I Volti musicali di Giulio Cesare
Raffaele Pe

Un bellissimo disco dell’etichetta spagnola Glossa riporta alla luce una scelta di arie di cinque opere barocche ispirate al conquistatore delle Gallie.

Nel campo dell’opera barocca, il mercato discografico propone una vastissima gamma di recital di cantanti famosi – da Cecilia Bartoli e Philippe Jaroussky di oggi a René Jacobs, Alfred Deller e James di Bowman di qualche anno fa – e alcuni titoli imperniati sui cavalli di battaglia dei grandi castrati di un tempo, a partire da Farinelli e Senesino per arrivare alla Cuzzoni e a Montagnana.

 

Il disco in esame si pone un obiettivo assai più ambizioso, ossia andare alla scoperta delle opere basate sulle vicende di uno dei maggiori condottieri della storia, Giulio Cesare, la cui figura ha ispirato tra il XVII e il XVIII secolo decine di compositori.

Il programma di questo disco ha richiesto la ricerca e lo studio di parecchie opere oggi in gran parte dimenticare, dalle quali emerge un ritratto sorprendentemente variegato del conquistatore delle Gallie. Infatti, accanto a tre arie tratte dal Giulio Cesare di Georg Friedrich Händel (la bellissima «Va tacito e nascosto», con la parte di corno obbligato eseguita in maniera superlativa da Alessandro Danebian, l’aria di furia «Al lampo dell’armi» e la patetica «Son nata a lagrimar», quest’ultima in realtà un duetto tra Cornelia e Sesto, nel quale Pe è affiancato dal mezzosoprano Raffaella Lupinacci).

 

Questo disco ci fa scoprire altre otto arie tratte da quattro opere di Carlo Francesco Pollarolo (la più antica, essendo stata rappresentata per la prima volta a Roma nel 1713, 11 anni prima del capolavoro händeliano), del cremonese Francesco Bianchi, di Geminiano Giacomelli (il cui nome è stato riportato in auge dalla dolente «Sposa non mi conosci» inserita nel film Farinelli) e di Niccolò Piccinni, con Nicola Porpora tra gli esponenti più famosi dell’ultima fase della Scuola Napoletana.

Supportato da un eccellente ensemble strumentale dal suono compatto e coeso guidato da Luca Giardini, il controtenore Raffaele Pe esprime con felice immediatezza il carattere delle cinque incarnazioni cesariane, andando a coglierne con efficacia ogni risvolto psicologico e sfoderando nei da capo ornamentazioni brillanti, ma prive di quelle esasperazioni virtuosistiche che capita di ascoltare sempre più spesso.

 

In questo modo, Pe rimane fedele alle peculiarità stilistiche di ogni aria, enfatizzandone ogni sfumatura espressiva con una teatralità non sempre presente in dischi simili. Questo è il caso, per esempio, delle due belle arie del Giulio Cesare in Egitto di Pollarolo; dopo la bellissima messa di voce iniziale, «Non temer!» viene infatti eseguita con un’intensità perfettamente controllata che permette al cantante di evitare quelle secche espressive che rappresentano una delle principali insidie di arie lente come questa. Il programma si chiude con un gradito fuori programma, la celebre «Scherza infida» tratta dall’Ariodante di Händel, nella quale Pe si conferma interprete sensibile e dotato di una spiccata intelligenza musicale. A tutto questo bisogna ancora aggiungere la sontuosa confezione, le belle note di copertina di Valentina Anzani e l’utile nota interpretativa dello stesso Pe.

 

In conclusione, ci troviamo di fronte a un disco che rallegra le orecchie, riscalda il cuore e nutre il cervello. Raffaele Pe ancora una volta davvero bravo!

 

 

GIULIO CESARE – A BAROQUE HERO

Raffaele Pe, controtenore

La Lira di Orfeo, Luca Giardini, maestro di concerto

CD. Glossa GCD 923516. 70:47.

DDD. Stereo. Studio. Teatro alle Vigne di Lodi. Novembre 2017.

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Articolo pubblicato il 22/07/2023