I Concerti per uno, due, tre e quattro clavicembali di Johann Sebastian Bach

La stagione Mondovì Musica propone un attraente concerto che vedrà cinque giovanissimi solisti affrontare quattro delle opere più famose del sommo Cantor lipsiense.

La storia della musica annovera un gran numero di fanciulli prodigio, da Mozart a Mendelssohn, che hanno stupito il pubblico con il loro incredibile talento. Con il passare del tempo, le loro prodigiose vite hanno assunto un’aura quasi leggendaria, al punto che si fa quasi fatica a credere alle prodezze di questi straordinari fenomeni.

Eppure il talento giovanile – anche molto giovanile – esiste ancora oggi: non si tratta di nulla di magico, ma di ragazzi e ragazze disposti a profondere allo studio della musica tutto il loro impegno, con il supporto di docenti in grado di seguirli nel modo migliore, ossia con un giusto mix di rigore e comprensione, perché i ragazzi – che si dedichino alla musica o meno – restano sempre ragazzi, con le problematiche e le fragilità legate alla loro meravigliosa età.

 

In questo modo, i giovani musicisti possono sviluppare il loro talento serenamente, ottenendo spesso risultati sorprendenti, come succede, per esempio, nella Scuola Comunale di Musica di Mondovì, l’istituto gestito dall’Academia Montis Regalis, fondazione che da oltre 30 anni è conosciuta per i corsi di alta formazione orchestrale barocca, che hanno contribuito a formare circa 500 musicisti italiani e stranieri di alto livello, ma che si occupa da anni con grande dedizione anche della didattica musicale di base, rivolgendosi sia ai piccoli sia agli adulti.

Sabato 20 maggio alle 17 in Sala Ghislieri il pubblico potrà apprezzare l’altissimo livello artistico dei docenti e degli allievi del Sistema Scuole dell’Academia Montis Regalis (non solo la Scuola di Mondovì, ma anche l’Istituto di Musica “Antonio Vivaldi” di Busca) con uno straordinario concerto imperniato su alcune delle opere più complesse, esaltanti e di raro ascolto di Johann Sebastian Bach, ossia i concerti per due, tre e quattro clavicembali (nell’occasione sostituiti da pianoforti), opere intrise di un fascino che il trascorrere del tempo non ha minimamente scalfito.

 

Questo concerto dimostra meglio di qualsiasi parola che il sistema formativo utilizzato negli istituti musicali gestiti dalla Fondazione Academia Montis Regalis non si limita a fornire un’istruzione di base fine a se stessa, ma costituisce un utilissimo trampolino di lancio per il proseguimento degli studi in un conservatorio e – in non pochi casi – un eccellente modo per iniziare una carriera nel mondo della musica.

Sul palco saranno protagonisti ben cinque solisti, Emanuele Isoardi, Nazareno Fusta, Abel Ficano, Maria Fornero e Antonio Viara, che saranno accompagnati da un’orchestra d’archi altrettanto giovane preparata da Daniele Lercara e diretta da Maurizio Fornero, un artista che le opere del sommo Cantor lipsiense le conosce alla perfezione per averle eseguite innumerevoli volte nel corso della sua carriera.

 

Nel 1717 il trentaduenne Bach cominciò a porsi qualche domanda. La sua fama cresceva – nel mese di settembre era uscito clamorosamente vincitore da una sfida musicale con il celebre cembalista e organista francese Louis Marchand – ma il trattamento economico che gli veniva corrisposto dal duca Guglielmo Ernesto di Sassonia-Weimar continuava a essere piuttosto risicato e ormai insufficiente a mantenere una famiglia che aumentava a vista d’occhio. In più Bach nutriva crescenti riserve sul livello artistico della cappella ducale.

 

Questo stato di insoddisfazione fece deteriorare rapidamente i rapporti tra Bach e il duca che – come tutta risposta alla domanda di congedo avanzata dal musicista – lo fece addirittura incarcerare per un mese.

