Midnight Special

Un bambino dotato di superpoteri in fuga contro tutto e contro tutti nell'ultimo film fantascientifico diretto da Jeff Nichols

Bambini e fantascienza.

Un binomio che al cinema sembra funzionare efficaciemente fin dai tempi di "E.T. l'extra-terrestre", forse uno dei più famosi film di Steven Spielberg in assoluto, dove un allegra combriccola di pupetti nascondeva agli adulti il visitatore d'oltremondo che cercava di tornare a casa, braccato dall'esercito ai comandi dello scienziato cattivone di turno.

Oppure ancora con "Explorers", più divertente e caciarone film di Joe Dante dove "incontro del terzo tipo" avviene con degli alieni anch'essi teeneger in cerca di amicizie interstellari; o ancora il più serioso "Super 8", esperimento cinematografico del genio delle fiction tv J. J. Abrams, regista che assicura dati di ascolto altissimi (da "Lost" ad "Alias" a "Fringe") e che in questo film porta in scena un gruppo di ragazzini impegnati nel realizzare il loro piccolo horror (in formato Super8 appunto) durante un'invasione aliena nel loro piccolo paesino.


L'innocenza infantile si sposa infatti alla perfezione con la meraviglia e lo stupore di fronte all'ignoto, riuscendo forse per questo più direttamente "digeribile" e credibile da parte del pubblico, come ad esempio nella recente serie tv di successo "Stranger Things", operazione tv più di furbizia che di intelligenza forse, ma comunque decisamente gustosa per i nostalgici dei vecchia e sana fantascienza anni 80 di cui si parlava sopra.


In quello che è il suo primo film "non indipendente", il capace e originale regista Jeff Nichols si lancia anch'esso sui binari fantascientifici più infantili, inserendolo all'interno di un quadro familiare "diviso" che si riunisce appunto sotto la minaccia che incombe sul giovane bambino prodigio.

Presentato all'ultimo Festival di Berlino, il film ha avuto un'accoglienza decisamente "tiepida" da parte del pubblico e della critica, specie quest'ultima pur riconoscendo il talento registico di Nichols ne hanno stroncato in parte il film definendolo come amalgama mal riuscita di troppi elementi, neanche poi così ben spiegati e realizzati all'interno del film.

Senza voler fare il bastian contrario a tutti i costi, devo dire invece di aver apprezzato in toto anche quest'ultimo film del regista, già sotto i radar del sottoscritto dopo gli ottimi "Take shelter" e "Mud", uno dei pochi che finalmente racconta la sua storia coi tempi giusti e non si lascia trasportare dai ritmi forsennati e i modi da videoclip spaccatutto della fantascienza moderna alla "Transformers" e "Man of steel".


Proprio da "Man of steel" Nichols riporta sullo schermo Michael Shannon, già suo protagonista per il precedente "Take shelter", dove aveva dimostrato di non saper solo urlare incarognito come il "Generale Zod" dell'ultima trasposizione cinematografica di Superman; ma essere anzi in grado con pochi sguardi e senza eccessi di interpretare lo sgomento di un padre in crisi che non sa se credere alle sue "visioni apocalittiche" e fare di tutto per salvare la sua famiglia o cedere alla alternativa di essere soltanto un malato di mente che sta immaginando tutto.

Un ottimo film di "fantascienza familiare" come si può considerare anche questo "Midnight special", di cui andiamo ora ad esaminare i vari meriti che lo rendono degno di visione.


HASTA LA VISTA BABY
La storia è di semplice concezione "spielberghiana", se vogliamo: questo bambino dotato di poteri paranormali deve riuscire a scappare in un mondo "parallelo" al nostro, dove vivono altri esseri suoi simili; aiutato nella fuga dai genitori e un amico e ovviamente braccato senza tregua dal governo e l'esercito e, come non bastasse, anche una setta di esaltati religiosi che lo hanno cresciuto fin da piccolo ritenendolo una sorta di Messia.

Il film ci pone in realtà quasi alla fine della storia a eventi già più che iniziati, con il padre che ha sottratto il bambino alla setta con l'aiuto di un suo amico ed è ora in fuga per riuscire a raggiungere "la destinazione" dalla quale il piccolo baby-fenomeno potrà finalmente lasciare questa dimensione ed entrare in quella dei suoi simili.

Un bambino che è cresciuto lontano dalla luce del sole e che si muove soltanto di notte, in quanto i suoi poteri scatenano visioni nelle altre persone e mandano in crisi apparecchi elettronici e non come auto, radio, tv e perfino i satelliti che lo seguono e tentano di rintracciarlo dallo spazio.

Ma anche gli adulti hanno il loro bel daffare con le forze di polizia che li braccano come "rapitori" del bambino, a cui in seguito si unisce la madre dello stesso che lo aveva abbandonato da anni e sulle cui tracce si metterà poi anche l'ultimo superstite della setta, ormai catturata e messa sotto chiave dal governo.

Governo che vorrebbe ovviamente studiare e impossessarsi delle straordinarie abilità extra-sensoriali del bambino, capace di captare onde radio col pensiero e decriptare senza difficolta i codici cifrati più inviolabili dell'esercito o dei servizi segreti.


