Cos'è iponatriemia da farmaci e quali sono i medicinali a rischio

L’iponatriemia è un disturbo elettrolitico che può manifestarsi anche in caso di terapie che prevedono l'assunzione di determinati farmaci diversi, ed è caratterizzata da una concentrazione di sodio nel sangue che sia inferiore rispetto alla norma, ovvero a 135mmol/L. Cerchiamo di comprendere di cosa si tratta

Fonte: Benessereblog.it

L’iponatriemia è un disturbo elettrolitico che presenta diversi sintomi, da quelli di tipo neurologico (con il manifestarsi di alterazioni dello stato di coscienza, convulsioni, tremori e così via), a quelli di tipo psichiatrico (delirio, allucinazioni, confusione …), fino a quelli di tipo gastrointestinale (con casi di anoressia, nausea e di vomito). Ma quale sarà la causa di questo tipo di condizione?

Questa condizione (potenzialmente molto grave) si divide in due tipi, quella non farmaco-indotta e quella farmaco-indotta. In quest’ultimo caso, essa è legata all’assunzione di farmaci che alterano l’omeostasi idroelettrolitica, come ad esempio alcuni tipi di diuretici ed altri farmaci. Questi possono creare serie complicazioni se associati ad esempio a farmaci psicotropi, antiepilettici, antineoplastici, ad analgesici oppioidi, ACE inibitori e ad altre categorie di farmaci, anche di uso piuttosto comune.

A rischiare di più sono generalmente le donne di età avanzata che sono sottoposte a terapia con diuretici tiazidici, i bambini, i soggetti più anziani, i pazienti psichiatrici affetti da polidipsia e quelli ipossiemici.

Nel caso in cui il medico dovesse riscontrare alcuni dei sintomi sopra elencati in concomitanza all’utilizzo di determinati farmaci, la prima cosa da fare sarà naturalmente quella di sospendere il trattamento in maniera tempestiva, per poi trattare tutti i sintomi in maniera adeguata.

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Articolo pubblicato il 15/07/2013