Pianeta Toro - Eppure questo Toro mi piace
Il TORO (Foto Torino FC)

L'Opinione - A cura di Francesco Venchi

Anche se a Milano contro l’Inter abbiamo perso, e se a Udine abbiamo pareggiato una partita che dovevamo vincere e che invece abbiamo rischiato di perdere ad una manciata di minuti dalla fine, questo Toro mi piace sempre di più nonostante qualche pecca che dovrà essere eliminata nel più breve tempo possibile.

Questo Toro mi piace perché ha un allenatore capace che pratica un gioco d’attacco, a volte spregiudicato, che esteriorizza i suoi pensieri senza badare troppo al “politically correct, anche nei confronti dei suoi giocatori, che classifica in maschi e femmine a seconda del tipo di approccio alla partita dei medesimi.

Questo Toro mi piace perché dispone di un trio d’attacco, Iago Falque, Belotti e Ljajic dalle potenzialità molto elevate. Si tratta di un terzetto anagraficamente giovane ma già esperto dal punto di vista calcistico, che è in grado di risolvere l’andamento di una partita grazie a tecnica, classe, tenacia e potenza.

Il Toro di qualche anno fa non poteva permettersi questo “lusso” sia per ragioni economiche, sia perché non disponeva di un adeguato appeal tecnico e mediatico. Ma la società nelle persone del Presidente Cairo, del ds Petrachi e di Mister Ventura, ha dato vita ad un “turnaround” che sta producendo buoni frutti. Sembra che sia trascorso un secolo da quando Ventura accettò di guidare il Toro in serie B (era il giugno 2011), ad oggi, mentre è passato poco più di un lustro nel corso del quale il Torino, sia società sia squadra, ha cambiato radicalmente pelle.

Eppure mister Ventura è risultato inviso ad una parte della tifoseria granata a causa del tipo di gioco prodotto dalla squadra, e lo stesso Presidente Cairo in un passato non troppo remoto è stato oggetto di critiche e contestazioni perché accusato d’aver stabilito il quartier generale del Torino a Milano. Il Presidente Cairo al contrario ha sempre dato dimostrazione di attaccamento e vicinanza alla squadra; inoltre sotto la sua gestione sta prendendo finalmente corpo la rinascita del tempio granata, il glorioso “Filadelfia”,  casa del Toro e Monumento Nazionale, che ricorda la Storia e le gesta degli Invincibili.

Non va inoltre dimenticato che il Presidente Cairo sta operando su una piazza molto difficile, in quanto “terra” dell’altra squadra di Torino, la Juventus, che ha potuto costruire uno stadio di prim’ordine e che sta ora edificando un’enorme area intorno allo stadio provvista di una molteplicità di servizi.

I veri tifosi granata dovrebbero riempire sempre lo stadio per contribuire all’incremento del giro d’affari della Società Torino FC, elemento fondamentale per favorire la crescita economica e di conseguenza sportiva del club.

Questo Toro mi piace anche perché annovera tra le sue fila un numero importante di giovani di grande prospettiva, alcuni dei quali già Nazionali o in odore di convocazione. Si può dire che il Toro attuale è ben strutturato dal centrocampo in su, mentre sono in difesa le noti dolenti. Il 60% dei gol subìti è scaturito da palle inattive ed alla distanza la squadra denota un calo fisico che vanifica le buone, a volte ottime, prestazioni del primo tempo.

Nutriamo tanta stima e fiducia nei confronti di Sinisa, importante valore aggiunto della squadra che cercherà di trasmettere ai suoi giocatori quegli insegnamenti da lui stesso appresi quando calcava i campi di calcio, per consentire al Toro di stabilizzarsi nella parte sinistra della classifica con obiettivo costante la qualificazione europea, magari chiedendo al Presidente Cairo un sacrificio economico durante prossima sessione invernale di mercato.     

 

       

 

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Articolo pubblicato il 04/11/2016