I Vescovi del Triveneto contro il suicidio assistito

E' giunto il momento – con un Governo di Destra – di metter fine alla politica della morte per investire sulla legislazione pro-vita.

Con un certo stupore abbiamo appreso che i Vescovi del Triveneto – decisamente più coraggiosi rispetto ai loro “colleghi” d’oltre Tevere – hanno emanato una nota pastorale dal titolo: “Suicidio assistito o malati assistiti?”.

In detto documento i Presuli hanno scritto: “Il suicidio assistito, come ogni forma di eutanasia, si rivela una scorciatoia: il malato è indotto a percepirsi come un peso a causa della sua malattia e la collettività finisce per giustificare il disinvestimento e il disimpegno nell’accompagnare il malato terminale. Primo compito della comunità civile e del sistema sanitario è assistere e curare, non anticipare la morte”.

Parole chiare e nette. I lettori Cattolici si aspettavano parole simili da molto tempo. Spesso riceviamo feedback di questo tipo dai nostri lettori. Sovente ci chiedono: come mai Bergoglio non tuona su questi temi e non contrasta in modo forte personaggi come Marco Cappato, associazioni come la “Luca Coscioni”, politici come Benedetto Della Vedova, Riccardo Magi o Emma Bonino?

Su quest’ultima, tra l’altro, nel 2016, Bergoglio disse: “Emma Bonino è la persona che conosce meglio l’Africa. Ha offerto il miglior servizio all’Italia per conoscere l’Africa. Mi dicono: è gente che la pensa in modo molto diverso da noi. Vero, ma pazienza. Bisogna guardare alle persone, a quello che fanno”.

Evidentemente Jorge Mario Bergoglio non conosce bene quel che Emma Bonino (nella foto a destra) ha fatto. Forse il monarca dello Stato della Città del Vaticano non sa che la Bonino nel 1975 – da dirigente del Centro di Informazione sulla Sterilizzazione e sull’Aborto – si consegnò spontaneamente ai Carabinieri – assieme ad Adele Faccio, Luigi De Marchi e Maria Adelaide Aglietta – in quanto promotrice dell’aborto praticato in cliniche clandestine messe a disposizione per tutte le donne che non potevano andare ad abortire a Londra o a Lugano.

Per fortuna ci sono Vescovi che – a differenza del loro “capo” Bergoglio – hanno il coraggio di prendere le distanze da chi difende e propaganda il suicidio assistito, l’eutanasia, il testamento biologico e tutte le corbellerie contro la vita, a sostegno di una morte risolutiva.

In “Suicidio assistito o malati assistiti?” i Vescovi insistono nel sottolineare come “è essenziale porre l’accento sul tema della dignità della persona malata e sul dovere inderogabile di cura che grava su ogni persona ed in particolare su chi opera nel settore socio-sanitario chiamando in causa l’etica, la scienza medica e la deontologia professionale”.

Molto spesso ci sono persone che desiderano lasciarsi morire e trovano manforte in “singoli magistrati che tentano di riempire spazi lasciati vuoti dal legislatore”. Questi pronunciamenti di una Magistratura “sostituta del Legislatore” desta molta preoccupazione.

Altrettanta preoccupazione si desta “di fronte al tentativo in atto da parte di alcuni Consigli Regionali di sostituirsi al legislatore nazionale con il rischio di creare una babele normativa e favorire una sorta di esodo verso le Regioni più libertarie” concludono i Vescovi del Triveneto.

Per volontà di molti nostri lettori, seguiremo l’evolversi del dibattito perché è giunto il momento – con un Governo di Destra – di metter fine alla politica della morte per investire sulla legislazione pro-vita, pro-assistenza, pro-compassione.

 

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Articolo pubblicato il 05/11/2023