TANDEM TRA FINZIONE E REALTÀ: "Amanti diabolici" nei film

Sesso, sangue e soldi. Ovvero un triangolo che di solito e' sempre presente nei triangoli dove uno dei tre e' di troppo... qualche film sull'argomento?

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TANDEM TRA FINZIONE E REALTÀ: gli “amanti diabolici”

Ispirati da fatti di cronaca, leggende tramandate e tristi miti di cultura popolare di cui il mio collega Milo Julini vi parlerà abbondantemente nel suo articolo, le vicende di pazzia e amore tra amanti segreti che finiscono nel sangue per togliere di mezzo i coniugi ingombranti e scomodi sono purtroppo all'ordine del giorno.

Amore e morte vanno quindi a braccetto nel mondo reale così come ancora di più poi nel mondo del cinema: alcuni esempi possono essere film di cui ho già parlato nel mio articolo Tre passi DI AMORE E PASSIONE come "Il postino suona sempre due volte" (sia l'originale del 1946 che l'ottimo remake del 1981) o il più "urbano" ma altrettanto inquietante "La signora della porta accanto" del grande François Truffaut.

Andando ancora più indietro nel tempo, si può senz'altro cominciare suggerendo l'ormai mitico "La donna che visse due volte" del grande Alfred Hitchcock, anche se in quel caso particolare erano i due amanti a venire "fregati" dal terzo incomodo marito.

Narrativamente misterioso e intrigante nella prima parte e psicologicamente crudele in un amore sottomesso e schiacciante nella seconda, il film come al solito pone le solite premesse Hitchcockiane (un intrigo "familiare" in cui il personaggio principale viene "incastrato" per un delitto di cui è innocente) al centro di una storia di passione e morte raccontata con la sua solita grazia ed estetica inappuntabile e il giusto humour immancabile ai dialoghi del noto regista e i suoi film.


Un personaggio femminile che sembra una incomprensibile femme fatale al principio, ma che poi si scopre più debole e vulnerabile nonchè bisognosa di un amore totale e senza compromessi; un'altra forma in cui si re-incarna il suo solito e amato personaggio di bionda piena di mistero e bellezza da scoprire.

Ma anche un triangolo amoroso con cui il consapevole marito sfrutta l'occasione per un delitto che altrimenti non potrebbe commettere senza destare sospetti, per un piano diabolico che vedrà la sua amata/odiata moglie finire con un bel volo dalla finestra di una torre (oppure no? guardare per scoprirlo) lasciando il povero "vedovo" a incolpare l'odiato amico/amante andato fuori di testa per il suo amore possessivo.


Più propriamente di genere e lineare "narrativamente" è invece "Brivido caldo", film del 1981 per la regia di Lawrence Kasdan, dove una bellissima Kathleen Turner fa il lavaggio del cervello al brillante e cinico avvocato interpretato da William Hurt, ammaliandolo come una sirena e spingendolo ad uccidere suo marito.

Ma anche qui la "linearità" della storia arriva fino a un certo punto, perchè a delitto compiuto lo stesso William Hurt si ritrova ad avere dubbi sulla donna e su ciò che ha fatto, rendendosi infine conto di essere solo il "povero pollo" della vicenda manipolato, usato e gettato via da parte come uno straccio vecchio ormai inutile.


Un film con una giovane e bellissima Kathleen Turner, sexy musa di amore e violenza che regge benissimo il confronto con la storica Barbara Stanwyck de "La fiamma del peccato", altro film ispirato allo stesso romanzo "La morte paga doppio", ottimo noir scritto di James Cain negli anni '40.

Da citare inoltre un piccolo ruolo anche per un allora sbarbatello Mickey Rourke, il quale da amico nonchè cliente dell'avvocato Hurt lo aiuterà a dipanare meglio le reti del casino in cui è andato a cacciarsi.


Avevamo iniziato parlando di "Il postino suona sempre due volte", sia l'originale che il remake di Bob Rafelson degli anni '80, come mirabile esempio cinematografico di triangolo d'amore e sesso con omicidio garantito in omaggio.

E sempre per la regia di Rafelson possiamo parlare allora della meravigliosa "mangiauomini" interpretata da Theresa Russell nel suo "La vedova nera" del 1987.

"Si accoppia e uccide" è il marchio di fabbrica e stile di vita della donna, nonchè del micidiale ragno da cui prende il nome il titolo del film.


Una donna costantemente in cerca di uomini ricchi da ammaliare con il suo fascino per poi togliere di mezzo e arraffare i loro soldi, come astutamente riesce ad intuire una giovane agente speciale interpretata da Debra Winger.