 

La strada era però tracciata, al punto che poco dopo essere stato rilasciato Bach si trasferì presso la corte del principe Leopoldo di Cöthen, dove assunse gli incarichi di maestro di cappella e di direttore della musica da camera. Rispetto a Weimar, nella nuova città Bach poteva fruire di uno stipendio sensibilmente più alto e di una maggiore libertà artistica, anche in virtù della sconfinata passione che il suo datore di lavoro nutriva per la musica e le arti.

 

C’era però un dettaglio, e nemmeno trascurabile, in quanto la casa regnante di Cöthen professava la fede calvinista, le cui cerimonie non prevedevano l’impiego di musica sacra troppo elaborata. Questo fatto spinse Bach a dedicarsi con impegno al repertorio strumentale, sfornando nel corso dei successivi cinque anni una incredibile messe di capolavori, tra cui i Concerti brandeburghesi, le Suites per orchestra, i concerti per violino e per clavicembalo, quasi tutte le sonate solistiche e gran parte delle opere per clavicembalo. Insomma, pur non potendo comporre opere sacre come avrebbe voluto, a Cöthen Bach non perse certo tempo.

 

I concerti per clavicembalo consentono di dare un’occhiata all’interno del laboratorio creativo di Bach, in quanto sono tutti trascrizioni di opere precedenti e in gran parte vennero riutilizzati per lavori successivi.

 

Più in particolare, i musicologi hanno avanzato l’ipotesi che i primi due movimenti del Concerto in fa minore BWV 1056 siano stati ricavati da due concerti per violino e per oboe andati perduti, mentre l’incantevole Largo centrale fu riciclato come sinfonia di apertura per la cantata Ich steh' mit einem Fuß im Grabe BWV 156. Da un’opera precedente (il Concerto per violino e oboe BWV 1060R, di cui è sopravvissuta una manciata di battute) deriva invece il Concerto in do minore per due clavicembali BWV 1060, mentre meno certezze vi sono sull’incantevole Concerto in re minore per tre clavicembali BWV 1063, sull’origine del quale gli studiosi continuano a sostenere tesi discordanti. Molto più chiara è invece la genesi del Concerto in la minore per quattro clavicembali BWV 1065, che è la rielaborazione per tastiera del Concerto per quattro violini, violoncello e archi op. 3 n. 10 di Antonio Vivaldi, opera all’epoca molto nota in quanto pubblicata nella raccolta L’Estro armonico, che Bach seguì in maniera quasi letterale, spostandone però gli equilibri a tutto vantaggio dei clavicembali, che eseguono la parte solistica con la mano destra e quella del ripieno con la sinistra, finendo per porre la compagine degli archi in secondo piano rispetto al capolavoro vivaldiano.

 

Per finire, una breve annotazione sull’esecuzione dei concerti di Bach con un pianoforte moderno, una scelta che continua a suscitare vivaci discussioni tra i musicisti e a fare storcere il naso a molti fautori dell’interpretazione storicamente informata. Infatti, se è vero che gli strumenti d’epoca – non solo il clavicembalo, ma anche gli archi – consentono di ricreare un impasto sonoro il più possibile vicino a quello che avevano in mente i compositori barocchi mentre scrivevano le loro opere, va però detto che i capolavori di Bach hanno dimostrato più volte di non perdere nulla della loro freschezza e della loro espressività se eseguiti con altri strumenti, a patto che ne venga preservato con cura lo spirito originario, con un approccio esecutivo attento a rispettare il dettato bachiano senza eccessivi personalismi e spunti fuori luogo. Sotto questo aspetto, Bach conferma la sua perenne giovinezza e la sua intramontabile attualità.

