudy Migliardi, Claudio Capurro, Luca Santaniello (NY), Larry Schneider (NY), Richie Vitale (NY), Ralph Lalama (NY). Nel 2011 vince la borsa di studio presso il seminario estivo “Nuoro Jazz”, presieduto da Paolo Fresu.

Nel 2013 si trasferisce a New York per studiare con Barry Harris, George Cables, Kevin Hays, Kenny Werner. Partecipa ad “Orsara Jazz Workshop” aggiudicandosi la Borsa di Studio che lo porta a esibirsi, sempre a NY, all’Italian Jazz Days (Italian Cultural Institute Of New York). Nel 2015, insieme all’attrice Elena Zegna, dà vita alla collaborazione con la scrittrice Marisa Fenoglio (sorella del noto scrittore) nel reading “Uno Scrittore In Famiglia”, seguito da numerose repliche in tutta Italia. Giovanni Scotta insegna pianoforte, tastiere e pianoforte jazz presso l’Istituto di Musica “Giuseppe Verdi” di Asti.

 

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 05/05/2023