Un bel film la cui essenza risiede tutta nell'incontro / scontro tra le personalità di queste due donne e attrici, una più introversa e dura donna d'azione e l'altra più fascinosa ed elegante matrona dell'alta società, sempre in cerca di un facoltoso amante da cui succhiare diabolicamente ogni dollaro prima di ucciderlo.


Negli anni '90 è poi il turno di "Presunto innocente" di Alan J. Pakula, dove i due amanti travolti da cocente (e segreta) passione sono i due colleghi e avvocati Harrison Ford e Greta Scacchi.

Ma quando lei viene trovata morta nella sua abitazione, le porte dello scandalo e del tribunale si aprono per lui, principale e primo sospetto dell'omicidio palesemente a sfondo passionale.


Un legal-thriller a tinte forti (vedi le scene bollenti tra Ford e la Scacchi) che Pakula costruisce con il giusto ritmo incalzante verso il crescendo della conclusione finale e soprattutto la "conclusione dopo la conclusione" del processo, con un colpo di scena finale davvero ben studiato ed efficace.

Ottimi sia i 2 protagonisti che tutti i caratteri secondari della vicenda, alcuni veramente ben definiti e delineati come per Bonnie Bedelia nel ruolo della moglie e il sempre bravissimo Raul Julia nel ruolo de "l'avvocato che difende l'avvocato", specie dalle grinfie del geloso e vendicativo Brian Dennehy, anch'esso innamorato della stessa donna di Harrison Ford e suo principale persecutore.


Dello stesso anno è poi "The Hot Spot - Il posto caldo", ottimo thriller di ambientazione texana diretto dal compianto grande attore/regista Dennis Hopper.

Al centro della vicenda c'è ovviamente il nuovo stallone arrivato in città, un Don Johnson d'annata in grande spolvero per l'occasione che si destreggia tra una love story clandestina con la moglie del capo, Virginia Madsen, oltre che poi irretire le voglie di una giovane e bellissima Jennifer Connelly.


Perfetto Johnson nel ruolo del belloccio stracciacuori di turno (non furbo come crede di essere però) diviso tra la donna matura e aggressiva e la più giovane e timida impiegata, anche in questo caso costellando il tutto da un grande parco attori di supporto come i veterani Charles Martin Smith e William Adsen, "facce da cinema" di una volta che purtroppo vanno scomparendo nel cinema di oggi, sempre meno attento all'importanza del contorno ai personaggi principali dei ruoli da caratteristi.

Un film che corre sul filo dell'alta tensione, sia sessuale che drammatica, gestita alla grande da Hopper che si districa senza problemi in una storia di ricatti, gelosie e scandali compromettenti.


Sempre con una coppia di donne/amanti mozzafiato abbiamo poi "Analisi finale" del 1992, diretto da Phil Joanou, dove le splendide attrici Uma Thurman e Kim Basinger si contendono le attenzioni del bel psichiatra interpretato da Richard Gere.

Nel ruolo di due sorelle, una timida e introversa e l'altra invece sposata a un rude e manesco criminale (un grande Eric Roberts), finiranno per coinvolgere ben oltre il suo orario di lavoro e le sue mansioni il bel dottorino fascinoso e invischiarlo nell'omicidio del cattivissimo marito di cui sopra.


Un film dal taglio e i ritmi molto "Hitchcockiani", dove nessuno è innocente fino in fondo e ogni ombra nasconde un segreto dietro l'angolo, per un doppio triangolo con omicidio allegato spacciato per legittima difesa e le cui sorti in tribunale dipenderanno proprio dalla testimonianza di Richard Gere.

Ottima la regia di Joanou, già al cinema pochi anni prima con il bellissimo "Stato di grazia", storia di gangster e vendetta tra Ed Harris, Sean Penn e Gary Oldman; come in questo film regista capace di esaltare e differenziare il differente fascino delle due protagoniste, giocando sempre sul filo del sospetto e dell'inganno per una storia dove lo spettatore non può mai dare nulla per scontato fino ai titoli di coda.


Ancora più intricato poi il plot del film "Triplo gioco", film del 1993 per la regia di Peter Medak, dove un magnifico Gary Oldman, poliziotto corrotto al soldo della mafia, deve distreggiarsi tra le menzogne e i tradimenti al suo boss, sua moglie e persino la sua amante.

Amici e amori che finisce per tradire tutti infatti, solo per proteggere la bella e letale Lena Olin, sanguinaria criminale russa inizialmente sotto ricatto per denaro, ma che passerà in breve a condurre le danze rovinandogli la via e facendo tabula rasa di tutto ciò che lo circonda.

Ben rappresentato l'ecosistema poliziesco/criminale che circonda la vicenda, grazie anche a un ottimo cast che si avvale oltre che di Goldman e la Olin anche di una giovanissima Juliette Lewis e un altrettanto bella e brava Annabella Sciorra.