Ma non tutti quelli che gli danno la caccia sono ottusi ignoranti e in questo la piccola famigliola riceve un insperato aiuto da uno scienziato della NSA, colpito profondamente dal potere del ragazzino il quale gli confida la sua missione e il suo scopo per poter passare a un altro mondo.


UN CAST DELL'ALTRO MONDO
Veramente azzeccata la scelta del cast a partire dall'ottimo Shannon di cui parlavamo prima, davvero riuscito il suo lavoro nell'interpretare un padre in fuga dall'inizio alla fine del film anche se consapevole, assieme alla moglie, che portare il figlio a destinazione significherà probabilmente non poterlo mai più rivedere.


Bravissima poi anche Kirsten Dunst nel ruolo della moglie, ultima testimone prima della partenza "ultra-dimensionale" del figlio, attrice anch'essa già avvezza alle storie sovrannaturali fin da piccola nel suo ruolo di vampira-bambina in "Intervista col vampiro", decisamente il personaggio più azzeccato di un film altrimenti composto da noiosi vampiri snob e naif dagli improbabili drammi di sofferenza e conflitti interiori.


Assieme ai due c'è poi il bravo Joel Edgerton, già avvezzo al genere sci-fi con la sua comparsata come fratellastro di Anakin negli Star Wars II e III e anche nel gradevole remake/prequel de "La cosa" del 2011; qui invece nel ruolo di "migliore amico" che non esita a fare a fucilate con la polizia o lanciarsi a tutta velocità contro un posto di blocco dell'esercito pur di aiutare la coppia di amici e il giovane bambino.

Giovane bambino interpretato poi da Jaeden Lieberher, bravo sia nelle scene drammatiche che ad allentare la tensione con i suoi sguardi un pò ingenui e sperduti per un mondo che ha mai conosciuto, recluso fin dalla tenera età lontano da tutto e da tutti dalla setta religiosa che ne prendeva alla lettera le sue profezie e blaterazioni in altre lingue come un nuovo Vangelo arrivato per direttissima dall'alto dei cieli.

Molto divertente, come dicevo prima, il suo confronto con lo scienziato interpretato da Adam Driver, ultimo cattivissimo "Sith" dell'ultimo Star Wars uscito da poco nei cinema; qui invece nel ruolo dell'unico membro delle autorità con un minimo di cervello e pensiero autonomo e che si rende perfettamente conto dell'assoluta impossibilità di riuscire a controllare un potere immenso come quello del bambino.


DALL'ARKANSAS A BERLINO
Come già detto in precedenza, il pubblico di Berlino e la critica in generale hanno recepito in modo molto "blando" questo ultimo film di Jeff Nichols.

Forse perchè ci si aspettava una svolta più action con un più ampio uso di computer grafica visto la premessa fantascientifica e i super-poteri del bambino; forse perchè effettivamente il precedente "Take Shelter" rimane un film più riuscito sia sotto il profilo "psico-familiare" che sotto quello fantascientifico.

Il fatto che non sia bello come il precedente non lo rende però un brutto film, bensi secondo chi vi scrive un esempio di sci-fi comunque ben narrata e ben portata in scena da parte del regista, una storia che fila via una meraviglia e un ottimo finale che ancora il sottoscritto ha gradito pienamente, sia nei suoi aspetti più "happy ending" per qualcuno che in quelli "meno fortunati" per diversi altri personaggi della storia.

Parsimoniosi ma ben dispiegati e realizzati i pochi effetti speciali, dai super-poteri nelle mani e negli occhi di Lieberher fino alla spettacolare caduta in massa dei satelliti; nonchè ottime molte delle riprese notturne che non perdono in fascino visivo e soprattutto l'ottimo colpo di scena e svolta finale, con architetture e palazzi fantascientifici che sono davvero una gioia per gli occhi tutti da guardare.

Un film perfettamente in linea con gli altri ottimi girati da Nichols quindi, anche i precedenti e più violenti "Mud" e "Shotgun stories", per quello che rimane un ottimo narratore per immagini e sensazioni e di cui aspetto di poter vedere il suo ultimo "Loving", storia d'amore interraziale che deve vedersela con l'ottuso e bigotto mondo razzista della Virginia degli anni '60.


OGGI SPERO PIU' CHE MAI VI PIACCIA QUESTO FILM DA ME CONSIGLIATO, ANCORA NUOVO DI ZECCA IN QUANTO USCITO DA POCHISSIMO E CHE FORSE POTRETE ANCORA TROVARE IN QUALCHE CINEMA ITALIANO. UN BEL FILM CHE INSEGNA CHE LA FANTASCIENZA NON SONO SOLO ASTRONAVI E ASTEROIDI ASSASSINI IN ROTTA DI COLLISIONE CON LA TERRA, COSI' COME NON SONO SOLO SPADE E PISTOLE LASER; MA FANTASCIENZA E' QUELLA FANTASIA DI BAMBINO CHE CI PORTA A SOGNARE QUALCOSA DI FANTASTICO CHE ALLE VOLTE SI NASCONDE DIETRO L'ANGOLO DI CASA NOSTRA, IN ATTESA DI ESSERE APPREZZATO E RICONOSCIUTO COME TALE. BUONA VISIONE

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Articolo pubblicato il 13/11/2016