Un’eventuale asse Mosca-Pyongyang potrebbe segnare la fine del Governo di Kyev e di Volodymyr Zelensky.
Continua il nostro sguardo su ciò che accade nella fredda terra di Russia.
Mentre il mainstream filo-europeista dell’informazione tace, noi sottolineiamo come, a breve, Vladimir Putin potrebbe recarsi a Pyongyang per incontrare il Presidente della Corea del Nord, Kim Jong-un, per siglare un accordo di compravendita di armi.
L’Agenzia giornalistica “Kcna” fa sapere che il Presidente Putin ha “ringraziato ancora una volta” Kim Jong-un per averlo invitato in Corea del Nord ma, soprattutto, ha reso noto che si recherà “quanto prima” dall’amico coreano.
Il Ministro degli Esteri della Corea del Nord, Choe Son-hui, ha dichiarato con fierezza: “Il Governo coreano è pronto ad accogliere il più stretto amico del Popolo Coreano”.
Parole importantissime sul piano geopolitico, soprattutto se si considera il conflitto in corso con l’Ucraina. Un’eventuale asse Mosca-Pyongyang potrebbe segnare la fine del Governo di Kyev e di Volodymyr Zelensky.
Le cronache internazionali, già nell’ottobre del 2023, ci dicevano che il Ministro degli Esteri della Federazione Russa, Sergey Lavrov, si era recato a Pyongyang per consolidare i rapporti di stima e amicizia fra i due Paesi.
A cercare la consolazione dell’Occidente il Direttore dell’Intelligence Militare Ucraina, Kirill Budanov, che parlando con la stampa ha dichiarato: “La Corea del Nord è il principale fornitore di armi alla Russia”.
Peccato che Budanov si sia dimenticato di dire che l’Ucraina è foraggiata e rimpolpata dagli Stati Uniti d’America, Paese belligerante, responsabile dei maggiori conflitti in corso nel pianeta.
Proprio per questo, il 18 gennaio scorso, parlando alla Nazione, Sergey Lavrov ha detto: “Qualche giorno fa, a Davos, il Segretario di Stato USA, Antony Blinken, ha dichiarato che tutti i Paesi del Medio Oriente desiderano che gli Stati Uniti siano presenti nella regione, e vogliono che gli USA svolgano un ruolo di primo piano nell’area”.
Il Ministro degli Esteri russo, fine conoscitore della “diplomazia” a stelle e strisce, ha ribadito: “Mi è difficile giudicare quanto davvero i Paesi della regione desiderino questo. Bisognerebbe chiederlo a loro. Ma c’è un Paese, l’Iraq, che già qualche anno fa aveva preso una decisione, una decisione che più o meno suonava così: “Gentili signori americani, grazie mille! Vi siete trattenuti da noi, finora avete tenuto qui le vostre basi militari, ma vediamo di finirla in qualche modo, facciamo che vi riaccompagniamo a casa vostra”. Però gli americani, semplicemente, non se ne vanno”.
Parole nette di un Ministro degli Esteri che non ha mai avuto timore di dire ciò che tutti sanno ma nessuno dice: la mano di Zelensky l’hanno armata gli americani. Quella con l’Ucraina è una guerra per procura voluta e finanziata da Joe Biden e dai Democratici USA.
Se vincerà Donald J. Trump le Elezioni Presidenziali USA, tutta questa ondata di violenza avrà immediatamente fine. Questo è certo!
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