Un noir vecchia maniera ricco di suspance e costellato di immagini dalla fotografia calda, satura e quasi soffocante; come il protagonista poi finisce lentamente per realizzare di essere finito in un vicolo cieco da cui non c'è ritorno.

Un film troppo sottovalutato e dimenticato troppo in fretta dal pubblico e dalla critica, macinato forse dalla costante produzione e uscita al cinema di thriller erotici a buon mercato più in cerca di qualche scena porno-soft da mostrare che una storia davvero drammatica, tesa e noir da mettere in scena.


Altro film ingiustificatamente un pò "massacrato" è stato poi "Diabolique", film del 1996 di Jeremiah S. Chechik che è poi un remake del (onestamente migliore) originale "I diabolici" film del '55 di Henri-Georges Clouzot, autore sulla cui filmografia a tema di triangoli e omicidi passionali potremmo forse fare due o tre articoli a sè stanti.

Ma anche questo remake, modernizzato e americanizzato come location, ha il suo perchè e ragion d'essere ed esistere e merita secondo il sottoscritto comunque di essere visto e apprezzato.


Inizialmente per il trio fantastico di attori principali che si avvale di un grandioso Chazz Palminteri a cui le bellissime Sharon Stone e Isabelle Adjani cercano a più riprese di fare la pelle per tutto il corso della storia.

Amante delusa la bionda Stone e moglie maltrattata la bruna e cupa Adjani, le due donne decidono infatti di rivalersi e farla pagare cara all'uomo che è stata causa per loro di tanta sofferenza e umiliazione.

Un film la cui storia è stata (purtroppo) un pò troppo "ammorbidita" dalla sua versione romanzata, oltre che del tutto priva dell'elemento "saffico" tra le donne che è invece più che alluso nella storia originale; ma comunque interpretata alla grande da attori in formissima (da menzionare inoltre Kathy Bathes nel ruolo della sbirra ficcanaso) e messa in scena con gran classe e un sapiente uso della fotografia da parte del regista.


Elemento saffico invece presente pesantemente nel film "Bound - Torbido inganno" del 1996, esordio cinematografico degli allora fratelli (ora sorelle) Wachowski, geniali e audaci produttori/registi che fecero poi clamore con la fortunata saga di "Matrix".

Inizialmente vicine di casa tra cui si innesca una torbida relazione omosessuale, le due donne si ritroveranno poi presto in combutta per derubare il fidanzato delinquente invischiato con la malavita locale.


Estremamente azzeccate le due protagoniste della lesbo-love-story in questione, la "maschiaccia" ex carcerata Gina Gershon per prima e la sexy e raffinata Jennifer Tilly nel ruolo della bella del cattivo di turno, anch'esso interpretato con grande convizione da Joe Pantoliano, altro ottimo caratterista che poi ritroveremo in film come lo stesso "Matrix" o lo splendido "Memento" di Christopher Nolan.

Anche i fratelli "W" dimostrano fin da subito gran talento nella messa in scena e nel montaggio, specie nelle scene di maggior tensione dove c'è un triplo gioco all'inganno tra le due donne, il malavitoso e gli scagnozzi in visita all'appartamento in cerca di un malloppo di due milioni di dollari.


Un film che assieme al "Matrix" sopracitato è quello che il sottoscritto preferisce dei fratelli dorati di Hollywood, pur essendo comunque registi coraggiosi che amano sperimentare in film ad alto budget sempre interessanti come "Speed Racer", "Cloud Atlas" o anche "Jupiter - Il destino dell'universo" che lo stesso vi aveva consigliato nell'articolo Tre passi CON GLI ALIENI.


COME AL SOLITO MI RIFACCIO AI VOSTRI GUSTI E GIUDIZI LASCIANDOVI LIBERI DI ESPRIMERE LE VOSTRE OPINIONI NELLO SPAZIO SOTTOSTANTE, PER UN GENERE DI FILM A CUI HO DOVUTO PER FORZA DI COSE "TAGLIARE" CENTINAIA DI TITOLI ATTINGENDO AL MIO GUSTO PERSONALE PER IL GENERE (NONCHE' PER LE ATTRICI, OVVIAMENTE) IN QUESTIONE, PROTAGONISTI E PROTAGONISTE DI STORIE ROVENTI CON DONNE DAI VORACI APPETITI SESSUALI E UOMINI ASSERVITI A COMPIACERLE NEL MODO PIU' DISSOLUTO E COMPLETO IMMAGINABILE. MA E' DAVVERO SEMPRE COLPA DELLE DONNE?

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Articolo pubblicato il 12/02/2017