 

 

Sabato 20 maggio 2023 – ore 17

Sala Ghislieri

Via Francesco Gallo – Mondovì

 

I CONCERTI PER DUE, TRE E QUATTRO PIANOFORTI DI BACH

 

 

Johann Sebastian Bach (1685-1750)

Concerto in fa minore per pianoforte, archi e basso continuo BWV 1056

Allegro – Largo – Presto

 

Concerto in do minore per due pianoforti, archi e basso continuo BWV 1060

Allegro – Adagio – Allegro

 

Concerto in re minore per tre pianoforti, archi e basso continuo BWV 1063

Allegro – Alla Siciliana – Allegro

 

Concerto in la minore per quattro pianoforti, archi e basso continuo BWV 1065

Allegro – Largo – Allegro

 

 

Emanuele Isoardi, Nazareno Fusta, Abel Ficano, Maria Fornero, Antonio Viara, pianoforti

 

Orchestra del Sistema Scuole di Musica Academia Montis Regalis,

Maurizio Fornero, direttore

 

 

CURRICULUM

 

 

MAURIZIO FORNERO

Maurizio Fornero si è diplomato in Organo e Composizione Organistica, Pianoforte e Clavicembalo e Tastiere storiche. Fin dalla giovane età si avvale di numerose esperienze artistiche nazionali e internazionali che lo vedono tra l’altro, come unico rappresentante italiano, giungere alle finali dell’European Organ Festival di Bolton (GB) a soli ventitré anni.

 

Perfezionandosi nell’esecuzione filologica del repertorio antico, svolge da anni un’intensa attività concertistica come solista nonché in formazioni cameristiche che lo ha portato ad esibirsi in prestigiose sale da concerto e festival nazionali e internazionali di musica antica e barocca tra cui “Via stellae” di Santiago di Compostela (Spagna), Festival di Bruges (Belgio), Festival Internazionale dell’Aia e di Utrecht (Olanda), “L’altro suono-Unione Musicale” di Torino,” Festival Monteverdiano” di Cremona, Festival Mito, Bologna Festival, Froville, Elbphilharmonie Amburgo, Musikfestspiele Dresda, Philharmonie di Berlino, Salle Gaveau di Parigi, Concert Hall Forbidden City di Pechino, Qintai Concert Hall Wuhan. Collabora in qualità di clavicembalista da diversi anni con la violinista Amandine Beyer e Gli Incogniti, il soprano Simone Kermes, il violinista Enrico Casazza con La Magnifica Comunità ed i Musici di Santa Pelagia con i quali ha realizzato numerosi concerti in festival internazionali europei e asiatici distinguendosi come solista e continuista.

 

Ha partecipato a numerose esecuzioni in diretta radiofonica su radio nazionali (Rai Radio Tre, Rai filodiffusione) ed europee (Radio 3 Nazionale Belgio, Radio Classica Spagna). Collabora come organista e cembalista con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai e il Teatro Regio di Torino. Grazie all’esperienza maturata nell’ente lirico torinese con i Maestri Bruno Casoni e Claudio Marino Moretti, ha fondato il coro delle voci bianche di Mondovì con il quale ha intrapreso una proficua attività concertistica in Italia e all’estero. Ha inciso per le case discografiche Stradivarius, Opus 111, Niccolò, Syrius, Elegia, Urania, Passacaille, CPO, Sony international numerosi CD di musiche di compositori del XVI, XVII e XVIII secolo ottenendo ampi consensi di pubblico e critica per l’originalità della riscoperta di musiche e autori inediti di grande pregio artistico. Le sue interpretazioni sono state evidenziate su riviste specifiche di musica classica (Orfeo, Amadeus, Classic Voice) e su quotidiani nazionali ed esteri di rilevata tiratura (La Stampa, La Repubblica, Corriere della Sera, Die Sùddentschzeitrug, Frankfurter Allgemeine). Docente di teoria e pratica del Basso Continuo presso il Conservatorio “G. Verdi” di Torino dal 2005 al 2017, attualmente è docente di Pratica e lettura pianistica presso il Conservatorio G.F. Ghedini di Cuneo, direttore della Fondazione Academia Montis Regalis e direttore artistico dell’associazione I Musici di Santa Pelagia.

 

 

PARTNER DELL’INIZIATIVA

Comune di Mondovì

Ministero della Cultura

Regione Piemonte

Consiglio Regionale del Piemonte

Fondazione CRT

Fondazione CRC

AIAM

Scuola Comunale di Musica di Mondovì

 

BIGLIETTI

Biglietto: € 10,00

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Articolo pubblicato il 19/05/2023