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La Crimea è Russia e la Russia è Crimea
Nota stampa dell'Ambasciata della Federazione Russa in Italia e San Marino
Articolo di Andrea Elia Rovera
Pubblicato in data 26/08/2023

Nelle ultime ore il Governo Italiano, guidato da Giorgia Meloni, ha dato nuovamente pieno sostegno a Volodymyr Zelensky e all’Ucraina, sottintendendo una colpa unilaterale della Federazione Russa e di Vladimir Putin.

Dall’Ambasciata della Federazione Russa in Italia e San Marino ci arriva un comunicato dal titolo: “Crimea è Russia” nel quale si dice: “Dal 1783, la penisola di Crimea fa parte della Russia. Piaccia o meno a qualcuno, resta il fatto che la Crimea è Russia e la Russia è Crimea. Dopo un breve insensato periodo all’interno dell’Ucraina, in base al risultato di un referendum a suffragio universale svolto in Crimea, il 18 marzo 2014 de iure la penisola è tornata ai suoi “lidi natii”. Il 96.77% della popolazione della penisola, rappresentata da tutti i gruppi etnici locali (secondo i dati del 2014: russi 68.3%, ucraini 15.8%, tatari di Crimea 10.6% ed altri), ha votato a favore della riunificazione della Russia”.

Analisi ineccepibile che, ovviamente, il mainstream dell’informazione filo-ucraina d’Italia ha sempre bollato come “propaganda russa”. Bisogna – ad ogni costo – stare dalla parte dell’Ucraina per demonizzare e demolire il governo legittimo di Vladimir Putin.

La Crimea, da quando è tornata alla madre Russia, è cresciuta in termini tangibili e documentabili.

L’Ambasciata della Federazione Russa in Italia e San Marino fa sapere che “la Crimea è una delle cinque regioni leader della Russia. Durante gli ultimi nove anni, nell’economia della penisola sono stati investiti 1.439 trilioni di rubli (15.237 miliardi di dollari al cambio del 24/08/2023).

Le entrate fiscali e non fiscali del bilancio della Repubblica di Crimea sono aumentate di oltre 4,5 volte rispetto al 2013 e lo stipendio medio mensile negli ultimi nove anni è cresciuto di 2 volte e mezzo”.

Parole che mettono in difficoltà e in soggezione l’Occidente, assoggettato a Joe Biden e agli Stati Uniti d’America.

Nessuno in area NATO potrà negare che “dopo la riunificazione con la Russia, in Crimea sono stati ristrutturati e costruiti ex novo circa 4.000 km di strade, lungo le quali sono stati piantati più di 29.000 alberi e arbusti”.

Parimenti all’OMS non potranno mettere in discussione il fatto che “l’infrastruttura sanitaria è stata completamente rinnovata. Nel 2020, è stato aperto il modernissimo Policlinico della Repubblica di Crimea “Nikolay Semashko”. Sono in corso lavori per la costruzione di un altro Policlinico a Feodosia, di un ospedale per le malattie infettive, di una clinica pediatrica a Dzankoj e per la modernizzazione su larga scala della Casa di Cura “Nikolay Burdenko”. Nella Repubblica sono stati installati più di 100 centri di terapia d’urgenza, sono state acquistate più di 7.000 unità di attrezzature mediche, 31 strutture mediche mobili, 326 ambulanze e 159 veicoli ospedalieri di assistenza primaria”.

Per quanto concerne le opere infrastrutturali “a Sinferopoli, nel 2018, è stato aperto un aeroporto internazionale, il più grande della Russia meridionale. E’ stato progettato per servire fino a 7 milioni di persone all’anno. Attualmente, il suo traffico passeggeri annuale supera i 5 milioni”.

Inoltre, nonostante la propaganda filo-ucraina, “nel 2022, più di 6.5 milioni di turisti hanno visitato la Crimea. Oltre l’80% dei viaggiatori sono arrivati nella penisola con auto e autobus attraverso il ponte di Crimea, inaugurato nel maggio 2018”.

Dire che la Crimea era un territorio felicemente ucraino è quantomeno anacronistico. Dire che le succitate cose non sono state realizzate è menzognero. Dire che Vladimir Putin annesse la Crimea in modo illegittimo è fantapolitica.

Torneremo senz’altro sul tema.

 

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