Il ricordo di don Aldo Rabino, a Viù (Torino)

Nella sera del 25 luglio, presso il Centro Polivalente di Viù, don Aldo Rabino, con il coautore Beppe Gandolfo, aveva partecipato alla presentazione del suo libro “Il Toro che vorrei”

A Viù (Torino), la notizia della scomparsa di don Aldo Rabino ha destato profondo cordoglio, non soltanto fra i numerosi tifosi del Toro, residenti e villeggianti. È ancora molto vivo in tutti quanti, infatti, il ricordo della bella serata di cui il cappellano del Torino è stato protagonista qualche settimana fa.

Don Aldo Rabino, classe 1939, sacerdote salesiano, per oltre quarant’anni ha portato il Vangelo sui campi di calcio: dal 1971, infatti, è stato il padre spirituale del Torino FC e ogni anno, il 4 maggio, ha presieduto nella Basilica di Superga la Messa in ricordo degli “Invincibili” del Grande Torino.

A Viù don Aldo Rabino, che con il coautore Beppe Gandolfo, ha recentemente presentato il libro “Il Toro che vorrei”, con cui si è aperta la “Rassegna dei Caffè Letterari 2015, ha lasciato una forte impronta di sé e ancor più della sua attività di sportivo e di uomo “impastato” del più autentico spirito salesiano.

Nella presentazione de “Il Toro che vorrei” e del volume precedente libro “Il mio Toro, la mia missione”, Don Aldo, con una passione veramente “contagiosa”, ampiamente condivisa dai partecipanti, ha continuamente toccato il tema dell’educazione giovanile, del ruolo fondamentale che la trasmissione di valori autentici assume nella nostra società, purtroppo spesso condizionata da modelli negativi.

«Don Aldo ha vissuto la fede torinista come somma di quegli ideali che il Grande Torino incarnava per l’Italia appena uscita dalla guerra: la voglia di rinascita, l’impegno, la costanza, la serietà, la rinuncia, la condivisione con chi soffre nel  corpo e nello spirito. – afferma il sindaco di Viù, professoressa Daniela Majrano - Più ancora che di calcio Don Rabino ha saputo parlare ai tifosi granata di vita autentica, lasciando nell’animo dei partecipanti un senso di speranza, di fiducia, che, dopo la sua improvvisa scomparsa assume un significato ancora più intenso e, forse, proprio per questo, in queste ore si coglie nei Viucesi un senso di smarrimento ed incredulità».

A conclusione dell’incontro, condotto da Fabrizio Gaudio e dall’assessore comunale Alberto Guerci, entrambi di nota fede granata, molte persone avevano chiesto a don Rabino e a Beppe Gandolfo di autografare i due libri presentati e molti avevano anche chiesto di essere fotografati in loro compagnia.

Ora queste dediche e queste foto acquisiscono un particolare valore affettivo nel ricordo di un personaggio così significativo e così noto, oltre che per la sua presenza al Toro, per l’intenso lavoro svolto attraverso l’associazione O.A.S.I.

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 19/08/2015